Nell’acceso dibattito su Hollywood e il declino della sua creatività, sempre più in balia ormai di remake, sequel e reboot, Antoine Fuqua sembra infischiarsene altamente delle critiche e del diffuso malcontento di puristi e nostalgici. Questo perché il regista di Trainig Day e The Equalizer – Il vendicatore sa bene come soddisfare le esigenze del pubblico da blockbuster, e gran parte della sua filmografia ne è – in tal senso – un esempio lampante.
Anche questo nuovo I Magnifici 7, remake di uno dei più celebri western della storia del cinema diretto nel 1960 da John Sturges, risponde a un bisogno di intrattenimento frivolo e leggero che, nonostante l’apparente inutilità alla base del progetto (basti pensare che anche il film originale era a sua volta un rifacimento), risulta abile e convincente grazie ad un serie di elementi ben congeniati tra loro che raramente stridono.
Lo mano greve e lo sguardo rude di Fuqua questa volta si adagiano su una sceneggiatura – opera di Nic Pizzolatto (la serie tv True Detective) – lineare ma stracolma di dialoghi arguti che conferiscono a questi Magnifici fascino travolgente e spirito contagioso, complice anche la diversità razziale del gruppo che accoglie non solo americani (Denzel Washington, Chris Pratt, Ethan Hawke e Vincent D’Onofrio), ma anche asiatici (Lee Byung-hun), ispanici (Manuel Garcia-Rulfo) e afroamericani (Martin Sensmeier).
A questo improvvisato ma irresistibile ensemble di pistoleri – a cui regia e sceneggiatura regalano il giusto spazio senza che la storia e le motivazioni di uno prevalgano sull’altro -, si aggiunge un altrettanto affascinante e a tratti irriconoscibile Peter Sarsgaard nei panni del villain di turno, crudele e spietato al punto giusto.
Non mancano l’azione, il sangue (senza mai sconfinare nel cruento) e perfino il citazionismo nei confronti di un genere che Antoine Fuqua non stravolge né reinventa, ma semplicemente si limita ad omaggiare fedelmente, realizzando un popcorn movie sfacciato e rumoroso che sacrifica la profondità in nome della vivacità, per 132 minuti di assoluto divertimento che volano via come il vento.