mercoledì, Settembre 11, 2024
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La Vendetta di un Uomo Tranquillo, recensione del film di Raúl Arévalo

La Vendetta di un Uomo Tranquillo è il titolo italiano del film di Raúl Arévalo, Tarde Para La Ira, che decisamente riassume meglio il senso intrinseco di questo potente crime noir prodotto in Spagna e realizzato da un attore e sceneggiatore (famoso per aver interpretato il film La Isla Minima) che segna, in questo modo, il suo debutto alla regia.

Sullo sfondo di una Spagna metropolitana e periferica, lontana dalle immagini da cartolina alle quali ci ha abituato tanto cinema, si muove José (Antonio de la Torre) un uomo schivo e solitario che, improvvisamente, comincia a frequentare il bar gestito da un uomo e da sua sorella, Ana (Ruth Díaz), a sua volta enigmatica presenza che cela un passato doloroso.

Più José entra nel loro intimo famigliare, più viene coinvolto nei loro segreti: Ana ha un fidanzato, Curro (Luis Callejo), in prigione e dal quale ha avuto un figlio. L’uomo, pur vedendo la giovane donna come un’ancora di salvezza per la propria dolente vita, non riesce a mettere da parte il proprio inquietante piano di vendetta che vede coinvolto proprio Curro, rilasciato dal carcere dopo otto anni.

Arévalo costruisce con esperienza – pur trattandosi, a tutti gli effetti, di un “debuttante” – un film teso, potente, un meccanismo carico di rabbia e violenza inespressa e latente pronta a deflagrare con inarrestabile potenza, travolgendo le esistenze di numerosi personaggi come in un effetto domino causato da un’antica Teoria del Caos.

Tarde Para La Ira è il titolo originale che meglio si adatta alla situazione drammaturgica architettata, con rabbioso crescendo, da Arévalo: nonostante sia passato il tempo, nonostante non sembri più il momento adatto per lavare via i peccati del passato (elemento che ricade sia su Curro che su José) , ’uomo tranquillo citato nella traduzione italiana è ancora assetato di vendetta, un sentimento covato dopo anni di silenzio, reclusione, costringendosi a vivere una “non” vita sospesa nel limbo grigio dei ricordi e dei morti.

Riprendendo le tematiche care al cinema europeo di Nicolas Winding Refn, La Vendetta di un Uomo Tranquillo è una riflessione di genere sulla redenzione, il peccato e il ricordo; la violenza è covata nel fondo dell’animo, con abili meccanismi di suspense e tensione deflagra fino ad esplodere in un lento, ed inarrestabile, crescendo cieco, abbattendosi su tutti e seminando una lunga scia di sangue.

La rabbia è trattenuta ma lo spettatore ha la sensazione che, da un momento all’altro, annidata nel passaggio da un’inquadratura a quella successiva, una furia cieca sia pronta a trascinare i destini incrociati di José, Curro e di tutto il loro microcosmo fin dentro un oscuro baratro di perdizione, senza però mai perdere la speranza di un ultimo barlume d’umanità che possa permettere di conquistare la tanto agognata redenzione.

Le tematiche sottese al film vengono espresse tecnicamente da Arévalo attraverso precise scelte tecniche e registiche che rispondono alle esigenze di un codice di genere, restituendo tensione, rabbia e struggente malinconia sia attraverso ogni scena d’azione che nel profondo di ogni lungo silenzio.

Guarda il trailer de La Vendetta di un Uomo Tranquillo

Ludovica Ottaviani
Ludovica Ottaviani
Imbrattatrice di sudate carte a tempo perso, irrimediabilmente innamorata della settima arte da sempre | Film del cuore: Lo Chiamavano Jeeg Robot | Il più grande regista: Quentin Tarantino | Attore preferito: Gary Oldman | La citazione più bella: "Le parole più belle al mondo non sono Ti Amo, ma È Benigno." (Il Dormiglione)

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