domenica, Giugno 4, 2023
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Logan, recensione del film di James Mangold con Hugh Jackman

Articolo a cura di Joseph Crisafulli

Logan è senza alcun dubbio il miglior film sul mutante artigliato. Finalmente, dopo i due precedenti tentavi falliti, la 20th Century Fox riesce a centrare il colpo, proponendo un finale dignitoso ad uno dei supereroi cinematograficamente più longevi.

Hugh Jackman con il suo Wolverine è diventato un’icona; dal 2000, per ben nove volte (contando anche i camei), l’attore australiano ha prestato il suo volto e il suo fisico al mutante più rabbioso e problematico del gruppo di Charles Xavier. In ogni film, Wolverine è cresciuto, affrontando il suo passato. In Logan, il regista James Mangold fa affrontare al protagonista la sua vecchiaia in un mondo arido, vuoto e senza un’ombra di futuro.

In un futuro prossimo, i mutanti sono quasi estinti. Logan è vecchio, il suo fattore rigenerante è drasticamente rallentato, l’adamantio nel suo corpo lo sta avvelenando. Per vivere, fa l’autista di limousine in affitto. In questo modo può procurarsi i soldi per le medicine da dare al vecchio Charles Xavier, ammalato anche lui, ironicamente di Alzheimer, alternando momenti di lucidità a momenti di crisi. Insieme a loro c’è Calibano, un mutante in grado di riconoscere i suoi simili, anche lui in declino. L’esistenza sterile dei tre viene sconvolta dall’arrivo di una donna messicana, che chiede il loro aiuto per proteggere Laura, una giovanissima mutante con caratteristiche peculiari come quelle di Wolverine.

Logan si prefigura come un viaggio on the road: ogni tappa è infatti funzionale al discorso tematico della famiglia, ideologia alla base degli X-Men. Come abbiamo visto negli ultimi anni, con i film dei Marvel Studios, il cinecomic è un genere ampio che premette al suo interno dei sottogeneri: se Iron Man 3 è un cinecomic buddy movie e Captain America: The Winter Soldier è un cinecomic spy-story, Logan può essere considerato un cinecomic d’autore.

Logan è un film intimista, sia nei contenuti, ma soprattutto nella sua estetica. La forza del film sta nella grandissima capacità degli attori (Hugh Jackman, Patrick Stewart e la giovanissima Dafne Keen sono straordinari) e nelle violentissime scene di lotta che ci si aspetta in un film su Wolverine.

In Logan, a differenza dei film sugli Avengers, non c’è la catastrofe planetaria, la salvezza di metropoli ed altri paletti del genere supereroico. Il film di James Mangold è a tutti gli effetti un dramma famigliare in cui i personaggi sono i supereroi, del cui glorioso passato sono rimasti solo dei giocattoli con le loro fattezze e albi a fumetti. Il film avrebbe probabilmente funzionato anche se i personaggi non avessero avuto dei super poteri, poiché il cuore della narrazione è la loro risoluzione come esseri umani.

Di fondo, c’è una visione del mondo attuale molto amara, in cui i supereroi non esistono più, sono invecchiati e stanno per morire. Il mondo è un deserto, proprio come quello di Mad Max, ma come nell’episodio Oltre la Sfera del Tuono c’è una piccola speranza, ancora una volta riposta nelle generazioni future.

Logan, Charles Xavier e gli X-Men sono il passato, ce l’hanno messa tutta, ma non ce l’hanno fatta, non possono far altro che lasciare il proprio posto ai giovani, gli unici che potranno cambiare il mondo.

Guarda il trailer ufficiale di Logan

https://www.youtube.com/watch?v=MW-8b5PS2Es

Redazione
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