Arriva finalmente anche nelle nostre sale, grazie a Lucky Red, Crimes of the Future, nuovo lavoro del visionario regista David Cronenberg. Dopo le forti reazioni suscitate allo scorso Festival di Cannes (parte del pubblico ha abbandonato la sala a cinque minuti dall’inizio della proiezione), la disturbante opera dell’autore canadese sarà disponibile nei cinema italiani dal 24 agosto.
Era da otto anni che un progetto del padre del body horror non vedeva la luce; dalla “tragedia greca” d’ambientazione hollywoodiana, con protagonisti Robert Pattinson e Mia Wasikowska, Maps to the Stars. Periodo in cui il regista ha visto fallire il tentativo di portare sul piccolo schermo, in una serie tv per l’emittente AMC, l’adattamento del suo romanzo “Divorati”, ad opera di Dave Erickson (Fear the Walking Dead) e Sheri Elwood (Lucifer). Cronenberg, in seguito, si è rivolto alle piattaforme di streaming, non riuscendo nemmeno qui a trovare lo spazio per un suo nuovo progetto.
In un mondo a caccia di IP sicure da sfruttare, offrendo al pubblico prodotti familiari e rassicuranti, sembrava non esserci più spazio per il controverso autore. Una incresciosa situazione che, fortunatamente, è cambiata l’anno scorso con l’inizio delle riprese di Crimes of the Future. Basato su una sceneggiatura scritta dallo stesso regista quasi vent’anni prima, il film prende il titolo da una delle prime pellicole di Cronenberg, datata 1970, sviluppandone un’idea accennata in una breve scena: un uomo che ha generato al suo interno organi mutanti.
Crimes of the Future, infatti, è ambientato in un imprecisato futuro dove il corpo umano sta cambiando; alcune persone, come sopra accennato, hanno iniziato a sviluppare nuovi organi. Uno di questi individui è l’artista Saul Tenser (Viggo Mortensen), che ha deciso di farseli rimuovere in pubblico dalla sua partner, ed ex chirurga, Caprice (Léa Seydoux). Una sorta di deviata performance artistica che suscita la morbosa curiosità di un crescente sottobosco di appassionati, tra cui l’impiegata del National Organ Registry Timlin (Kristen Stewart). Proprio a causa dell’attrazione che ispira in certi personaggi, Saul viene reclutato come informatore dal detective Cope (Welket Bungué), alla caccia di un gruppo sovversivo di evoluzionisti. Scopo del suddetto gruppo è facilitare l’ereditarietà genetica di un nuovo apparato digerente, che consenta all’uomo di nutrirsi di materiali plastici.
La mutazione è uno dei temi cardine di larga parte della produzione di David Cronenberg. Concetto affrontato prevalentemente, in una prima fase, attraverso la fisicità del genere body horror (la trasformazione, e degenerazione, letterale del corpo di film come Rabid – Sete di sangue e La mosca), per poi passare ad una rappresentazione del tema perlopiù metaforico-psicologica (la spia cinese che si traveste/trasforma in donna, con lo scopo di sedurre un diplomatico francese, di M. Butterfly; lo spietato assassino che, in A History of Violence, cerca di cambiare vita, mutando la sua personalità in quella di mite padre di famiglia).
Sempre di mutazione si parla anche in Crimes of the Future, recuperando nuovamente gli elementi carnali del succitato body horror, in una sintesi di toni che ricorda alcune opere mediane della filmografia dell’autore (Inseparabili, Il pasto nudo). Un futuro grigio di edifici fatiscenti, dalla fotografia al limite del monocromatico, che riprende l’estetica della tecnologia organica di eXistenZ (ultima pellicola di Cronenberg, prima di questa, a mostrare componenti prettamente body horror).
La trasformazione, in Crimes of the Future, è la storia di un’evoluzione della razza umana che sta andando di pari passo con la degenerazione della nostra realtà industriale. Un corpo che si adatta all’ambiente da noi contaminato, con un apparato digerente capace di trarre nutrimento dai materiali di scarto plastici. Un tema presentato in modo simile a quello della “nuova carne” di Videodrome, dove lo schermo televisivo – sempre più centrale, almeno all’epoca, nelle nostre vite – diventava estensione stessa del corpo umano.
“La chirurgia è il nuovo sesso”. Come Crash, dove il brivido degli incidenti stradali eccitava un gruppo di morbosi iniziati, Crimes of the Future parla della nascita di nuovi appetiti sessuali. Il taglio di un bisturi che penetra la carne, l’inserimento di innesti sottopelle, provoca, negli appartenenti al circolo di Saul e Caprice, un piacere equivalente a quello dell’amplesso. Una ricerca di sensazioni forti, in una società dove molti – come ci verrà spiegato dal personaggio di Wippet (Don McKellar) – hanno quasi completamente perso il senso del dolore.
Un film non per i deboli di stomaco, con scene disturbanti di puro orrore organico, ma indubbiamente anche molto affascinante. Crimes of the Future è inevitabilmente un’opera polarizzante, che potrebbe generare repulsione nei non avvezzi al body horror e, dall’altro lato, annoiare chi cerca puro svago splatter, senza quella componente fortemente autoriale. Gli estimatori del lavoro di David Cronenberg, come chi scrive, non potranno che amarlo incondizionatamente e rallegrarsi di questo ritorno in grande stile del maestro.