I migliori sceneggiatori dicono che spesso le storie vincenti nascono sui mezzi pubblici. Se facciamo riferimento a La Ragazza del Treno la definizione calza a pennello. Il film si fa specchio fedele del best seller da 15.000 copie di Paula Hawkins, arricchito in questo caso dalle peculiarità del linguaggio cinematografico.
Rachel Watson, devastata dal recente divorzio con l’ex-marito Tom, si alcolizza perchè non riesce ad accettare la fine del suo matrimonio. Tutti i giorni, dopo aver perso il lavoro, ripercorre la stessa strada da Manhattan a New York e sviluppa una malsana ossessione per una coppia che vede dal finestrino del treno. I due sembrano avere la relazione perfetta. Ciò che Rachel non sa è che, al di là delle apparenze, Megan è una donna infelice quanto lei. E Anna, la nuova moglie di Tom, lo diventerà presto. Un giorno il quadretto perfetto viene sconvolto da qualcosa che Rachel vede dal suo “nascondiglio”. L’equilibrio si incrina e, dall’intreccio delle tre storie, verrà fuori un’unica inconfutabile verità.
Tate Taylor (The Help) porta di nuovo sullo schermo le donne e la loro psiche, in un viaggio vertiginoso nella mente dei tre personaggi femminili. Osservanti e osservate, ognuna cerca di afferrare con lo sguardo qualcosa che non esiste, che è soltanto proiezione del proprio desiderio. Una visione che tutte e tre proiettano, in maniera diversa, su uno stesso uomo.
La Ragazza del Treno è un film che prende il via con occhio voyeuristico ma, quando ci si inoltra nella vicenda, i sentimenti quali l’amore, il senso di colpa, la rabbia, la vendetta non diventano altro che il filtro opaco della verità. Un film che è anche un percorso di espiazione della protagonista che a un certo punto sembra toccare il fondo, afferrare il cuore pulsante del proprio tormento e solo lì finalmente, si riappropria di sé stessa.
Un thriller ben strutturato, anche grazie alle atmosfere brumose e ai toni cupi della New York invernale, e alla macchina da presa che si fa strumento espressivo delle diverse soggettività . Una storia in cui niente rimane uguale a ciò che era prima e spinge a riflettere su come spesso i demoni personali siano solo questione di punti di vista.