lunedì, Maggio 29, 2023
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La fiera delle illusioni – Nightmare Alley, recensione del film di Guillermo del Toro

La recensione de La fiera delle illusioni - Nightmare Alley, nuovo film di Guillermo del Toro con protagonisti Bradley Cooper e Cate Blanchett. Dal 27 gennaio al cinema.

L’attuale contesto cinematografico è una sorta di entità cannibale, pronta a fagocitare e ridigerire se stessa. Ne è l’esempio lampante l’uscita, anche solo nell’ultimo mese, di diverse pellicole a metà strada tra il reboot e il sequel (Matrix Resurrections, Scream). Hollywood è ormai una macchina produttiva che punta sulle proprietà intellettuali conosciute, sempre a caccia di immaginari rodati da riproporre e di grandi franchise da rilanciare.

Una riproposizione che, in molti casi, ha per mantra la fedeltà all’originale: riprendere elementi chiave del prototipo, con variazioni minime, dando ai fan quello che vogliono (Star Wars: Il risveglio della Forza, Ghostbusters: Legacy). Guillermo del Toro – autore che da sempre fa a pugni con il sistema hollywoodiano – si appropria di questa tendenza al recupero, ma in modo antitetico, con La fiera delle illusioni – Nightmare Alley, in sala dal 27 gennaio.

Il nuovo film del regista del fortunato La forma dell’acqua – The Shape of Water è una nuova trasposizione di “Nightmare Alley“, cupo romanzo scritto da William Lindsay Gresham. Dal libro era già stato tratto, nel 1947, il noir La fiera delle illusioni, con protagonista Tyrone Power. Il film fu un tentativo del divo – purtroppo non ben accolto all’epoca – di allontanarsi dai suoi soliti ruoli da bellone, in favore di un personaggio più maturo ed ambiguo.

Il recupero attuato da del Toro di questo soggetto – sceneggiato insieme alla moglie Kim Morgan – è occasione perfetta per realizzare un tributo a un certo cinema del passato, dimenticato da larga parte del grande pubblico, mettendo l’accento sugli elementi della storia più vicini alla sua sensibilità personale.

La trama si svolge tra la fine degli anni ’30 e l’inizio degli anni ’40: il vagabondo Stanton Carlisle (Bradley Cooper), in fuga da un oscuro passato, si unisce ad un “carnival” (classiche fiere itineranti americane, simili ai nostri luna park, dove alle giostre vengono affiancati spettacoli circensi). Qui apprende l’arte della manipolazione e dell’inganno dalla chiaroveggente Zeena (Toni Collette) e dal suo assistente, ormai vecchio e alcolizzato, Pete (David Strathairn).

Appresi i trucchi del mestiere, decide di lasciare la fiera insieme a Molly (Rooney Mara), con cui nel mentre ha instaurato una relazione sentimentale. Due anni dopo, la coppia mette in scena nei club newyorkesi, frequentati dall’elite della città, uno spettacolo di chiaroveggenza di grande successo. L’ambizioso Stan però vorrebbe di più: con l’aiuto dell’intrigante psicanalista Lilith Ritter (Cate Blanchett), cercherà di truffare, spacciandosi per autentico medium, il pericoloso magnate Ezra Grindle (Richard Jenkins).

la fiera delle illusioni recensione

Uomini forzuti (Bruno, interpretato dal fedele Ron Perlman), nani, feti deformi conservati in formaldeide (il pensiero va a La spina del diavolo); la prima parte de La fiera delle illusioni – Nightmare Alley permette a del Toro di sbizzarrirsi con i suoi amati freak, in un contesto che evoca, pur non avendo elementi sovrannaturali, l’horror e il fiabesco. Una comunità di diversi, emarginati dalla società, tanto cari al regista messicano, che guarda a Freaks di Tod Browning.

