Insidious 4 L’Ultima Chiave è il nuovo capitolo del franchise Insidious nato dalle menti creative di Leigh Whannell (Saw), Jason Blum (lnsidious, La notte del giudizio, Scappa – Get Out), da Oren Peli (Paranormal Activity) e dal co-creatore James Wan (L’evocazione – The Conjuring, Fast & Furious 7).
Un nuovo tassello horror che costituisce un prequel autonomo, una sorta di ponte con la primissima avventura vissuta dalla famiglia Lambert e che già vedeva protagonista la sensitiva Elise Rainier (interpretata dall’attrice “scream queen” Lin Shaye).
La dottoressa Elise, parapsicologa che impiega il proprio dono medianico per contattare i morti aiutando le persone tormentate da quest’ultimi, è costretta ad affrontare un terribile caso nato direttamente dalle ceneri del proprio passato trascorso in New Mexico, in un posto chiamato “Five Keys” e sorto accanto a una prigione federale.
Un uomo chiama dall’indirizzo della casa dov’è vissuta, e tornare ad indagare lì evocando le strane presenze negative che perseguitano il nuovo proprietario è un’occasione per confrontarsi con un demone liberato da lei stessa quand’era bambina. Una presenza talmente pericolosa che metterà a repentaglio perfino la sua famiglia.
Non possiamo ancora dire, con precisione assoluta, se Insidious 4 sarà l’ultimo capitolo della saga horror; per il momento ha il pregio di collocarsi in un limbo temporale ben specifico, senza allungare un brodo seriale che rischierebbe di appesantire la già precaria condizione di un franchise del mondo del terrore.
Adam Robitel sostituisce il creatore-sceneggiatore-attore Leigh Whannell (qui nei panni di uno dei due aiutanti di Elise, Specs) al timone di regia, regalando almeno un’oretta di brividi e adrenalina allo spettatore. I mostri ci sono, e non si annidano solo nel buio: sono intorno a noi e si nascondono, assumendo le nostre stesse sembianze. È forse questo l’aspetto più interessante del film, il dualismo incalzante tra il bene e il male insito nella natura umana, quanto pure il peso della memoria e del ricordo che si ripercuote sulle scelte del presente.
Insidious 4 L’Ultima Chiave recensione del nuovo capitolo della saga horror
Finché rimane ancorato alla realtà fenomenica, mescolando con parsimonia banalità del male e orrore del quotidiano, Insidious 4 trova il proprio punto di forza, con un ritmo incalzante e una scrittura non troppo banale (pur trattandosi di un horror “seriale”) che permette a tutti di fruire di questo nuovo capitolo, non troppo ancorato ai capisaldi della saga.
L’ottimo set-up dei personaggi consente di approfondire il personaggio cardine di Elise, colonna portante di tutti e quattro i film, conoscendo meglio il suo oscuro passato per capire l’origine del “dono” che le permette di entrare in contatto con i defunti.
Ma Insidious 4 L’Ultima Chiave perde improvvisamente il filo del discorso drammaturgico, scivolando inesorabilmente incontro a un terzo atto canonico e scontato, prevedibile quanto lontano da quella realtà che lo ha tenuto in vita gettandolo invece, all’improvviso, nel calderone degli epigoni di una saga, aggiungendo un nuovo punto alla lista dei “ritenta, sarai più fortunato la prossima volta” che colonizzano troppo spesso l’universo dell’horror.
Tra brividi, colpi di scena, rivelazioni e spaventi, Insidious 4 (qui il trailer italiano ufficiale) troverà sicuramente il favore del pubblico appassionato fruitore dell’intera saga, che lo andrà a considerare come un “gustoso” tassello nel mosaico dell’universo nato nel lontano 2010; per gli altri, resterà un horror capace di intrattenere in modo disimpegnato, regalando qualche attimo di paura che destabilizzerà – con zoppicante parsimonia – l’immaginario di ogni spettatore.