Articolo a cura di Irene Caltabiano
Se il vostro obiettivo è passare due ore senza pensieri, Kong: Skull Island è decisamente il film giusto. Ennesima pellicola sull’argomento, il re delle scimmie era assente sul grande schermo dal 2004, quando Peter Jackson diresse la sua versione con Naomi Watts, ispirandosi alle pellicole hollywoodiane più classiche.
La storia è semplice: un gruppo di esploratori accompagnati da un plotone di soldati appena richiamati dalla guerra in Vietnam decide di intraprendere una rischiosa missione alla scoperta di Skull Island, territorio vergine e assente dalle mappe. Giunti sul luogo scatenano però l’ira di Kong, enorme scimmia a guardia dell’isola. La missione è più pericolosa del previsto e si trasformerà presto in un massacro. L’uomo non sembra essere il benvenuto e il gigantesco primato non è l’unica minaccia.
Un cast notevole (Tom Hiddleston, Samuel L. Jackson, Brie Larson, John Goodman, Samuel L. Jackson, John C. Reilly) e una colonna sonora mozzafiato (con David Bowie, Black sabbath e Stooges è difficile non azzecare) per un film che scimmiotta (è proprio il caso di dirlo) e attinge alla rinfusa da alcuni capolavori della storia del cinema quali Apocalypse Now, Platoon, Alien e Full Metal Jacket.
A parte il citazionismo di eccezione e una cura maniacale degli effetti speciali (si vede la firma della Industrial Light and Magic di George Lucas) copione e caratterizzazione dei personaggi sono quasi inesistenti. Va bene che, considerato il genere monster movie, non ci si può aspettare una sceneggiatura da Oscar, ma perchè non impiegare un po’ più tempo sulla costruzione della storia vista la qualità di regia, montaggio e vfx?
Al regista Jordan Voght Roberts va riconosciuto un approfondimento maggiore rispetto alle precedenti versioni sul ruolo e sulla presenza di Kong nella vicenda. Il re dell’isola dei teschi viene qui mostrato nella versione più “umana” mai portata al cinema. A parte questa nota di merito, i personaggi sono più piatti di una tavola e ombra pallida del capolavoro di Francis Ford Coppola (a cui fanno un nemmeno troppo velato riferimento, tra il capitano Conrad/Hiddlestone, cognome del celebre autore del romanzo “Cuore di Tenebra”, e la scena iniziale con gli elicotteri in arrivo): Tom Hiddleston e Brie Larson sottotono, Samuel L. Jackson a tratti ridicolo e John C. Reilly che riprende sciattamente il colonnello Kurtz.
Se l’intento del film era oscurare completamente la figura umana per far spazio all’opulenza della natura, ha centrato in pieno l’obiettivo. Le sequenze più rilevanti sono infatti quelle delle creature in digitale, il cui iperrealismo fa davvero restare a bocca aperta.