Il Mistero di Donald C. è il film drammatico con protagonisti i Premi Oscar Colin Firth e Rachel Weisz diretti da James Marsh, il regista che si era già cimentato nell’impresa di raccontare vite straordinarie al cinema con la sua precedente fatica, il film nominato agli Academy Awards La Teoria del Tutto.
Per il suo nuovo film, Marsh abbandona solo in parte le atmosfere del biopic sullo scienziato Stephen Hawking: anche qui a essere protagonista è una storia vera straordinaria perché unica; una vicenda che si snoda sullo sfondo dell’Inghilterra del “Secolo Breve”, narrando un amore straordinario travolto dagli eventi e dal destino.
Ne Il Mistero di Donald C. viene raccontata la storia vera di Donald Crowhurst (Firth), velista amatoriale che partecipò alla Golden Globe Race del Sunday Times nel 1968 con la speranza di diventare il primo uomo al mondo a circumnavigare il globo in solitaria, senza mai toccare terra.
Con una barca non completamente pronta e accessoriata, la propria casa ipotecata per saldare i debiti e perfino il proprio lavoro a rischio, Donald lascia la moglie Clare (Weisz) e i loro figli imbarcandosi, non senza esitazioni, in una titanica impresa a bordo del suo trimarano. La sua storia, la cronaca della pericolosa navigazione in solitaria e l’elenco delle difficoltà da lui affrontate durante il viaggio, mentre si trovava lontano dalla sua famiglia, rimangono ancora un mistero.
Il Mistero di Donald C. recensione del film con Colin Firth e Rachel Weisz
Il Mistero di Donald C. (qui il trailer italiano ufficiale) è un film curioso quanto atipico: con il cinema classico, più tradizionalista, condivide un certo gusto estetizzante e il ritmo, pacato e rassicurante pur nella propria tragicità incombente; ma la vera sorpresa è il suo legame con il cinema moderno, con quel particolare gusto dei cineasti odierni per la narrazione degli sconfitti.
“Gli sconfitti”, “i vinti”, coloro che rimangono vittime delle macchinazioni crudeli del Destino e del Fato, hanno calamitato l’attenzione dei cineasti negli ultimi anni, riflettendo forse quel clima di generale indeterminatezza che domina il XXI Secolo.
Donald C. è un uomo misterioso, mosso da motivazioni insondabili come le profondità dell’oceano stesso: nessuno storicamente sa per quale ragioni ha deciso di solcare il mare può essendo male equipaggiato. Per tale motivo Marsh prova, con Il Mistero di Donald C., a dare una risposta mainstream a un grande mistero della pop culture britannica.
Donald C. è il prototipo dell’uomo che, mosso dalla fame atavica di conoscenza e avventura, si lancia in un’impresa titanica, pronto a sfidare il Destino stesso; come nella migliore tradizione tragica greca, la sua tracotanza – la Hybris – viene punita dagli Dei, nel solco di un novello Prometeo.
Firth è la colonna portante di questo film, con il suo mix inquieto di rassicurante eleganza e tormento visionario; ma Rachel Weisz, nei panni della moglie, è il cuore del progetto, pronta a mettere al servizio della storia (vera) narrata da Marsh il proprio sguardo paziente, carico di un dolore antico.
Ne Il Mistero di Donald C. un uomo solo torna a sfidare la natura in una crudele partita che ha in palio la posta più alta; non curante della solitudine e del rischio di impazzire, sceglie fino in fondo di scommettere sempre di più, conscio di un’unica certezza: che i propri sogni sono più forti di qualsiasi, ineluttabile, prova.