Robert Zemeckis torna dietro la macchina da presa con il lungometraggio Allied (cui nella versione italiana è stato aggiunto il sottotitolo Un’Ombra Nascosta) in uscita nelle sale il prossimo 12 gennaio. Stavolta il famoso regista di Forrest Gump e Ritorno al Futuro – solo per citarne alcuni – si cimenta con una pellicola che cerca di mixare nel suo intero scorrere svariati focus cinematografici: l’azione e il thrilling creati dal genere dello spionaggio, l’ambientazione in piena seconda guerra mondiale, l’amore tra i due protagonisti tanto vero e passionale all’inizio quanto poi “messo in discussione” nel finale.
Per far ciò Zemeckis usa le fattezze belle ed eleganti di Brad Pitt e Marion Cotillard, rispettivamente le spie Max Vatan e Marianne Beausejour, che nel 1942 si ritrovano in missione in Marocco per l’eliminazione di un gregario nazista. La missione non solo va a buon fine ma fa sì che tra i due scoppi un’irrefrenabile passione che lì porterà a unirsi in matrimonio una volta ritornati in patria. A seguito della nascita della loro bambina, Marianne decide di abbandonare il lavoro mentre Max continua irreprensibile la sua scalata verso il successo. E qui si palesa “l’ombra nascosta”: Max viene informato dai suoi superiori che Marianne potrebbe essere una spia tedesca. A lui l’arduo compito di verificare l’effettiva esattezza di queste terribili accuse.
Seppure la trama racchiuda in sé un ampio potenziale, la scelta registica di Zemeckis non riesce a far decollare completamente il film, lasciandolo molto spesso sospeso tra la volontà di un ritorno al “classico” (come suggeriscono le sequenze iniziali in Marocco, è presente infatti l’eco di Casablanca, o anche la recitazione di Pitt, quasi un omaggio alle espressioni e alle movenze di Marlon Brando) e l’inabissarsi in sequenze che forse si rifanno troppo al lato romantico-sentimentale.
Per questo motivo la prima parte del film riesce ad incollare di più lo spettatore allo schermo, calandosi meglio nell’atmosfera dello spionaggio e della conseguente situazione di perenne pericolo e di enigmaticità, mentre la seconda parte non sfrutta al massimo il vero turning point della vicenda, quello riguardante l’accusa mossa alla moglie di Max e del suo dramma personale scaturito dalla pesantezza della vicenda.
D’altro canto il pregio effettivo del film è nell’idea stessa, nella necessità di voler raccontare una storia d’amore all’apparenza chiara, vera e potenzialmente indissolubile che si rivelerà essere tutt’altro. L’essenza stessa dei protagonisti, la loro identità di spie – cioè di persone addestrate a mentire – è un’ottima opportunità di riflessione sul tema della “doppiezza” intesa come verità o falsità degli atteggiamenti. Come possono due persone che per lavoro manipolano i loro sentimenti e quelli degli altri, che sono abituate a studiare e analizzare le reazioni altrui, creare dei legami basati sulla fiducia reciproca?
Tale gioco di specchi e di continui rimandi è tenuto saldo dalle interpretazioni di Brad Pitt e Marion Cotillard, che fisicamente e caratterialmente rappresentano uno il contrario dell’altro: lui tutto d’un pezzo, dal piglio irreprensibile e poco avvezzo ai festeggiamenti; lei più“dolce e fluida, amante dei party, seppur dotata di quel solido cinismo cui tutte le spie devono armarsi.
Aldilà del bene e del male, Allied – Un’Ombra Nascosta rimane un grande esperimento di generi e tematiche cinematografiche, un tuffo nelle difficoltà dei rapporti personali cui sottopone la guerra nella speranza che scaturisce dalla sua fine.