Una nuova saga distopica teen si affaccia sul grande schermo: stiamo parlando di Darkest Minds (The Darkest Minds) della regista Jennifer Yuh Nelson (Kung Fu Panda 2 e 3), in uscita nelle sale italiane dal 14 agosto grazie alla 20th Century Fox. Come per i suoi più noti precedenti – Hunger Games e Maze Runner su tutti – anche Darkest Minds si presenta come l’adattamento cinematografico del romanzo omonimo di Alexandra Bracken edito nel 2012.
In un futuro prossimo il pianeta Terra è colpito da un’epidemia che uccide gran parte della popolazione infantile, salvo alcuni sopravvissuti che presentano dei poteri paranormali. Lo Stato decide di richiuderli in campi di lavoro per sfruttare la loro forza, suddividendoli in fasce di pericolosità: verde per i ragazzi dotati di una super intelligenza, giallo per quelli capaci di manovrare l’elettricità, blu per coloro in gradi di spostare gli persone e oggetti a proprio piacimento, e i più rari, gli arancioni, capaci di leggere nel pensiero e i rossi dalla forza sovrumana. Ruby Daly (Amandla Stenberg) è una sedicenne della risma degli arancioni: proprio per questo sarà costretta a fuggire in cerca della propria famiglia, aiutata da un gruppo di amici e dal suo grande amore Liam (Harris Dickinson).
Darkest Minds dal 14 agosto al cinema
Darkest Minds apre le sue porte alla creazione di una saga cinematografica per il target teen, condita però questa volta da una storia d’amore che sembra focalizzare gran parte delle attenzioni della giovane protagonista.
Gli ingredienti sono tra quelli più importanti per la riuscita del format e per la proliferazione del genere tra il giovane pubblico: ragazzi coraggiosi e perennemente in pericolo, poteri che hanno del magico, strane epidemie, apparati statali che interpretano la parte del villain e infine la disperata – e forse a volte un po’ ridondante – ricerca della famiglia e dell’amore.
Gli interpreti Amandla Stenberg e Harris Dickinson riescono a portare sullo schermo la grande gamma di emozioni cui sono sottoposti i propri personaggi, in una continua giostra narrativa dove si avvicendano momenti di azione pura a episodi più sentimentali, in grado di alternare garbatamente il ritmo del film.
L’aspetto morale e formativo di Darkest Minds, il fulcro della narrazione portata avanti dalla regista Jennifer Yuh Nelson, è riscontrabile nel percorso di conoscenza che i ragazzi conducono nei confronti dei loro poteri, per cui ogni avventura, ogni pericolo rappresenta un passo in avanti verso l’appropriazione delle loro menti e delle loro capacità.
La filosofia dei colori, per la quale ognuno dei ragazzi sembra divenire portatore di un proprio messaggio, non deve appiattire la loro personalità ma, al contrario, dovrebbe essere in grado di accentuarne i pregi, e la coraggiosa Ruby potrebbe facilmente diventare un’eroina della contemporaneità, così potente e così incapace di trovare una collocazione nel mondo.
È certo che le premesse di Darkest Minds (qui il trailer italiano ufficiale) sembrano dare la speranza ad una saga capace di risultare interessante anche per i palati più adulti, grazie al suo finale che lascia aperte numerose modalità di interpretazione.