domenica, Marzo 26, 2023
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5 è il Numero Perfetto, recensione del film di Igort con Toni Servillo

5 è il Numero Perfetto è il titolo dell’atteso film che segna il debutto, dietro la macchina da presa, di Igort: ai più questo nome suggerirà poco, ma tra gli addetti ai lavori e gli appassionati del mondo del fumetto si tratta di un vero e proprio fuoriclasse della Nona Arte, autore della graphic novel omonima già tradotta e pubblicata in oltre 15 paesi.

Igort – al secolo Igor Tuveri – sceglie di trasporre la propria graphic novel affidandosi a un cast italiano capace di creare una perfetta alchimia che permette, allo spettatore, di scivolare sempre di più nell’affascinante – quanto pittoresca – Napoli degli anni ’70 schizzata dal fumettista in punta di matita: Toni Servillo, Carlo Buccirosso, Valeria Golino, Nello Mascia e Vincenzo Nemolato guidano una teoria di attori strepitosi presenti in ruoli minori, volti e corpi funzionali a una narrazione atipica per il nostro panorama audiovisivo odierno.

Napoli, anni ’70. Peppino Lo Cicero (Servillo), guappo e sicario in pensione, torna in pista dopo l’omicidio di suo figlio Nino. Questo avvenimento tragico innesca una serie di azioni e reazioni violente ma è anche la scintilla per cominciare una nuova vita, coinvolgendo nel sanguinoso ritorno anche l’amico e complice di un’intera vita Totò ‘O Macellaio (Buccirosso) e l’amante di sempre, Rita (Golino).

Tra inseguimenti, sparatorie e rapimenti, Peppino dovrà ritrovare la freddezza di un tempo e dimostrare di essere più abile dei suoi inseguitori per salvare la propria vita e quella delle persone che ama. Catapultato di nuovo in un’infinita spirale di violenza, il temibile sicario sarà costretto a riconsiderare il senso di una vita devota al crimine e ai valori che la regolano. Il film, distribuito nelle sale da 01 Distribution, è stato presentato a Venezia 76 come unico film italiano in concorso alle Giornate degli Autori.

Igort, con questo film, fa subito centro: 5 è il Numero Perfetto è un’affascinante overture visiva, un racconto per immagini che traduce, sul grande schermo, il fascino e le soluzioni della carta e delle vignette riconfermando quel legame inscindibile che connette il cinema con il fumetto, in un interconnesso rapporto parentale d’influenze e contaminazioni.

Le immagini che scorrono sullo schermo sono estetizzanti, elettrizzanti, scosse dal brivido patinato dell’occhio meccanico che traduce, in figure in movimento, il gusto elegante dell’occhio allenato dell’autore che dialoga abilmente con il linguaggio del fumetto. I personaggi che si avvicendano nella storia, schivando pallottole, lanciandosi in arditi inseguimenti al limite del legale, sono stilizzati come nella migliore tradizione del noir; stilizzati e moralmente ambigui.

Servillo, naso posticcio grazie alla prostetica, è un perfetto Peppino Lo Cicero, quanto mai calzante rispetto al modello originale protagonista della graphic novel; Peppino ritrova ancora una volta sul grande schermo il “proprio” Totò, nei cui panni si cala un disambiguo Buccirosso, riconfermando il proprio talento versatile e genuino.

In una Napoli anni ’70 che strizza l’occhio tanto alle ombre (e nebbie) dell’espressionismo tedesco quanto all’oscurità truffaldina dei poliziotteschi italiani dell’epoca e ai tipici noir classici degli anni ’40, 5 è il Numero Perfetto rappresenta una boccata d’aria fresca nel panorama cinematografico italiano contemporaneo: è un film capace di osare, di spingere “oltre” i limiti della nostra stessa industria audiovisiva, flirtando con un’estetica postmoderna iperattiva e pulp.

E pulp è il termine che più calza a pennello per le avventure di Peppino e degli altri “guappi”: se la sceneggiatura mostra, in alcuni momenti, qualche lungaggine di troppo che ne rallenta il ritmo (in favore di momenti didascalici e più riflessivi), è il continuo gioco di rimandi tra i generi e i media a catturare tutta l’attenzione dello spettatore.

In 100 minuti si passa, con disinvolta naturalezza, dai toni del western a quelli del noir e del gangster movie; non manca lo spazio per l’aspetto romance ma anche per quello bromance, raccontando la storia d’amicizia tra Peppino e Totò come in un buddy movie. E così la Settima Arte, grazie a 5 è il Numero Perfetto, incontra la Nona generando un film che è, a tutti gli effetti, uno splendido anello di congiunzione; un anello prezioso proprio come le rare pietre che lo sormontano.

Guarda il trailer ufficiale di 5 è il Numero Perfetto

Ludovica Ottaviani
Ludovica Ottaviani
Imbrattatrice di sudate carte a tempo perso, irrimediabilmente innamorata della settima arte da sempre | Film del cuore: Lo Chiamavano Jeeg Robot | Il più grande regista: Quentin Tarantino | Attore preferito: Gary Oldman | La citazione più bella: "Le parole più belle al mondo non sono Ti Amo, ma È Benigno." (Il Dormiglione)

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