Arriva sugli schermi italiani Mister Link, la quinta avventura targata LAIKA (Coraline e la porta magica, ParaNorman, Boxtrolls – Le scatole magiche, Kubo e la spada magica), studio statunitense specializzato in lungometraggi animati realizzati con la tecnica stop-motion. Il film si è aggiudicato un Golden Globe e una nomination agli Oscar come miglior film di animazione.
Mister Link racconta l’amicizia improbabile tra Sir Lionel Frost, avventuriero inglese a caccia di creature rare, e il mitico Sasquatch (meglio noto come Big Foot), gigante buono e sensibile, stanco della solitudine e dell’emarginazione. Se quest’ultimo mira unicamente a trovare un proprio posto nel mondo, lo scopo unico di Sir Lionel Frost è quello di scovare il missing link, l’anello mancante tra uomo e scimmia, così da ottenere finalmente il riconoscimento e il rispetto che merita. In particolare, Frost spera di essere ammesso tra i membri del pomposo “Club dei Grandi Uomini”, un’istituzione composta esclusivamente da vecchi esploratori in pensione, estremamente ostili al nostro eroe.
L’occasione d’oro per Frost è rappresentata proprio dall’incontro con Mister Link, una creatura intelligente e prevedibilmente più umana di molti uomini, che invoca l’aiuto del protagonista per ricongiungersi agli Yeti, lontani cugini stanziati in Nepal. Ha così inizio una rocambolesca avventura in giro per il globo, vero e proprio viaggio di formazione nel segno dell’inclusione e della ricerca del nostro ruolo nel mondo, a prescindere dalle etichette imposte dalla società. Anche grazie all’aiuto della sua compagna di avventura, Adelina Fortnight, vecchia fiamma in possesso dell’unica mappa che indica la destinazione da raggiungere (la valle Shangri-la, casa dei pelosi e poco accoglienti parenti di Mister Link), Frost giungerà infatti a rivedere le proprie priorità, mutando radicalmente ambizioni e velleità.
Chi è avvezzo alle produzioni LAIKA si troverà di fronte ad una sorpresa: le atmosfere cupe e dark dei film precedenti diventano un ricordo sempre più sbiadito man mano che il regista/autore Chris Butler ci accompagna in questo coloratissimo viaggio all’insegna di luoghi esotici e viste mozzafiato. Si tratta del progetto più ambizioso dello studio cinematografico, un’opera di vero e proprio artigianato animato, costata cinque lunghi anni di lavoro e dedizione (le scenografie create per il film sono ben 110).
Va però detto che Mister Link, pur essendo un gioiellino dal punto di vista visivo, manca tuttavia il segno sotto il profilo narrativo. La trama infatti si regge su svariati cliché – il mostro spaventoso ma buono (un’eco pallida del Sulley di Monsters & Co.), l’avventuriero cinico che si redime e ritrova sé stesso, la vecchia guardia di anziani chiusi di fronte ad una prospettiva di inclusività, la fanciulla coraggiosa che rappresenta la chiave di volta di tutto l’intreccio narrativo. Vi è dunque un grande ricorso a tematiche calde e per certi versi spinose, quali ecologismo, emancipazione femminile, accettazione del diverso; tuttavia, l’intento encomiabile di toccare la sensibilità del pubblico si è, non a caso, rivelato insufficiente a ripagare il film del patrimonio speso per la sua realizzazione: per adesso Mister Link ha incassato appena 26 milioni di dollari a fronte di un budget di oltre 100. Insomma, se i risultati devono essere questi, forse sarebbe meglio mettere da parte certe pretese e parlare direttamente di argomenti leggeri.
Anche la dichiarata volontà da parte del regista di creare un protagonista che fosse incrocio tra Indiana Jones e Sherlock Holmes si va a scontrare con un risultato discutibile: Sir Lionel Frost non è altro che una pallida ombra di quei due eroi, anche loro stereotipati ma ben lungi da essere definibili come “macchiette” volubili. Il consiglio dunque è quello di godersi il viaggio (letteralmente) e lasciarsi avvolgere dalla carrellata di paesaggi meravigliosi senza chiedere al film niente di più di ciò che esso è in grado di dare: un’ora e trenta di piacevole divertimento con lievi accenni ad argomenti più seri.