venerdì, Marzo 31, 2023
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Free Fire recensione del film con Brie Larson e Armie Hammer

Presentato in anteprima alla 41^ edizione del Toronto International Film Festival, Free Fire di Ben Wheatley sta per arrivare nelle sale italiane, portando con sé, oltre ad un cast brillante e ben armonizzato, una buona dose di adrenalina e una manciata di umorismo dal sapore britannico.

Trascinando lo spettatore in un turbinio di personaggi, la storia segue l’incontro di due gruppi dediti al traffico d’armi che, in una notte qualsiasi all’imbrunire degli anni Settanta, si incontrano in un edificio isolato per concludere una transazione. Una precedente incomprensione tra due membri dei clan mina tuttavia i rapporti commerciali e, in un crescendo di violenza, si sfocia rapidamente in una letale sparatoria.

Free Fire sta per arrivare nelle sale italiane, portando con sé, oltre ad un cast brillante e ben armonizzato, una buona dose di adrenalina e una manciata di umorismo dal sapore britannico

Giocando con una messinscena squisitamente teatrale e una rappresentazione della morte debitrice di Quentin Tarantino, Free Fire (qui il trailer italiano ufficiale) si delinea fin da subito come un film circoscritto negli spazi, nei tempi e nelle azioni. Non poggiando su una vera narrazione, il lungometraggio di Wheatley conquista infatti per la scelta di non dilungarsi nell’indagine di cause o di conseguenze, preferendo al contrario mostrare un semplice – seppur non semplicistico – spaccato di furia umana.

Anche lo spirito da black comedy travolge il pubblico grazie alla sua irriverenza, smorzando egregiamente toni che altrimenti avrebbero condotto al più banale dramma. Soprattutto i confronti tra i vari protagonisti presuppongo una comica inverosimiglianza, paradossalmente funzionale in un contesto che si insinua nelle crepe dell’assurdità quotidiana.

free fire

Free Fire recensione del film con Brie Larson e Armie Hammer

Il tocco di Ben Wheatley è di certo fondamentale nell’unione di questi due generi diversi ma spesso speculari. Fondendo perfettamente escamotage antitetici, il cineasta inglese è pertanto riuscito a creare un connubio di elementi forte e coeso: nonostante si pecchi di coinvolgimento in certi frangenti, l’assenza di trama è compensata da ponderate soluzioni espressive.

Divertimento e ritmo sono inoltre merito del variegato ensemble di personaggi che si susseguono sulla scena. Il vero punto di forza è prima di ogni altra cosa rintracciabile nella coralità, che permette a figure diverse di interagire, restituendo un senso di perfetta coesione anche nei momenti di conflitto.

Giocando con una messinscena squisitamente teatrale e una rappresentazione della morte debitrice di Tarantino, Free Fire si delinea come un film circoscritto negli spazi, nei tempi e nelle azioni

Parallelamente, non mancato tuttavia alcune figure di spicco. Brie Larson, attrice premio Oscar per Room e prossima Captain Marvel, riesce ad esempio a destreggiarsi con maestria in un cast quasi totalmente maschile, dando vita ad una femme fatale contemporaneamente limpida e ambigua. Armie Hammer, lanciatissimo grazie all’attesissimo Chiamami Col Tuo Nome, rilegge invece l’archetipo del gentleman inglese, declinandolo in questo caso come un affascinante e spietato killer.

Degni di un particolare encomio sono infine alcuni accorgimenti tecnici: la fotografia, curata da Laurie Rose, colpisce per la parvenza vintage che la caratterizza mentre i costumi, coordinati da Nicky Barron, intrecciano perfettamente lo stile disco con una coscienza più moderna della moda.

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Gabriele Landrini
Gabriele Landrini
Perché il cinema non è solo un'arte, è uno stile di vita | Film del cuore: Gli Uccelli | Il più grande regista: Alfred Hitchcock | Attore preferito: Marcello Mastroianni | La citazione più bella: "Vorrei non amarti o amarti molto meglio." (L'Eclisse)

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