Articolo a cura di Joseph Crisafulli
Nell’epoca dei sequel, noi viviamo. Abbiamo assistito e assistiamo tutt’ora, alla rinascita, o anche alla rigenerazione, di film-franchise che risorgono nel nuovo millennio. Ed è corretto, poiché certe storie hanno bisogno di essere rinarrate, ed è giusto che anche le nuove generazioni abbiano il proprio Star Wars o il proprio Jurassic Park.
Esattamente vent’anni fa, il pianeta terra veniva in contatto con le creature aliene create da Roland Emmerich, il regista d’azione e del catastrofico per eccellenza (Godzilla, The Day After Tomorrow, 2012 tanto per citare), nonché padre della prolifica saga sci-fi anni ’90 Stargate, dal cui primo film sono derivate serie tv, d’animazione ecc. Non a torto, si potrebbe dire che i blockbuster alla Emmerich (così come quei film catastrofici quali Armageddon di Micheal Bay o Deep Impact di Mimi Leder) occupavano, nel palinsesto cinematografico, quello spazio che oggi è appannaggio quasi sempre più esclusivo dei cinecomics.
Dopo la cacciata degli alieni, avvenuta vent’anni prima, la Terra ha compiuto notevoli passi in avanti, sia dal punto di vista tecnologico, sia a livello politico-militare (esiste un sistema difensivo globale, al cui apice c’è il presidente degli Stati Uniti interpretata da Sela Ward). In Africa, David Levinson (Jeff Goldblum) analizza i resti di una nave spaziale della prima invasione, facendo una scoperta davvero inquietante. Le allucinazioni del vecchio presidente USA Whitmore (Bill Pullman) e il ritrovamento sulla base lunare di un oggetto non identificato, confermano la tesi di Levinson: gli alieni stanno tornando sul nostro pianeta.
Dal vecchio presidente al Dottor Brakish Okun (Brent Spiner), Independence Day: Rigenerazione recupera quasi tutto il cast del precedente film, e sono proprio loro il nostalgico cuore che muove l’attenzione dello spettatore. Di fondo il problema di questa pellicola sta nel cast “nuovo”, ovvero quella giovane generazione che prende il posto del carismatico Will Smith (che non è tornato in questo sequel, preferendo il cinecomic Suicide Squad). I nuovi personaggi mancano di una caratterizzazione efficace e di storyline interessanti. La nuova pellicola di Emmerich ha però un pregio unico, che dev’essere riconosciuto: a differenza dei remake-sequel di questo periodo, tenta in tutti i modi di non ricalcare le strutture originali, arrivando a concepire nuove soluzioni (ne è un chiaro esempio la scena d’azione finale).
Independence Day: Rigenerazione esce sconfitto dallo scontro con il precedente, ma prova, e in buona parte riesce, a non essere il primo film, tentando di dare al suo pubblico qualcosa di differente, il che è un proposito che non tutti i remake-sequel (e aggiungiamo in parte anche i cinecomics) tengono a mente.