giovedì, Ottobre 3, 2024
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Alice, Darling, recensione del thriller psicologico con Anna Kendrick

La recensione di Alice, Darling, thriller psicologico diretto da Mary Nighy con protagonista Anna Kendrick. Dal 4 maggio al cinema.

La fotografia di una relazione amorosa tossica è ciò che ci restituisce il film Alice, Darling, un thriller psicologico che troviamo in sala dal 4 maggio e prossimamente sulle diverse piattaforme di streaming. Protagonista Anna Kendrick (Noelle, Estraneo a bordo) nei panni di Alice, una giovane donna che sembra vivere una situazione appagante sia dal punto di vista lavorativo che sentimentale.

Impegnata con Simon, ha una carriera ben avviata e al suo fianco le due amiche storiche Tess e Sophie. Ciò che però appare subito evidente è che Alice indossa una maschera di spensieratezza che cela i disagi provocati dalla sua relazione con Simon. Difatti, vive un tormento interiore che passa attraverso dei gesti autolesionisti che nasconde dietro una intaccabile perfezione. Persino i momenti di spensieratezza con le sue amiche vengono bruscamente interrotti dai pensieri su Simon: le insicurezze dell’uomo, la possessività fisica che le riserva, il controllo che prova ad esercitare nei suoi confronti e le parole dure che le rivolge (tra cui l’invito ad allontanarsi da Tess e Sophie, che non ritiene una compagnia adatta). Tutto questo si ripercuote sulla serenità di lei e modifica il suo modo di vivere e il rapporto con le sue amiche.

Ciò che viene reso in maniera evidente in Alice, Darling è la dissonanza tra la parvenza di normalità che Alice cerca di mantenere sia con il fidanzato che con le sue amiche e il vero stato d’animo che invece l’affligge. In più momenti del film, infatti, vediamo Alice soffermarsi su se stessa, in preda ad attacchi d’ansia, poiché cerca di gestire il suo sentirsi insufficiente per Simon, il dolore dei suoi attacchi verbali, il peso strisciante delle sue parole. Alla necessità di porre fine a questa relazione oppone resistenza, però, il suo cuore e la volontà di amarlo. 

Un tema ampio, sviscerato in maniera superficiale

La condizione che vive Alice è purtroppo comune nella vita reale, ma non facile da portare sullo schermo: così Alice, Darling non riesce a scandagliare a dovere l’argomento, puntando a mantenere molto alta la tensione strutturale del thriller psicologico, ma sfumando in un finale maldestro e affrettato. L’enorme peso del tema degli abusi psicologici avrebbe meritato di essere raccontato in maniera più accurata anziché essere lasciato sulle spalle di Kendrick, la quale si cala bene nelle vesti di una donna vittima di violenze, ma che al contempo non può essere la fautrice dell’intera riuscita del film.

Se infatti l’inquietudine che avvolge Alice è percepibile fin da subito, manca uno spazio vero di riflessione che dovrebbe condurre la protagonista a scavare dentro sé fino ad arrivare ad una conclusione degna. A spingerla verso la verità, invece, è l’occhio accorto di Tess e Sophie, che cercano delicatamente di insinuarsi in questo disequilibrio di coppia per proteggere e aiutare la loro amica. L’occasione si presenta grazie al compleanno di Tess, che le trova unite in una settimana di vacanza nel cottage di una delle tre: questi giorni lontana da Simon sono utili ad Alice per prendere sempre più contezza di quanto la sua relazioni la condanni all’infelicità, alla tristezza e anche alla sofferenza.

La violenza di cui è vittima è sottile, subdola; Simon agisce sulla mente della donna rendendola schiava dei suoi giudizi, facendola sentire inadeguata, mai alla sua altezza per amarlo, per accontentarlo, per stargli accanto. Nonostante il tema al centro del film sia ampio, viene sviscerato però in maniera superficiale risultando poco ambizioso e un po’ opaco. Come sottolineato poc’anzi, non c’è un vero spazio di riflessione volto a far comprendere le molteplici implicazioni del vivere una relazione tossica, le conseguenze che porta addosso a sé una vittima di abusi psicologici, gli strascichi della violenza che subisce.

Le statistiche riportano dei dati allarmanti sulla percentuale di donne vittima di violenza psicologica e l’opera prima di Mary Nighy prova a raccontarne un esempio senza però riuscire a spiegare di più sulle dinamiche che intervengono in una relazione tossica. Molto concentrato sul filone del genere a cui appartiene, Alice, Darling si propone come un iniziale spunto sul tema degli abusi psicologici in una relazione amorosa, ma non riesce ad usare il linguaggio necessario per risultare di vero impatto.

Guarda il trailer ufficiale di Alice, Darling 

GIUDIZIO COMPLESSIVO

Nonostante il tema al centro di Alice, Darling sia ampio, viene sviscerato in maniera superficiale risultando poco ambizioso e un po' opaco. Non c'è un vero spazio di riflessione volto a far comprendere le molteplici implicazioni del vivere una relazione tossica, le conseguenze che porta addosso a sé una vittima di abusi psicologici, gli strascichi della violenza che subisce.
Doranna Discianni
Doranna Discianni
Vivo immersa nel grande schermo perché sono affascinata dalla bellezza. Potteriana e Tarantiniana | Film del cuore: Nuovo Cinema Paradiso | Il più grande regista: Vittorio De Sica. | Attore preferito: Julia Roberts | La citazione più bella: "Sono le scelte che facciamo, Harry, che dimostrano quel che siamo veramente, molto più delle nostre capacità." (Harry Potter e la camera dei segreti)

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Nonostante il tema al centro di Alice, Darling sia ampio, viene sviscerato in maniera superficiale risultando poco ambizioso e un po' opaco. Non c'è un vero spazio di riflessione volto a far comprendere le molteplici implicazioni del vivere una relazione tossica, le conseguenze che porta addosso a sé una vittima di abusi psicologici, gli strascichi della violenza che subisce.Alice, Darling, recensione del thriller psicologico con Anna Kendrick