Madre! è sicuramente uno dei titoli più attesi di questa stagione cinematografica. Darren Aronofsky mancava al cinema dal 2014, quando uscì nelle sale il chiacchieratissimo Noah, rivisitazione in chiave fantastica della storia dell’Arca di Noè narrata nell’Antico Testamento.
Il nuovo film del regista statunitense è destinato a suscitare un polverone di proporzioni epiche, al pari di quanto accaduto alla pellicola con protagonista Russell Crowe, e forse anche di più. Riuscire ad esprimere un giudizio ampiamente compiuto a pochi minuti dalla fine della visione del film è un’impresa decisamente ardua, perché Madre! è a tutti gli effetti un’esperienza cinematografica, e come tale non tarderà a spaccare nettamente in due il pubblico e la critica.
Dalla prospettiva di chi scrive, siamo di fronte ad un film dalla potenza visiva catastrofica, metaforicamente tragico e funesto come i tempi desolanti in cui viviamo, che indubbiamente si apre ad una molteplicità di interpretazioni, forse non tutte precise e facilmente intuibili, ma senza ombra di dubbio seducenti, conturbanti, sconcertanti.
Quella concepita da Aronofsky è un’opera come se ne vedono poche sul grande schermo, che non assomiglia a nulla di quanto realizzato dal regista in precedenza e che probabilmente lo stesso non sarà più in grado di replicare
La trama del film è stata tenuta sotto stretto riserbo fin dall’arrivo delle primissime immagini, e continua ad esserlo. Le uniche informazioni in nostro possesso sono le seguenti: la vita di una giovane coppia viene messa a dura prova dall’arrivo di un inaspettato gruppo di ospiti nella loro casa.
Dopo aver assistito alla visione di Madre!, possiamo assicurarvi che quella concepita da Darren Aronofsky è un’opera come se ne vedono poche sul grande schermo, che non assomiglia a nulla di quanto realizzato dal regista in precedenza e che probabilmente lo stesso non sarà più in grado di replicare.
Madre! recensione del film di Darren Aronofsky con Jennifer Lawrence
Aronofsky ci aveva già abituati all’esplorazione delle paure e dei desideri inconfessabili che si insinuano nell’animo umano grazie a pellicole come Requiem for a Dream e Il Cigno Nero: con Madre! il regista amplifica la rappresentazione del malessere del singolo individuo e la estende a personalissimo e visionario intreccio di inquietudini e paranoie sul destino del mondo e dell’umanità.
Il risultato è un quadro scioccante, a tratti indecifrabile e disturbante, sulla follia del nostro tempo, sull’insostenibilità della nostra condizione di esseri umani schiacciati dalle prospettive che gravano sul pianeta e dalle aspettative di chi ruota attorno a noi, e naturalmente sulla forza dirompente dell’amore, quello che ci rende vulnerabili, quello che ci terrorizza a morte.
Aronofsky trascina lentamente lo spettatore in un delirio claustrofobico fatto di allucinazioni visive ed uditive, dove i demoni, gli incubi e le debolezze dell’uomo contemporaneo prendono spaventosamente e prepotentemente corpo. La casa, luogo rassicurante per eccellenza, è il centro nevralgico da cui si sviluppano gli eventi sconvolgenti al centro della narrazione; una narrazione dalla tragicità surreale, con un ritmo sostenutissimo, fortemente impregnata da atmosfere diaboliche e inquietanti che non possono non riportare alla memoria il capolavoro Rosemary’s Baby.
Jennifer Lawrence è la Madre Dolente per antonomasia: bionda e innocente come la Rosemary Woodhouse di Polanski, diffidente e vendicativa come la Carrie White di De Palma
Jennifer Lawrence è la Madre Dolente per antonomasia: bionda e innocente come la Rosemary Woodhouse di Roman Polanski, diffidente e vendicativa come la Carrie White di Brian De Palma, l’attrice premio Oscar si cala senza indugio alcuno nel ruolo più difficile e controverso di tutta la sua carriera, confermando una tempra drammatica impossibile da riscontrare nelle colleghe della medesima generazione.
A sorreggerla nella spirale allucinogena in cui viene trascinata da Aronofsky, un Javier Bardem nella sua veste più ossessiva, patologica e opprimente, e una rediviva ma sempre raffinata e splendente Michelle Pfeiffer nei panni del personaggio forse più enigmatico e indecifrabile dell’intera pellicola (al pari di Ed Harris, che nel film interpreta suo marito), a cui la sceneggiatura non rende probabilmente un’adeguata giustizia.
Madre! è un’opera sconvolgente e impressionante che si nutre delle angosce e delle nevrosi dell’artista che l’ha concepita, alimentata dal continuo e incessante tentativo di esorcizzare la paura della perdita dell’ispirazione creativa. In questo senso, è anche – e soprattutto, forse – un grandissimo esempio di metacinema a cui è impossibile resistere.