Un gustoso – e mostruoso – ritorno all’efficacissimo tema della pochade per Hotel Transylvania – Uno scambio mostruoso (Hotel Transylvania: Transformania), quarto capitolo dedicato alla cricca di creature dell’orrore più famose di cinema e letteratura. Per la prima volta la regia non è affidata al padre putativo della serie Genndy Tartakovsky, creatore di successi quali Le Superchicche (1998-2005), Samurai Jack (2001-2017) e Il laboratorio di Dexter (1996-2003), ma alla coppia Jennifer Kluska e Derek Drymon, con l’uscita prevista su Prime Video per il prossimo 14 gennaio.
Hotel Transylvania – Uno scambio mostruoso riprende le fila del terzo paragrafo della saga, Una vacanza mostruosa, in cui l’irrequieto Drac (Claudio Bisio nella versione italiana, Adam Sandler per quella inglese) trova finalmente una nuova compagna durante una crociera regalatagli dalla figlia Mavis (Cristiana Capotondi/Selena Gomez). Ora è tempo per il Principe delle Tenebre di lasciare il famigerato Hotel nella mani della preziosa figlioletta pur nutrendo qualche dubbio sulla effettiva “non mostruosità” dello sbadato cognato Jonathan (Davide Perino/Andy Samberg). Così facendo il ragazzo si rivolge a Van Helsing usando su di sé il Raggio Mostrificante che rende gli umani dei mostri e viceversa. Perciò, in una serie di rocambolesche coincidenze, Drac, Frankenstein, Wayne, Griffin e Murray si troveranno a dover affrontare una parte della loro esistenza in veste umana.
Finalmente il filone di Hotel Transylvania torna a riprendere fiato e a riscoprire i suoi vecchi fasti dopo le digressioni meno felici del secondo e in parte del terzo lungometraggio. Il tema così caro al teatro e alla cinematografia dei primordi quale lo scambio di ruoli dona al film una carica vitale maggiore, ma soprattutto una quantità di gag molto più fresche e stuzzicanti rispetto alle occasioni precedenti.
Il vero divertimento infatti, fulcro dell’intera vicenda, si rifà al nuovo apparato visivo derivante dalla ritrovata umanità dei mostri protagonisti: un Drac senza poteri e dimostrante tutta la sua veneranda età, un Frankenstein stranamente fotomodello per non parlare di un vecchio faraone, di un every-man scalzo ma con la cravatta e di un uomo invisibile stranamente visibile. Unica pecca, il finale un po’ tirato e la solita metodologia da insegnamento moraleggiante – mettersi nei panni degli altri per capirne il carattere, dire la verità, aiutarsi l’un l’altro, etc. – che, sottolineata in maniera così forte, scarnifica gli esuberanti tentativi modulati nell’incipit del lungometraggio.
Pur non sganciandosi totalmente da una idea di target molto molto giovanile, Hotel Transylvania – Uno scambio mostruoso ha tutta la vivacità e l’efficacia di una pochade – eliminandone tutto il sostrato poco virtuoso, beninteso -, una commedia brillante adatta al pubblico giovane e adulto.