venerdì, Febbraio 7, 2025
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Acque Profonde, recensione del film con Ben Affleck e Ana de Armas

La recensione di Acque Profonde, thriller diretto da Adrian Lyne con protagonisti Ben Affleck e Ana de Armas. Disponibile su Prime Video dal 18 marzo.

Uno scambio di sguardi e un paio di laconiche battute tra marito e moglie. L’allusivo incipit di Acque Profonde è una potente presa di coscienza e, insieme, una compiaciuta esaltazione del mistero gelosamente custodito da ogni coppia. Sappiamo già che la matassa del non detto, inestricabile per chiunque si trovi al di fuori di quell’esclusivo universo a due, verrà sciolta – per l’ennesima volta, se si conosce la sua filmografia – da Adrian Lyne, il burattinaio che tiene i fili di una narrazione all’apparenza semplice e lineare, ma in realtà estremamente complessa nelle sue implicazioni morali.

Dopo un’interminabile pausa (è passato un ventennio da L’amore infedele – Unfaithful), il regista inglese torna dietro la macchina da presa, tenendo fede a quella che è stata la sua cifra narrativa per oltre trent’anni: una relazione sentimentale viene prima mostrata, poi sviscerata e infine eletta a simbolo di una società borghese e perbenista, perennemente intenta a nascondere le proprie oscure contraddizioni sotto al proverbiale tappeto. Il film, adattamento dell’omonimo romanzo di Patricia Highsmith, sarà disponibile su Prime Video dal 18 marzo.

Vic (Ben Affleck) e Melinda (Ana de Armas) sono una coppia all’apparenza risolta. All’interno del loro matrimonio vige un accordo, ben noto ad amici e conoscenti: Melinda è libera di intrattenere relazioni extra-coniugali, a patto di mantenere saldo il rapporto con marito e figlioletta. Ma Vic, che sembrava accettare stoicamente la situazione, è in realtà geloso e possessivo. La relazione tra i due si fa progressivamente più tesa, procedendo a colpi di provocazioni e giochi mentali. Una serie di eventi misteriosi ed inquietanti minerà l’equilibrio precario della coppia, gettando un’ombra sulle azioni di Vic e innescando una bomba ad orologeria destinata (forse) a mietere qualche ignara vittima.

C’è un filo rosso che attraversa la filmografia di Adrian Lyne ed è di natura morale: qual è il confine tra lecito e illecito all’interno di una coppia di adulti consenzienti? Titoli come 9 settimane e 1/2, Attrazione fatale, Proposta indecente e Unfaithful possono essere considerati, al di là dei diversi scenari, come ottime variazioni sullo stesso tema. Le torride circostanze che vengono delineate sullo schermo, ben lungi dall’essere fini a sé stesse, si configurano piuttosto come un escamotage per mezzo del quale i personaggi vengono spinti al punto di non ritorno, costretti a porsi degli interrogativi sulla propria etica e sul limite massimo che sono disposti a tollerare pur di salvaguardare la loro storia d’amore.

Il fatto che gli eventi siano sempre scatenati da un destino fortuito e beffardo la dice lunga: è l’elemento straordinario, inserito di forza nella vita dei protagonisti, a costringerli ad un’assunzione di responsabilità. La scelta che ne scaturisce chiama in causa lo spettatore, condotto – nella sua ordinaria, apparentemente placida, quotidianità – ad una catartica presa di coscienza.

Acque Profonde si discosta in parte da questo canovaccio, dal momento che non ci è dato sapere quale avvenimento abbia spinto Vic e Melinda ad impostare il matrimonio in questo modo. L’inizio in medias res fa sì che il film, pur presentando i classici clichés del genere thriller, si configuri innanzitutto come un dramma psicologico incentrato sulla descrizione del rapporto di co-dipendenza che lega i due protagonisti. Padrone della scena è Ben Affleck, che si dimostra all’altezza di un ruolo soltanto all’apparenza già visto (la memoria va al suo Nick Dunne di Gone Girl): una recitazione misurata, tutta giocata sulle micro-espressioni e sull’ambiguità della parola, rivela un personaggio costantemente sull’orlo di una crisi di nervi, scisso tra rabbia viscerale ed eroico self-control da affabile padre di famiglia. Autoritario in privato e accondiscendente in pubblico, Vic è complementare alla moglie, limpida nella sua spregiudicatezza, diretta nelle sue crudeli recriminazioni, sincera nel suo atteggiamento fanciullesco e provocatorio.

