Il Mistero della Casa del Tempo è il nuovo film diretto da Eli Roth, pupillo di Quentin Tarantino che abbandona per un momento il proprio stile gore/pulp/splatter per dedicarsi a un progetto mainstream, un fantasy tratto dall’omonimo libro per ragazzi scritto da John Bellairs con illustrazioni di Edward Gorey.
Protagonisti del film sono Jack Black, il giovane Owen Vaccaro, Kyle MacLachlan (feticcio di David Lynch), Colleen Camp, Renée Elise Goldsberry, Vanessa Anne Williams, Sunny Suljice e ovviamente la splendida Cate Blanchett, grande protagonista – insieme al film stesso – della seconda giornata della tredicesima edizione della Festa del Cinema di Roma.
Il film ruota intorno al piccolo Lewis Barnavelt (Vaccaro), ragazzino di dieci anni rimasto orfano dopo la perdita dei genitori in un grave incidente d’auto. Lewis si trasferisce così a vivere con lo zio, l’eccentrico Jonathan (Black), che vive in una piccola cittadina del Michigan, New Zebedee. Molto presto, dopo aver scoperto che sia lo zio che la sua vicina Florence Zimmerman (Blanchett) non sono davvero chi dicono di essere, il ragazzino si ritroverà catapultato in un mondo pieno di magie, pericoli e rischi che dovrà affrontare e nel quale troverà un misterioso orologio nei muri della casa dove vivono che sembra avere il potere di cambiare il destino del mondo.
Il Mistero della Casa del Tempo si può considerare un fantasy a 360°: guardandolo ci si dimentica dei “precedenti audiovisivi” di Roth (come non citare Cabin Fever, Hostel o Green Inferno?), il cui stile qui si avvicina piuttosto al gusto visivo del Tim Burton di Alice in Wonderland, quello stemperato dal clima Disney, sinistro ma allo stesso tempo rassicurante e giocoso; i tocchi dark disseminati nel film non spaventano ma accolgono, creando un ponte-transfert tra lo spettatore adulto e il piccolo Lewis.
La narrazione del film è archetipica quanto scontata per certi versi, soprattutto se letto alla luce degli anni ’00, dove tante, troppe storie sono già state raccontate: l’arco narrativo di Lewis, il piccolo protagonista, risponde al classico cliché da romanzo di formazione, dove la vera sfida non è da cercare “fuori” ma in se stessi, e le vicende che si susseguono sullo schermo finisco per concludersi con la vittoria più grande: la conquista dell’autoconsapevolezza.
Il Mistero della Casa del Tempo è un prodotto per famiglie, capace d’intrattenere toccando tutte le corde necessarie per la riuscita di un film: c’è l’elemento magico, il viaggio di formazione del (piccolo) eroe protagonista, due protagonisti/comprimari d’autore come Jack Black e Cate Blanchett: un comico di razza e una delle ultime dive di Hollywood si contendono la scena a colpi di battute salaci, dimostrando come anche la sceneggiatura del film sia scritta puntando più alla qualità che alla quantità.
Per quanto il film sia destinato esplicitamente a un pubblico molto giovane, va considerato il fatto che con molta probabilità a fruire della visione di quest’ultimo saranno anche i genitori, accompagnatori ormai adulti e abituati ad anni di cinema fantasy (dalle alterne fortune): forse per il lungometraggio di Roth sarà difficile proprio persuadere questa porzione di spettatori, considerando che l’universo evocato dal film non ha la stessa forza e la struttura solida di cult generazionali molto recenti come la saga di Harry Potter o la trilogia de Il Signore degli Anelli.
Ma, nonostante ogni elemento sia al posto giusto nel film di Roth, con una produzione alle spalle capace di radunare una squadra di fuoriclasse, Il Mistero della Casa del Tempo (qui il trailer italiano ufficiale) non convince tuttavia fino in fondo, apparendo piuttosto come una fulgida stella brillante ma senz’anima, effimero e distante in un cielo fisso dove forse manca davvero quel certo guizzo di stravagante magia.