L’opera di Browning non è l’unica pellicola degli anni ’30 e ’40 a cui del Toro, tra dissolvenze a nero dal sapore rétro, paga tributo: impossibile non notare la somiglianza tra alcune delle decorazioni della casa stregata del carnival, dove Stan si avventura alla ricerca di un fenomeno da baraccone in fuga, e i giganteschi occhi, disegnati da Salvador Dalì, della sequenza dell’incubo di Io ti salverò.

Questo elemento scenografico non è l’unico punto di incontro con il thriller psicologico diretto da Alfred Hitchcock: le due opere condividono, infatti, la centralità della figura della psicanalista. Un ruolo declinato in funzione opposta: mentre nel film di Hitchcock è una sorta di angelo salvifico, in quello di del Toro è una dark lady manipolatrice, che parteciperà attivamente alla rovina del protagonista. Un personaggio, quello di Lilith, che però non agisce per mera avidità, come nella trasposizione del ’47, ma per pura vendetta verso il genere maschile, dei cui abusi porta anche i segni fisici.

Un ruolo interpretato con gelida perfezione da Cate Blanchett, i cui duetti con Bradley Cooper rappresentano il fiore all’occhiello di un film dal cast, a dir poco, importante (oltre ai nomi già citati, presenti anche, in ruoli minori, Willem Dafoe e Holt McCallany). Una pellicola che può vantare anche un comparto visivo di livello, con costumi e scenografie eleganti e una efficace fotografia dalle tonalità verdi e dorate.

Nonostante la spiccata personalità, sprizzante del Toro da tutti i pori, La fiera delle illusioni – Nightmare Alley non è la prova migliore del regista messicano. L’eccessiva prolissità della sceneggiatura fa perdere forza al film, meno incisivo del più corto predecessore (una durata di 150 minuti contro i “soli” 110 della trasposizione del ’47). Inoltre le esplosioni di violenza sul finale, già presenti in altre pellicole di del Toro (Il labirinto del fauno, Crimson Peak, lo stesso La forma dell’acqua), qui risultano fuori luogo e per niente necessarie.

Difetti che non sminuiscono quanto di buono c’è nel film, un grande tributo al noir e a tanto altro cinema del passato. Un’opera, come le altre dell’autore, diversa e personale, soprattutto in questi tempi monopolizzati da remake copia carbone e grandi franchise.

Guarda il trailer ufficiale de La fiera delle illusioni – Nightmare Alley

GIUDIZIO COMPLESSIVO

La fiera delle illusioni – Nightmare Alley è il personale tributo di Guillermo del Toro al noir e a tanto altro cinema degli anni '30 e '40 (diverse le pellicole di riferimento, da Freaks di Tod Browning a Io ti salverò di Alfred Hitchcock). Un comparto visivo di livello e un cast stellare, su cui spicca la gelida e manipolatrice Lilith di Cate Blanchett, rendono il film meritevole della visione in sala, nonostante alcune prolissità della sceneggiatura.
Marco Scaletti
Marco Scaletti
Prima sono arrivati i fumetti e i videogiochi, dopo l'innamoramento totale per il cinema e le serie tv. Consumatore onnivoro dei generi più disparati, dai cinecomics alle disturbanti opere del sommo Cronenberg | Film del cuore: Alien | Il più grande regista: il succitato Cronenberg o Michael Mann | Attore preferito: Joaquin Phoenix | La citazione più bella: "I gufi non sono quello che sembrano" (I segreti di Twin Peaks)

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La fiera delle illusioni – Nightmare Alley è il personale tributo di Guillermo del Toro al noir e a tanto altro cinema degli anni '30 e '40 (diverse le pellicole di riferimento, da Freaks di Tod Browning a Io ti salverò di Alfred Hitchcock). Un comparto visivo di livello e un cast stellare, su cui spicca la gelida e manipolatrice Lilith di Cate Blanchett, rendono il film meritevole della visione in sala, nonostante alcune prolissità della sceneggiatura.La fiera delle illusioni - Nightmare Alley, recensione del film di Guillermo del Toro