sabato, Dicembre 2, 2023
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Il Ragazzo Invisibile Seconda Generazione recensione del sequel

Il Ragazzo Invisibile Seconda Generazione è il sequel di quella che può essere definita la prima saga supereroica italiana. Il regista premio Oscar Gabriele Salvatores riprende in mano un genere che non ci appartiene, tentando di dare corpo ad una nuova avventura che completa quelle premesse narrative lasciate in sospeso dal cliffhanger del primo film uscito nel 2014.

Ad un certo punto, ogni eroe deve affrontare la propria parte oscura. Questa è una tradizione che passa da Luke Skywalker ne L’Impero Colpisce Ancora, al terzo film di Superman, al terzo capitolo dello Spiderman di Sam Raimi ecc. Eppure, l’affrontare il lato oscuro è una prerogativa di tutti noi. Crescere e superare la soglia dell’adolescenza è la nostra prova della grotta di Dagobah, quel momento in cui testiamo in un certo senso il male, ed in base al risultato capiamo che tipi di persone diventare.

il ragazzo invisibile

Gabriele Salvatores, premiato con l’Oscar per Mediterraneo ed autore di alcune pellicole memorabili come Nirvana e Io non ho paura, è un regista che sa osare e che non teme il confronto con generi che appartengono più all’immaginario internazionale che a quello nostrano. Il Ragazzo Invisibile Seconda Generazione è quindi per il regista una nuova occasione per mettere in piedi un’opera che sia diffusa oltre i confini nazionali.

Michele è cresciuto, ora ha sedici anni. Nessuno si ricorda dell’impresa eroica che ha compiuto anni prima. Da solo e senza nemmeno la presenza della madre adottiva, Michele è sempre più arrabbiato ed infelice. Le cose cambiano quando nella sua vita, sempre più in bilico, arriva Natasha e Yelena, rispettivamente la sorella e la madre naturale di Michele.

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Il Ragazzo Invisibile Seconda Generazione recensione del sequel

Il Ragazzo Invisibile Seconda Generazione (qui il resoconto della conferenza stampa di presentazione) è un film decisamente più complesso del primo capitolo. Viene abbandonata la linearità sia strutturale sia tematica che avevano caratterizzato il film precedente, per seguire una via decisamente più coraggiosa ed intrigante. Strutturalmente, infatti, la pellicola di Salvatores si sviluppa come una sorta di giallo, in cui alcuni dettagli delle vicende narrate e della vita emotiva del protagonista vengono svelati un po’ per volta, con l’utilizzo di numerosi flashback.

Il Ragazzo Invisibile Seconda Generazione è però un film riuscito a metà. La prima parte ha degli elementi estremamente interessanti. Gli autori riescono a sviluppare molto bene la dimensione sentimentale di Michele (interpretato da Ludovico Girardello); soprattutto riescono a descrivere in maniera avvincente i legami famigliari che stringono Michele, Natasha e Yelena.

Poi però l’ultima parte diventa un film di supereroi senza alcuno spessore, in cui i personaggi ben descritti inizialmente optano per scelte che li appiattiscono in una dimensione bidimensionale, caratteristica di quei primi fumetti di supereroi in cui il cattivo è solo un nemico funzionale.

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Da lodare l’ottima cura tecnica e gli effetti speciali, che non fanno sfigurare il film accanto ai colossi più blasonati. Nonostante tutto, Il Ragazzo Invisibile Seconda Generazione, seppur con i suoi difetti, è un film che fa bene al cinema italiano, poiché si prefigura come un’affermazione di come alcune restrizioni possano essere in realtà delle splendide opportunità.

Redazione
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