martedì, Marzo 28, 2023
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Era ora, recensione del film con Edoardo Leo e Barbara Ronchi

La recensione di Era ora, la nuova commedia di Alessandro Aronadio con protagonisti Edoardo Leo e Barbara Ronchi. Prossimamente al cinema.

Raccontare, attraverso metafore e allegorie, lo scorrere del tempo non è un’impresa facile, soprattutto se si sceglie un medium pop(ular) come il cinema: si prova a riavvolgerlo con il tasto del rewind, a fermarlo e a farlo ripartire con il replay, ma anche a mandarlo avanti velocemente con il fast forward.

Il cinema è un vhs e gioca con le coordinate cartesiane in modo libero, anarchico e svincolato da rigidi limiti, pronto a rispondere solo alla più classica delle domande: What if…? Una premessa che sembra animare anche l’ultima fatica di Alessandro Aronadio (Io c’è) dal titolo Era ora, romcom tradizionale che riprende forme, modelli e suggestioni delle commedie romantiche più famose e di un originale australiano chiamato Come se non ci fosse un domani, diretto da John Lawson.

Con un debutto presso l’ultima edizione della Festa del Cinema di Roma, il film è incentrato su Dante (Edoardo Leo, C’era una volta il crimine) e Alice (Barbara Ronchi, Settembre): i due si amano alla follia, peccato che lui sia la tipica persona a cui una giornata non basta mai, un uomo che arriva sempre in ritardo e si barcamena faticosamente tra i mille impegni quotidiani di lavoro e vita privata. Succede perfino il primo giorno dei suoi quarant’anni, quando si presenta in ritardo di ore alla sua festa di compleanno. Ma cosa succede quando l’indomani si sveglia e si ritrova un anno in avanti? Come è possibile che sia già il giorno del suo quarantunesimo compleanno? Dante realizza così di essere stato catapultato in un incubo a occhi aperti: per qualche inspiegabile motivo sta vivendo una vita accelerata, di cui non ha memoria né controllo. Riuscirà a comprendere il valore del tempo prima che la sua esistenza vada a rotoli?

Di recente anche un altro film aveva cercato, seguendo la scia di precedenti ben più famosi, di collocarsi in un solco ben definito e identificabile: quello della romcom che guarda oltre i nostri confini prettamente italiani, ispirata da un gusto tipicamente anglosassone per situazioni e personaggi, con intrecci brillanti e battute incalzanti che definiscono “le situazioni” (comiche) prima ancora che i caratteri. Il film era La donna per me, l’operazione targata Sky, dove il regista Marco Martani si era ispirato liberamente al cult di Richard Curtis, Questione di tempo.

Barbara Ronchi in Era ora. Foto di Fabio Lovino.

Una riflessione sul concetto di tempo

In Era ora – che è invece dichiaratamente un remake – Alessandro Aronadio espande la riflessione sul concetto di tempo e sull’impatto che quest’ultimo ha nelle nostre vite ispirandosi allo stile di Frank Capra, a quel realismo magico che ha permeato l’immaginario di intere generazioni plasmando il potenziale della macchina cinema e il suo impatto sulla ricezione – e fruizione – di un’iconografia specifica.

In una versione italiana più leggera e aderente ai canoni dell’odierna commedia romantica, che guarda più ai sentimenti e all’intimità delle riflessioni che al “guizzo” geniale dell’intreccio, Aronadio costruisce un serrato dialogo a due voci dove però è quella di Dante (Edoardo Leo) a svettare, un improbabile monsieur Swann alla ricerca di un tempo perduto vittima di uno strano sortilegio, che lo accelera fino a sfumarne i contorni facendo inceppare il nastro della memoria (e del ricordo). Se le premesse narrative di Era ora funzionano soprattutto sulla carta, con un’atmosfera sentimentale e intima nella quale si muovono i personaggi protagonisti (in particolare una Barbara Ronchi leggera e impalpabile come una splendida apparizione, a riconferma del suo versatile talento d’attrice), qualcosa sembra però incepparsi nel meccanico drammaturgico, nelle battute che inseguono un ritmo troppo rarefatto e ripetitivo, a tratti sfilacciato e anacronistico.

Se la battuta stessa è, appunto, ritmo più tempo, in Era ora l’elemento più sardonico e incalzante sembra cambiare forma e smarrire infine la strada maestra, riproponendo uno schema ripetuto (e ripetitivo) che conduce per mano lo spettatore fino alla grande svolta narrativa che introduce al terzo atto… ma che infine perde, lungo la strada, la propria capacità di intrattenere attraverso una risata arguta e intelligente, che si trasforma così in un amaro sogghigno malinconico sull’ingerenza che il tempo ha nelle nostre esistenze.

Guarda il trailer ufficiale di Era ora

GIUDIZIO COMPLESSIVO

In Era ora l'elemento più sardonico e incalzante sembra cambiare forma e smarrire infine la strada maestra, riproponendo uno schema ripetuto (e ripetitivo) che conduce per mano lo spettatore fino alla grande svolta narrativa che introduce al terzo atto... ma che infine perde, lungo la strada, la propria capacità di intrattenere attraverso una risata arguta e intelligente, che si trasforma così in un amaro soghigno malinconico sull'ingerenza che il tempo ha nelle nostre esistenze.
Ludovica Ottaviani
Ludovica Ottaviani
Imbrattatrice di sudate carte a tempo perso, irrimediabilmente innamorata della settima arte da sempre | Film del cuore: Lo Chiamavano Jeeg Robot | Il più grande regista: Quentin Tarantino | Attore preferito: Gary Oldman | La citazione più bella: "Le parole più belle al mondo non sono Ti Amo, ma È Benigno." (Il Dormiglione)

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In Era ora l'elemento più sardonico e incalzante sembra cambiare forma e smarrire infine la strada maestra, riproponendo uno schema ripetuto (e ripetitivo) che conduce per mano lo spettatore fino alla grande svolta narrativa che introduce al terzo atto... ma che infine perde, lungo la strada, la propria capacità di intrattenere attraverso una risata arguta e intelligente, che si trasforma così in un amaro soghigno malinconico sull'ingerenza che il tempo ha nelle nostre esistenze.Era ora, recensione del film con Edoardo Leo e Barbara Ronchi