Già presentato al Festival di Cannes, dove era stato insignito del premio alle migliori interpretazioni femminili e del premio della giuria, Emilia Pérez arriva anche alla 19esima edizione della Festa del Cinema di Roma nella sezione “Grand Public”, in attesa di essere distribuito nelle sale a partire dal 9 gennaio del prossimo anno grazie a Lucky Red.
Barocco e dirompente, visionario e traboccante di energia, il film segue le vicissitudini di un boss del cartello messicano che desidera abbracciare il suo io effettuando un’operazione per il cambio di sesso. Per farlo si avvarrà dell’aiuto di una promettente praticante di uno studio legale di Città del Messico. Interpretato da Karla Sofía Gascón, Selena Gomez, Adriana Paz e Zoe Saldaña, e diretto da Jacques Audiard, Emilia Pérez è una storia complessa che parla di ricerca del proprio io ma anche, e soprattutto, d’amore.
Un film senza etichette
Emilia Pérez è tante cose e il fatto stesso di attribuire al film il nome della protagonista è di per sé fuorviante perché, la stessa Emilia Pérez, è tante cose insieme. Un essere umano la cui femminilità esplosiva si scontra con quell’atteggiamento patriarcale di chi è vissuto con quei (dis)valori tipici di una mascolinità tossica; un coacervo di contraddizioni che si rispecchiano nella struttura narrativa scelta da Audiard che oscilla tra commedia e dramma, tra grottesco e lirismo, e che fa del linguaggio del musical il suo elemento portante.
Qualcosa che, pur creando un senso di straniamento, dà al regista la possibilità di esplorare, creando messe in scena oniriche e visionarie che, nel corso di tutta la narrazione, enfatizzano il percorso di Manitas Del Monte/Emilia Pérez (Gascón) e il suo rapporto con l’avvocatessa Rita Moro Castro (Saldaña) e la moglie Jessi (Gomez), realizzando un’impalcatura imponente che sfida qualunque tipo di incasellamento. Un po’ come la sua protagonista. Sotto questo fronte, Emilia Pérez osa stilisticamente cambiando più volte registro e direzione: una caratteristica che, senza dubbio, contribuisce a rendere il film unico ma che, dall’altra parte, confonde e lascia spiazzati. La ricerca dell’eccesso, infatti, è sempre funzionale sul piano stilistico, eppure su quello narrativo sembra che manchi quel qualcosa in più che avrebbe contribuito a chiudere un cerchio che sembra restare semichiuso – con un po’ di insoddisfazione.
Un grande plauso va sicuramente alle attrici attorno alle quali la narrazione si sviluppa, da Zoe Saldaña a Selena Gomez fino a Karla Sofía Gascón. Incarnazioni di un femminile sempre diverso, tutte e tre lottano per emergere in una società maschilista che non comprende – e probabilmente teme – la loro forza e la loro capacità di amare. Sarà infatti l’amore a cambiare per sempre il destino della protagonista.
Una storia d’amore
Alla fine dei conti, Emilia Pérez non è altro che una storia d’amore. Amore nei confronti di se stessi e anche dell’altro. Con la scelta che l’ha portata finalmente a riconoscersi guardandosi allo specchio, la protagonista inizia il suo rivoluzionario percorso di accettazione e scoperta di sé lasciando alle spalle un mondo fatto di crimini e violenza. Reati per cui lei stessa cercherà di trovare un’espiazione inaugurando un’associazione benefica atta a ritrovare i corpi delle vittime del cartello.
Ma non solo, Emilia Pérez porta anche in scena un amore esplosivo che, come una miccia, infiamma i cuori non lasciando via di scampo. Se infatti il personaggio di Rita troverà nella sua dedizione a Emilia una sorta di irrisolta risoluzione, un sentimento d’amore e di sorellanza, Emilia e l’ignara Jessi continueranno a rincorrersi e a sfiorarsi pur avendo intrapreso un cammino differente. Del resto l’amore non guarda in faccia a nessuno. È proprio di questo che parla il film di Audiard – nonostante qualche inciampo: di quanto sia impossibile rifuggire a ciò che da una parte attrae e dall’altra è sinonimo di rovina.