sabato, Settembre 30, 2023
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Dreamin’ Wild, recensione del film con Casey Affleck

La recensione di Dreamin' Wild, il nuovo film di Bill Pohlad con Casey Affleck, Walton Goggins e Zooey Deschanel, presentato Fuori Concorso a Venezia 79.

La scena iniziale di Dreamin’ Wild sembra una citazione a Sentieri selvaggi, una porta che si apre e lo spettatore che viene subito catapultato nella storia. Oltre, però, non c’è la Monument Valley ma un palcoscenico, quello che avrebbero tanto voluto calcare i fratelli Emerson.

Bill Pohlad, dopo Love & Mercy, arriva a Venezia 79, Fuori Concorso, con un altro film biografico a tema musicale, la storia di Donnie e Joe Emerson (Casey Affleck e Walton Goggins), provenienti dalla zona rurale del Fruitland, Washington, che negli anni ’70 formarono un duo. Il padre si indebitò per costruire uno studio di registrazione dove i due produssero l’album “Dreamin’ Wild” nel 1979, che non ebbe alcun riscontro commerciale fino al 2008, quando un collezionista di dischi lo trovò in un negozio di antiquariato e cominciò a diffonderlo. Così, i due hanno potuto finalmente vedere esaudito il loro sogno.

Il film inizia, infatti, con la frase di un autore anonimo: “I sogni col tempo diventano veri”. C’è il rischio, però, che questi si avverino proprio nel momento in cui vorremmo che non accadessero. Perché siamo cambiati noi, abbiamo aspirazioni diverse, ci siamo ormai abbandonati alla rassegnazione. Ma soprattutto, ritorna a galla la persona del passato a cui avevamo chiuso la porta in faccia e con cui speravamo di non doverci più confrontare. È lo stato d’animo che prova Donnie alla notizia dell’imminente successo del disco.

Non riesce a gioirne: ritornare in uno studio di registrazione, suonare di nuovo quegli strumenti lasciati per troppi anni a prendere la polvere, lo portano a un senso di inadeguatezza tale che ha bisogno di “rinforzi”, come li chiama lui, e il duo quindi si ampia, perdendo quella sua caratteristica “familiare”. Presto il successo diventa una questione di famiglia che dovrà di nuovo fronteggiare le sfide di trent’anni prima.

Dreamin’ Wild, un altro biopic a tema musicale

Dreamin’ Wild aveva un punto di partenza interessante: vorrebbe porre l’accento sulla questione di come l’uomo si possa comportare davanti a un successo desiderato per tanti anni, ma si riduce il tutto a una vicenda familiare dal tono quasi stucchevole, dove i parenti sono alle prese con il carattere chiuso di Donnie, a cui viene poi passato il testimone, diventando il protagonista assoluto.

Il film si muove in un continuo montaggio alternato tra il presente e il passato, scelta narrativa che avrebbe l’obiettivo di fornire determinate spiegazioni e approfondire la vicenda familiare: il punto è che non solo non aggiunge niente alla caratterizzazione dei personaggi, ma non stimola neanche la curiosità dello spettatore di scoprirne il misterioso passato. Inoltre, si passa alla risoluzione finale con una facilità tale che destabilizza. Casey Affleck sembra portarsi addosso il personaggio di Manchester by the Sea: è totalmente sottotono, con la differenza che anche quando ne viene rivelato il motivo non si riesce a provare empatia per lui. Tuttavia, il cast di attori in generale non brilla per interpretazione.

Nota positiva è la colonna sonora composta dalle canzoni del duo originale, soprattutto il loro singolo più famoso, “Baby“, quella che rappresenta di più la loro identità. Molto suggestivi anche i paesaggi rurali che danno corpo alla vicenda (ricordiamo che Pohlad è stato produttore di film come I segreti di Brokeback Mountain, Into the WildThe Tree of Life, dove anche la natura era indiscussa protagonista).

GIUDIZIO COMPLESSIVO

Dreamin' Wild si muove in un continuo montaggio alternato tra il presente e il passato, scelta narrativa che avrebbe l’obiettivo di fornire determinate spiegazioni e approfondire la vicenda familiare: il punto è che non solo non aggiunge niente alla caratterizzazione dei personaggi, ma non stimola neanche la curiosità dello spettatore di scoprire il misterioso passato.

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Dreamin' Wild si muove in un continuo montaggio alternato tra il presente e il passato, scelta narrativa che avrebbe l’obiettivo di fornire determinate spiegazioni e approfondire la vicenda familiare: il punto è che non solo non aggiunge niente alla caratterizzazione dei personaggi, ma non stimola neanche la curiosità dello spettatore di scoprire il misterioso passato.Dreamin' Wild, recensione del film con Casey Affleck