mercoledì, Settembre 11, 2024
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Fair Play, recensione del thriller erotico con Phoebe Dynevor e Alden Ehrenreich

La recensione di Fair Play, thriller erotico interpretato da Phoebe Dynevor e Alden Ehrenreich. Disponibile su Netflix dal 6 ottobre.

Piazzatosi direttamente al numero 1 dalla Top 10 dei film più visti su Netflix, Fair Play è un thriller erotico che racconta la strana ed oscura relazione tra Luke (Alden Ehrenreich) ed Emily (Phoebe Dynevor). I due ragazzi sono insieme da un paio di anni, convivono in un appartamento di New York e lavorano nello stesso ufficio, un’importante azienda di investimenti. Ma pur essendo molto affiatati, tanto da essere in procinto di sposarsi, sul posto di lavoro sembrano quasi due perfetti sconosciuti: nessuno è a conoscenza della loro storia e questo perché le regole interne dell’azienda vietano relazioni tra dipendenti.

Tutto sembra funzionare, finché il loro capo Campbell (interpretato dal bravissimo Eddie Marsan) decide di promuovere Emily e di affidarle il ruolo a cui da tempo Luke aspirava. Il loro rapporto inizierà a sgretolarsi, trasformandosi lentamente e disastrosamente in un amore tossico, in cui Luke – sentendosi impotente ed inferiore rispetto alla sua futura moglie – perderà sempre più il controllo delle sue emozioni. Non riuscendo ad accettare il successo di Emily cercherà, infatti, di svilirla ad ogni occasione, tanto da sospettare ed insinuare che la sua promozione sia dovuta non alle sue capacità, quanto piuttosto all’essere donna.

La dinamica del rapporto uomo/donna

In una società in cui la dinamica del rapporto uomo/donna è continuamente messe a dura prova nelle coppie cosi come negli ambienti lavorativi, Fair Play fa assolutamente centro,  con una sceneggiatura forte e stabile, dialoghi intensi e ben scritti e due interpretazioni davvero notevoli. A livello narrativo, il delirante crescendo della pellicola mostrerà allo spettatore quanto sia difficile per una donna mostrare il suo valore senza passare dall’aspetto fisico e dai giudizi dell’uomo, a maggior ragione in un ambiente prevalentemente maschile (Emily è l’unica donna che lavora nell’azienda).

Il successo di Emily diventa una minaccia per Luke, in un ribaltamento dei cosiddetti giochi di potere che l’uomo non riesce ad accettare e che lo porterà sempre più al delirio, mostrando alla ragazza il suo profondo maschilismo. Il tutto culminerà in una scena – verso il finale – che farà uscire tutto il sessismo e allo stesso tempo tutta la debolezza mentale di Luke, che potrà sopraffare la donna (che fino a poco tempo prima era deciso a sposare) nell’unico modo a lui possibile, ovvero fisicamente.

Fair Play. Alden Ehrenreich as Luke in Fair Play. Cr. Courtesy of Netflix

Quello che viene da chiedersi è: e se fosse stato Luke ad ottenere la promozione? Perché il punto centrale della pellicola è proprio questo: Emily ottiene il ruolo, è felice, è sicura di se stessa, l’uomo che ama le ha chiesto solo pochi giorni prima di sposarlo, cercando in tutti i di aiutarlo e di spronarlo per fargli ottenere un ruolo di maggiore rilievo all’interno dell’azienda. Ma se fosse stato Luke al suo posto? Probabilmente, non sarebbe cambiato nulla: Emily avrebbe continuato a lavorare e ad amare il suo fidanzato, e non avrebbe mai insinuato nessun dubbio in merito alla sua promozione.

Sostituire la vittima con il carnefice

Fair Play, diretto da Chloe Domont (al suo primo lungometraggio) è stato presentato all’ultima edizione del Sundance Film Festival, dove ha riscosso subito pareri estremamente positivi. La tematica affrontata è sicuramente importante e fa riflettere su un grande problema della società attuale, talmente radicato da essere considerato normalità. Domont non punta alla vendetta della donna sull’uomo, né al voler dimostrare la sua superiorità; l’intento della regista è mostrare la banalità di alcune situazioni e – soprattutto – la difficoltà di un uomo nell’accettare tanto la sua fragilità quanto il fatto che il potere può essere femminile. Ed è proprio qui che risiede la chiave del successo della pellicola….

In un finale che sembrerebbe già scritto, la regista cambia le carte in tavola, sostituisce la vittima con il carnefice e lascia lo spettatore spiazzato, dopo un intenso scambio di battute tra i due protagonisti in cui finalmente Luke riuscirà ad ammettere i suoi errori.

Guarda il trailer ufficiale di Fair Play

GIUDIZIO COMPLESSIVO

In una società in cui la dinamica del rapporto uomo/donna è continuamente messe a dura prova nelle coppie cosi come negli ambienti lavorativi, Fair Play fa assolutamente centro,  con una sceneggiatura forte e stabile, dialoghi intensi e ben scritti e due interpretazioni davvero notevoli.

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