Billy Lynn – Un Giorno da Eroe è il nuovo film che segna il ritorno del premio Oscar Ang Lee sul grande schermo. Questa volta la sensibilità di Lee è al servizio di una storia (vera) che prova a scavare nelle ombre e nelle contraddizioni di una democrazia mediatica come solo gli Stati Uniti d’America sanno essere.
Billy Lynn (l’esordiente Joe Alwyn) è un giovanissimo soldato del Texas che torna in patria dopo essere diventato un eroe nazionale insieme ai suoi compagni della Bravo Squad, capitanata dai veterani Dime (Garrett Hedlund) e Shroom (Vin Diesel), morto in Iraq durante una missione. Lynn e i suoi compagni superstiti vengono riportati in patria per partecipare alle due settimane del Victory Tour, un evento che prevede interviste, comizi pubblici e infine la partecipazione ad una partita di football texana durante il giorno del Ringraziamento, organizzata dal magnate Norm Oglesby (Steve Martin), interessato ad investire del denaro per realizzare un film sulle avventure della squadra Bravo. Ma Lynn e i suoi compagni sono vittime del disturbo da stress post–traumatico, e incontreranno non poche difficoltà ad affrontare le luci della ribalta senza perdere, completamente, il controllo della situazione.
Adattando per il grande schermo il romanzo di Ben Fountain “È il tuo giorno, Billy Lynn!”, Ang Lee si impegna soprattutto a livello tecnico per restituire un’esperienza completa di vita a 360 gradi più che una semplice narrazione per immagini. Attraverso l’uso di macchine da presa da 120 frame al secondo e l’uso del 3D a 4k ad altissima risoluzione, il regista cerca di coinvolgere lo spettatore in un’immersione totale sia fisica che emotiva, tramortendo i sensi e ferendo gli animi.
Billy Lynn – Un Giorno da Eroe non rimane vittima del proprio aspetto da film bellico e del proprio, infelice, titolo (soprattutto nella traduzione italiana) che lo fa sembrare come l’ennesimo prodotto di una filiera hollywwodiana alla ricerca dello spettacolo facile e dell’intrattenimento per tutti; al contrario, il film di Lee è una pungente critica al sistema americano tutto “lustrini e paillettes”, pronto a fiutare l’affare “bankable” sacrificando storie personali, emozioni e condizioni personali.
Nessuno sembra troppo interessato alla condizione dei reduci una volta tornati, giovani ragazzi che – dopo aver subito gli orrori della guerra – si ritrovano impotenti a raccogliere i frammenti delle proprie vite spezzate, e troppo spesso falliscono senza riuscirci. Gli occhi limpidi di Billy sono sinceri e, come specchi, riflettono le sue emozioni e quelle che attraversano lo spettatore; quest’ultimo si ritrova, inevitabilmente, a patteggiare con il ragazzo e con i suoi amici commilitoni, vedendoli come una sorta di versione più nerboruta – e in mimetica – dei bambini sperduti dell’Isola Che Non C’è.
La morale di Billy Lynn – Un Giorno da Eroe è amara: “il sistema” è troppo interessato a speculare e a mantenere in vigore il proprio aspetto florido da rendersi conto delle sofferenze di quelli che vengono considerati dalla massa eroi nazionali; e l’incarnazione migliore di questa maschera avida e tragica, paterna e dittatoriale, è il personaggio di Norm Oglesby creato da un superbo Steve Martin, che presta la propria rassicurante e garbata presenza comica per plasmare una distorta versione dello “Zio Sam” pronto a fagocitare chiunque gli possa tornare utile, allontanandoli una volta raggiunti i propri scopi.