Per quanto Ana de Armas si limiti ad eseguire un bel compitino senza essere incisiva quanto il collega, sullo schermo il binomio funziona, garantendo la credibilità dell’intero racconto. Quest’ultimo è sostenuto da una sceneggiatura solida, che parte in sordina, preparando con meticolosità l’escalation di tensione cui assisteremo nello sconvolgente atto finale. Gli sceneggiatori Sam Levinson (Euphoria) e Zach Helm sembrano, da un lato, interessati ad esplorare le dinamiche di questa coppia disfunzionale, impegnata dall’inizio alla fine in un “gioco al massacro” senza esclusione di colpi. Dall’altro, si divertono a minare le certezze dello spettatore, portato a chiedersi se l’atteggiamento provocatorio di Melinda e l’apparente passività di Vic siano specchio reale della loro personalità oppure se siano dei semplici ruoli, scientemente concordati dai coniugi per sopraffarsi a vicenda. È in questa lotta senza fine, dalla quale i due sembrano ricavare una sorta di perverso piacere, che risiede l’erotismo del film.

L’atmosfera sospesa e vagamente retrò che avvolge Acque Profonde rivela l’inconfondibile mano di Adrian Lyne e il rischio di scivolare nel trash viene, ancora una volta, abilmente scongiurato. Pur soddisfacendo in parte il voyeurismo dello spettatore, il regista non si perde mai in morbosi dettagli (le sospirate scene di sesso, quando presenti, sono del tutto misurate e assai poco scabrose). Lyne, propenso all’allusione più che all’ostentazione nuda e cruda, ci concede di guardare “attraverso il buco della serratura” soltanto per dimostrare un punto: il cinema ci fornisce la chance di comprendere meglio una partita che altrimenti, da esterni, ci limiteremmo a giudicare superficialmente (senza peraltro avere alcun titolo per farlo). Questa prospettiva viene confermata dal ruolo assegnato ai personaggi di contorno: prodighi di consigli, detentori di una consapevolezza illusoria e fasulla, sono convinti di avere la verità in tasca quando in realtà vedono soltanto la punta dell’iceberg.

All’interno di una coppia è la coppia stessa a dettare le regole del gioco e infatti Adrian Lyne si limita a descrivere la vicenda in maniera neutrale, rifiutandosi di prendere una posizione e pretendendo il medesimo atteggiamento da parte del pubblico. Sarà il precipitare degli eventi a permettere al film di lanciare la palla allo spettatore, incoraggiato a rivolgere finalmente lo sguardo verso sé stesso e a specchiarsi nelle “acque profonde” che scorrono, impetuose, al di sotto della limpida superficie delle convenzioni sociali.

Guarda il trailer ufficiale di Acque Profonde

GIUDIZIO COMPLESSIVO

L’atmosfera sospesa che avvolge Acque Profonde rivela l’inconfondibile mano di Adrian Lyne, che si limita a descrivere la vicenda in maniera neutrale, rifiutandosi di prendere una posizione e pretendendo il medesimo atteggiamento da parte del pubblico. Sarà il precipitare degli eventi a permettere al film di lanciare la palla allo spettatore, incoraggiato a rivolgere finalmente lo sguardo verso sé stesso e a specchiarsi nelle “acque profonde” che scorrono, impetuose, al di sotto della limpida superficie delle convenzioni sociali.
Annalivia Arrighi
Annalivia Arrighi
Appassionata di cinema americano e rock ‘n’ roll | Film del cuore: Mystic River | Il più grande regista: Martin Scorsese | Attore preferito: due, Colin Farrell e Sean Penn | La citazione più bella: “Questo non è volare! questo è cadere con stile!” (Toy Story)

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L’atmosfera sospesa che avvolge Acque Profonde rivela l’inconfondibile mano di Adrian Lyne, che si limita a descrivere la vicenda in maniera neutrale, rifiutandosi di prendere una posizione e pretendendo il medesimo atteggiamento da parte del pubblico. Sarà il precipitare degli eventi a permettere al film di lanciare la palla allo spettatore, incoraggiato a rivolgere finalmente lo sguardo verso sé stesso e a specchiarsi nelle “acque profonde” che scorrono, impetuose, al di sotto della limpida superficie delle convenzioni sociali.Acque Profonde, recensione del film con Ben Affleck e Ana de Armas