domenica, Marzo 26, 2023
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La Tenerezza, recensione del nuovo film di Gianni Amelio

Dopo tre anni dall’ultimo lungometraggio, Gianni Amelio torna al cinema con La Tenerezza, una pellicola pacata e introspettiva, volta a raccontare la storia interiore di un uomo senza più certezze.

Lorenzo (Renato Carpentieri) è un anziano solitario che, ormai vedovo e pensionato, centellina sempre più l’affetto verso i figli: se al giovane Saverio (Arturo Muselli) poco importa, lo stesso non vale per Elena (Giovanna Mezzogiorno), che soffre costantemente per il rifiuto del padre. Le cose sembrano cambiare quando Michela (Micaela Ramazzotti) e Fabio (Elio Germano), una coppia con due bambini, si trasferiscono nell’appartamento accanto al suo. Inaspettatamente, Lorenzo si affeziona e in poco tempo si ritaglia uno spazio nel piccolo nucleo famigliare. Tuttavia, la pace è temporanea e una tragedia sta per sconvolgere questo flebile attimo di felicità.

Ispirato liberamente al romanzo “La tentazione di essere felici” di Lorenzo Marone, La Tenerezza è anzitutto un ritratto intimo e personale di un uomo in lenta decadenza, promotore però di una forza non comune. Interpretato da un bravissimo Renato Carpentieri, il protagonista Lorenzo non racconta con parole e fatti, ma attraverso gesti e sguardi: rifiutando narrazioni canoniche e ritmi concatenati, Gianni Amelio delinea infatti la vita del singolo nella sua quotidianità, caricando di significati azioni semplici come stirare una camicia, guardare un giocattolo o toccare la mano di una figlia. In questa visione circoscritta ed olistica, alcune sequenze si orchestrano quindi come stratificati micro-mondi di emozioni, ovviamente centripeti nei confronti del sentimento cardine della tenerezza.

Accanto alla focalizzazione altamente psicologica e alla cura del dettaglio quasi impeccabile, non viene meno nemmeno il ritmo d’insieme che, seppur non frenetico come nelle pellicole più popolari, si mantiene stabile per l’intero racconto, offrendo anche momenti di grande intensità. A parte il colpo di scena centrale – che si delinea come uno spartiacque emblematico oltre che funzionale -, altre sequenze meriterebbero di essere nominate, soprattutto grazie all’intensa sceneggiatura. Riuscita è parallelamente la fotografia di Luca Bigazzi che, allontanandosi dallo stile patinato di Paolo Sorrentino, restituisce al meglio la visione edulcorata del cineasta calabrese, canonizzandosi egregiamente alla sua estetica.

Un ruolo cruciale è infine giocato dagli attori. Oltre al già citato Renato Carpentieri, ottimi sono anche i vari comprimari. Giovanna Mezzogiorno, ormai sempre meno presente sul grande schermo, si dimostra nuovamente una delle migliori attrici italiane viventi, dipingendo una figura femminile sofferente ma incrollabile. Splendida è poi Micaela Ramazzotti, il cui sorriso illumina ogni scena che la vede presente. Immenso è infine Elio Germano che, nonostante la concorrenza, offre l’interpretazione più riuscita del film: il suo Fabio riesce infatti ad intrecciare alla perfezione la dolcezza di un padre innamorato con la silenziosa inquietudine di un uomo disperato. 

Guarda il trailer ufficiale de La Tenerezza

Gabriele Landrini
Gabriele Landrini
Perché il cinema non è solo un'arte, è uno stile di vita | Film del cuore: Gli Uccelli | Il più grande regista: Alfred Hitchcock | Attore preferito: Marcello Mastroianni | La citazione più bella: "Vorrei non amarti o amarti molto meglio." (L'Eclisse)

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