mercoledì, Settembre 11, 2024
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Il Permesso – 48 Ore Fuori, recensione del film di Claudio Amendola

Il Permesso – 48 Ore Fuori è il nuovo film diretto da Claudio Amendola che, dopo la felice esperienza sul set della precedente commedia La Mossa del Pinguino, sceglie di ricoprire un duplice ruolo (regista e attore) tornando alla sua vera passione originaria: i generi, e in particolare il noir nudo e crudo, cattivo e sporco che si dipana attraverso le strade anguste di una metropoli caotica come Roma.

Scegliendo la Capitale come location privilegiata, Amendola si avvale di un soggetto e di una sceneggiatura scritte da Giancarlo De Cataldo e Roberto Jannone, storici collaboratori dai tempi de La Squadra prima di approdare ai felici risultati di Romanzo Criminale e Suburra.

E proprio con il film di Sollima Il Permesso sembra avere l’eredità visiva e tematica più forte, a prescindere dalla matrice comune che li ha creati e a partire dagli spunti forniti dalla realtà stessa, quella realtà criminale che De Cataldo (magistrato in tempi non sospetti prima che scrittore e sceneggiatore) ben conosce e sa raccontare.

A quattro detenuti del carcere di Civitavecchia viene concesso un permesso di 48 ore: per Luigi, Donato, Angelo e Rossana sarà l’unica buona occasione per correggere gli errori commessi nel passato, provare a conquistare la tanto agognata redenzione attraverso l’espiazione, cercando di cambiare la piega degli eventi solo nel giro di due giorni.

Quattro storie che si sfiorano, si toccano e convergono, unite dal sottile fil rouge del carcere: quattro storie di perdizione, dannazione, redenzione ed espiazione, storie di banale criminalità, ben lontane dai fasti celebrativi dei vari “cattivi” descritti in Romanzo Criminale, Gomorra o Suburra.

I detenuti di Amendola (e della coppia De Cataldo-Jannone) sono anime smarrite nel cuore della tormenta, alla ricerca di un proprio posto nel mondo ma soprattutto pronte a sacrificarsi ad ogni costo pur di recuperare quel tempo perduto dietro ad inutili scelte sbagliate.

L’Amendola regista e attore si dimostra versatile in entrambi i ruoli: forte delle lezioni (di vita) apprese sul set, lavorando sempre a stretto contatto con i generi, è riuscito ad abbozzare una personale cifra stilistica affascinante e pura, nuda e cruda come il linguaggio del noir che sceglie di affrontare e raccontare.

La fotografia è bidimensionale e priva di patina, il mare di Pescara immortalato è struggente e malinconico, su Civitavecchia batte il sole a picco e lo spaccato umano e urbano che restituisce – grazie all’apporto del comparto tecnico – è disperato ed alienante.

Il Permesso – 48 Ore Fuori è una raccolta di quattro, piccole e personali, storie di redenzione, cronache di poveri diavoli alle prese con la speranza in un cambiamento, con la possibilità che, 48 ore di restituita libertà, possano fornire loro l’occasione per cercare il grande riscatto.

Ogni personaggio cerca di pagare i propri debiti e di salvare ciò che di buono è rimasto, nonostante il carcere: l’amore, in tutte le sue forme, che anche declinato con violenza, rabbia, illegalità o amoralità, permette a Donato, Luigi, Angelo e Rossana di non perdere quel briciolo di umanità che permette loro di sopravvivere.

Guarda il trailer ufficiale de Il Permesso – 48 Ore Fuori

Ludovica Ottaviani
Ludovica Ottaviani
Imbrattatrice di sudate carte a tempo perso, irrimediabilmente innamorata della settima arte da sempre | Film del cuore: Lo Chiamavano Jeeg Robot | Il più grande regista: Quentin Tarantino | Attore preferito: Gary Oldman | La citazione più bella: "Le parole più belle al mondo non sono Ti Amo, ma È Benigno." (Il Dormiglione)

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