lunedì, Settembre 25, 2023
HomeRecensioniGiù le Mani dalle Nostre Figlie recensione della commedia con John Cena

Giù le Mani dalle Nostre Figlie recensione della commedia con John Cena

Giù le Mani dalle Nostre Figlie – in originale Blockers – è il titolo della commedia americana diretta da Kay Cannon, già sceneggiatrice e artefice del piccolo, grande, caso cinematografico di Pitch Perfect.

Qui la Cannon si limita a collocarsi dietro la macchina da presa, affidando la sceneggiatura a Jon Hurwitz, Brian Kehoe, Eben Russell, Hayden Schlossberg, Jim Kehoe e il timone produttivo ai veterani Seth Rogen, Evan Goldberg, James Weaver, Jon Hurwitz, Hayden Schlossberg e Chris Fenton. 

Il risultato è una commedia brillante sull’eterno conflitto generazionale tra genitori e figli, aggiornato ai moderni tempi dei millennials, dei gruppi di whatsapp, dei “riti di passaggio” da adolescenti verso l’età adulta e delle emoji dal significato nascosto.

giù le mani dalle nostre figlie

Julie, Kayla e Sam (Kathryn Newton, Geraldine Viswanathan, Gideon Adlon) sono tre adolescenti pronte ad affrontare il rito di passaggio per eccellenza d’ogni adolescente medio americano: il ballo di fine anno, che segna uno spartiacque tra l’età adulta e i sogni dell’infanzia.

Per rendere indimenticabile questa notte, le ragazze decidono di stringere un patto: cercheranno di perdere tutte e tre la verginità, per ricordare un giorno questo momento. Ma quando i loro genitori – rispettivamente l’apprensiva madre Lisa (Leslie Mann), il padre iper-protettivo Mitchell (John Cena) e il padre scapestrato Hunter (Ike Barinholtz) – scoprono accidentalmente il loro piano, cercheranno di sabotarlo ad ogni costo.

Giù le Mani dalle Nostre Figlie recensione della commedia con John Cena

Giù le Mani dalle Nostre Figlie, a dispetto dell’ottimo riscontro di pubblico e critica statunitense, appare agli occhi di uno spettatore medio italiano come un prodotto incompleto: il tentativo della Cannon è di raccontare con sguardo brillante e acuto il divario eterno tra genitori e figli, che è però capace di superare ogni ostacolo nonostante le insanabili differenze. Eppure, a parte le rassicuranti premesse di partenza, il risultato è altalenante e caotico, lontano dagli standard tradizionali ai quali ci ha abituato la commedia statunitense.

Rispetto ad altre commedie appartenenti allo stesso genere, Giù le Mani dalle Nostre Figlie è privo di quel carattere brillante e di quella buona scrittura che spesso caratterizza operazioni del genere nel mercato audiovisivo; la sceneggiatura alterna momenti di banalità a pericolose cadute di stile, attimi di puro imbarazzo che invece di provocare, nello spettatore, la risata lo costringono a una silenziosa fuga verso il pavimento della sala cinematografica.

La Cannon, forse più portata come sceneggiatrice che come regista di un film che non le appartiene troppo, si affida alla forza del filone demenziale, che ha sempre fatto grandi proseliti in patria; ma far leva solo su questo elemento rivela tutta la fragilità della struttura, finendo così per realizzare uno dei film più fiacchi della stagione, che strappa poche risate a discapito di qualche sogghigno, creando un baratro tra generazioni che sembra sempre più incolmabile.

I giovani millenials diciottenni mostrati nel film dipendono sempre più dai loro smartphone, che ne determinano comportamenti, scelte e linguaggi. I genitori, dal canto loro, sembrano pesci fuor d’acqua smarriti e coinvolti in un piano folle quanto esile, effimero, inutile nelle sue stesse premesse.

Gli attori – alcuni dei quali affermati volti della nuova comicità a stelle e strisce, come l’attrice Leslie Mann – svolgono bene il proprio compito rispettando tempi e ritmi della commedia. Se la cava perfino il mastodontico John Cena, ex wrestler, qui calato nei panni di un sensibile (e apprensivo) papà alle prese con l’ingestibile crescita della figlia adolescente, immortalata nel delicato passaggio da ragazzina a donna. Cena, per non essere né un attore né tantomeno un comico, ha la faccia giusta e quella costante espressione fuori luogo nella quale ogni spettatore può specchiarsi, per la durata di 102 minuti.

Ludovica Ottaviani
Ludovica Ottaviani
Imbrattatrice di sudate carte a tempo perso, irrimediabilmente innamorata della settima arte da sempre | Film del cuore: Lo Chiamavano Jeeg Robot | Il più grande regista: Quentin Tarantino | Attore preferito: Gary Oldman | La citazione più bella: "Le parole più belle al mondo non sono Ti Amo, ma È Benigno." (Il Dormiglione)

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

RECENTI

- Advertisment -