Uscito nelle sale americane lo scorso febbraio e arrivato in Italia grazie a Netflix, Annientamento segna il ritorno al cinema di Alex Garland, dopo tre anni dal successo di Ex Machina. Questa volta, a muoversi nell’universo sci-fi nato dalla mente del visionario cineasta inglese, è Natalie Portman, chiamata a vestire i panni di un’intraprendente e coraggiosa biologa.
Desiderosa di scoprire cosa sia realmente accaduto al marito (Oscar Isaac), unico sopravvissuto di un’esplorazione militare segreta, Lena (Portman, appunto) intraprende una missione apparentemente suicida: con l’aiuto di quattro colleghe, si addentra infatti in un’area misteriosa e probabilmente pervasa da fumi tossici, cercando di comprendere la causa di una serie di strani mutamente animali e vegetali.
A seguito di un triennio di silenzio, Alex Garland torna dunque sul grande (e sul piccolo) schermo con Annientamento (qui il trailer ufficiale), affresco enigmatico ma brillante che riesce a non deludere le alte aspettative. Distaccandosi dal minimalismo della pellicola d’esordio, il regista crea uno spaccato sui generis, capace di coniugare perfettamente il fantasy con la fantascienza, ricorrendo a numerosi virtuosismi visivi.
Il micro-mondo dell’Area X, spazio nel quale la protagonista si perde e si ritrova, viene costruito intrecciando ambienti reali con accenti sovrannaturali, il tutto saggiamente ritratto ricorrendo ad una fotografia delicatamente pittorica. In tal senso, le logiche della tradizione surrealista e dell’arte metafisica vengono riprese e rielaborate, dando vita ad un’interessante fusione.
Annientamento recensione dello sci-fi di Alex Garland con Natalie Portman
Tenendo conto della deriva post-mediale dell’arte contemporanea, il regista inglese non prescinde nemmeno la cultura visuale odierna, che esplode con forza nello splendido epilogo. Gli effetti speciali colpiscono quindi, oltre che per l’assoluto realismo, anche per il costante connubio che essi propongono tra immaginario presente e passato, digitale e analogico.
Dal punto di vista del mero ma altrettanto fondamentale intrattenimento, la pellicola costruisce poi un ottimo ritmo temporale, che travolge lo spettatore e gli permette di seguire l’intera progressione narrativa. La tensione, equilibrata e costante, favorisce inoltre una totale e inevitabile immedesimazione, non solo con la protagonista ma anche con i personaggi secondari che si muovono accanto a lei.
Sempre affine ai ruoli di donna forte ed emancipata, Natalie Portman incarna degnamente la figura della scienziata innamorata, pronta ad affrontare qualunque pericolo per amore ma anche per scoprire misteriose verità. Sebbene siano lontane le impeccabili interpretazioni offerte ne Il Cigno Nero o in V Per Vendetta, la Portman è innegabilmente una brava mattatrice, adatta al contesto nel quale è inserita.
Pensato per il grande schermo ma proposto in Italia da Netflix, Annientamento è pertanto un film convincente e ben interpretato, che poggia però principalmente su una regia a dir poco impeccabile: Alex Garland, con il suo sguardo sapiente e attento, riesce infatti a trasformare un semplice film di fantascienza in un piccolo gioiello metafisico.