Franca Chaos and Creation è il titolo completo dell’affascinante docufilm evento diretto da Francesco Carrozzini, figlio della compianta Franca Sozzani (scomparsa prematuramente lo scorso 22 dicembre 2016 dopo una lunga malattia), qui al suo esordio dietro la macchina da presa con un lungometraggio già premiato con un Nastro d’Argento speciale.
Il documentario approderà nelle sale italiane solo per tre giorni a partire dal prossimo 25, 26 e 27 settembre, pronto per il suo debutto davanti al grande pubblico dopo il successo riscontrato durante la precedente edizione del Festival del cinema di Venezia (la 73esima) e la calorosa accoglienza nel mondo social, mentre cresce l’attesa nei confronti della distribuzione on demand che verrà affidata a Netflix, Amazon e i Tunes.
Il ritratto che regala Carrozzini è quello di una donna costantemente ostinata e contraria, capace di sfidare i concetti secolari di moda e tradizione
Questi elementi dimostrano come non sia solo il mondo della moda mondiale ad avvertire la mancanza della figura carismatica di Franca Sozzani, ma anche chi l’aveva conosciuta attraverso le pagine di Vogue Italia, tramite quei servizi fotografici provocatori capaci di osare laddove nessuno aveva mai tentato, nel territorio patinato del glam, della futilità delle mode transitorie e dell’ostentazione del lusso.
Il ritratto che regala Carrozzini, attraverso testimonianze dirette della madre, interviste ad amici, conoscenti e colleghi è quello di una donna costantemente ostinata e contraria, capace di sfidare i concetti secolari di moda e tradizione, avviando una vera e propria rivoluzione dei costumi; una donna forte, ribelle, ironica e caparbia, capace di credere nei sogni alimentandoli costantemente con l’immaginazione, la “benzina forte” che permette di tenerli in vita rendendoli capaci di restare inalterati perfino davanti agli attacchi esterni della quotidianità e del tempo.
Franca Chaos and Creation recensione del docufilm su Franca Sozzani
Il docufilm Franca Chaos and Creation (qui il trailer ufficiale) nasce da una profonda esigenza maturata da Francesco Carrozzini in seguito alla morte di suo padre: non avendo avuto l’opportunità di conoscerlo bene fino in fondo finché era in vita, ha deciso di raccogliere la testimonianza diretta di sua madre, Franca, a proposito degli ultimi 26 anni passati dalla donna al timone di Vogue Italia in veste di controverso direttore.
Tra interviste e ricordi, frammenti del passato e squarci sul futuro, contributi diretti di nomi importanti della moda e dello star sistem come Donatella Versace, Bruce Weber, Karl Lagerfeld, Baz Luhrmann, Courtney Love, Peter Lindbergh e tanti altri, Carrozzini costruisce un articolato mosaico di donna mostrando, al tempo stesso, il lato pubblico e privato della Sozzani: da una parte la Franca attiva nel mondo del lavoro, una vincente capace di attraversare a testa alta qualunque difficoltà forte della propria ostinazione e del proprio genio; dall’altra la Franca madre, legata a doppio filo con suo figlio, tessendo in tal modo la sotto-trama di una complessa “storia di noi due”, come spesso viene ribadito nel corso del documentario.
Carrozzini costruisce un articolato mosaico di donna mostrando, al tempo stesso, il lato pubblico e privato della Sozzani
È proprio il lato privato della donna a stupire, forse perché è quello meno noto e più inesplorato, lasciato da sempre ai margini delle copertine e lontano dalle luci della ribalta: il ritratto finale ha un taglio fotografico, pop nel senso artistico del termine, come un’avanguardistica opera di Wharol; le immagini alternano la staticità sospesa delle interviste rubate sul sedile posteriore di un’auto, ai filmini di famiglia in Super8, all’eccesso rutilante di colore, forma e dinamismo futurista dei ricordi della giovinezza divisa tra Inghilterra e Stati Uniti, all’incontro con Vogue, fino al posto di comando e alla nascita della stagione più bella, che ha contribuito a trasformare la percezione della moda nella coda di stampa del Secolo Breve.
In Franca Chaos and Creation c’è il colore, l’eccesso, l’opulenza ostentata delle sfilate e dei servizi fotografici, ma anche il loro lato più impegnato: scioccare per sensibilizzare, mantenere sempre viva una narrazione dietro le immagini. E Carrozzini sembra aver sposato completamente questa filosofia così cara a sua madre, alternando la potenza delle immagini in un caleidoscopico collage che ricorda i frammenti della Nouvelle Vague, l’unico modo possibile per raccontare l’avventura di una vita nella propria straordinaria semplicità.
Franca Sozzani era allo stesso tempo “chaos” e “creation”, come ricorda il fotografo Bruce Weber paragonandola a una foto di Salvador Dalì in compagnia di un rinoceronte: come i surrealisti, Franca credeva nella potenza dei sogni e nell’Arte del Sogno, un fuoco sacro che manteneva vivo con le sue splendide illusioni di carta patinata.