L’esplorazione dello spazio sconosciuto ha sempre affascinato l’umanità, sia prima dello storico allunaggio, avvenuto il 20 luglio 1969, che dell’impresa del cosmonauta Jurij Gagarin, questa datata 12 aprile 1961. La fascinazione di volare tra le stelle è probabilmente sempre stata insita nell’uomo, sin da quando ha posato per la prima volta i suoi occhi di creatura primitiva sul brillante cielo notturno. Un desiderio che ha invaso la nostra immaginazione generando capolavori letterari, come Dalla Terra alla Luna di Jules Verne, e arrivando anche a manifestarsi nella settima arte, ad esempio nell’iconico Viaggio nella Luna del visionario Georges Méliès. Proprio questa suggestione fa da sfondo a Estraneo a bordo, thriller fantascientifico disponibile dal 22 aprile sulla piattaforma Netflix.
Estraneo a bordo è l’opera seconda del brasiliano Joe Penna, personaggio nato come youtuber – il suo account MysteryGuitarMan, incentrato principalmente sulle sue simpatiche performance musicali, è diventato nel 2011 il canale YouTube brasiliano con più iscritti – e in seguito passato al ruolo di regista, prima in vari progetti sperimentali e spot, per poi approdare al grande schermo. Il primo film diretto da questo giovane autore, dal percorso professionale sicuramente insolito, è stato Arctic, uscito nel 2018. La pellicola, in gara per il premio Caméra d’or a Cannes, segue la lotta per la sopravvivenza di un uomo (Mads Mikkelsen), il cui aereo è sfortunatamente precipitato in mezzo al circolo polare artico. Un’opera che ha da subito mostrato la propensione del brasiliano per il thrilling e per la componente survival, entrambi aspetti presenti anche in questo Estraneo a bordo.
La trama del film distribuito da Netflix si focalizza su una missione spaziale diretta su Marte, il cui equipaggio è composto da sole tre persone: il capitano Marina Barnett (Toni Collette), il biologo David Kim (Daniel Dae Kim) e il medico Zoe Levenson (Anna Kendrick). Il terzetto si ritroverà alle prese con un quarto incomodo: Michael (Shamier Anderson), uno degli addetti al lancio, rimasto sulla navetta per errore. Diversi problemi porteranno ad un calo drastico della riserva di ossigeno, costringendo l’equipaggio a meditare anche soluzioni mostruosamente disperate.
Il setting fantascientifico di Estraneo a bordo ci porta in quello che sembrerebbe un futuro prossimo, con una tecnologia non troppo lontana da quella del nostro presente. Un’estetica che potremmo definire “NASA”, sposata anche da pellicole recenti come Gravity, Interstellar e Sopravvissuto – The Martian. Aspettatevi quindi navette più vicine ai nostri “modesti” shuttle, non vascelli spaziali eccessivamente futuribili, e tute spaziali ingombranti, lontane dai respiratori di piccole dimensioni degli universi di Star Wars e Guardiani della Galassia. Tutta la vicenda si svolge in spazi molto stretti, al limite del claustrofobico, dove avremo pochi momenti di sollievo (offerti da alcuni scorci sulla Terra, visibile dagli oblò presenti sulla navetta). Questa angustia è perfettamente descritta dalla cinepresa; spesso ci accompagnerà per i corridoi della nave, aggirandovisi come se fosse lei stessa uno dei personaggi. Scelta di regia efficace nel sottolineare la sensazione di oppressione, e in seguito anche di tensione, che piano piano si farà sempre più palpabile.
Estraneo a bordo infatti, al di là dell’affascinante ambientazione spaziale, è essenzialmente un thriller dai risvolti drammatici, dove i personaggi coinvolti verranno messi di fronte a terribili scelte morali per salvaguardare la propria vita. Un thriller che punta tutto sulla caratterizzazione dei suoi protagonisti e sull’atmosfera, dal ritmo lento – forse troppo lento, soprattutto nella parte centrale – e infarcito di dialoghi (ben serviti dall’efficace cast, su cui spicca Anna Kendrick). Non avremo scene spettacolari fino all’ultima mezz’ora di film, dove verremo ripagati da alcuni momenti ad altro tasso adrenalinico.
Nonostante un ritmo a volte eccessivamente blando, Estraneo a bordo riesce a coinvolgere sia dal punto di vista della tensione, costruita in modo sufficientemente efficace, che da quello prettamente emotivo, portando lo spettatore – grazie anche alla bravura dei suoi interpreti – ad immedesimarsi nelle sofferte decisioni dei protagonisti, condividendone il turbamento morale. Un’opera dove l’aspetto umano della storia domina su quello fantascientifico; consigliata non solo agli estimatori di questo tipo di disavventure spaziali, ma forse ancora di più a quelli di pellicole thriller e drammatiche.