La PETA, la nota associazione no-profit a sostegno degli animali, ha lanciato una campagna di protesta nei confronti di Qua La Zampa (A Dog’s Purpose), il nuovo film del regista Lasse Hallström da oggi nelle nostre sale. La campagna di boicottaggio è nata dopo la diffusione – da parte del sito TMZ – di un video realizzato di nascosto durante le riprese del film in cui si vede il Pastore Tedesco Hercules visibilmente terrorizzato e costretto a gettarsi in una vasca con acque molto mosse.
Nel filmto (che noi di Moviestruckers abbiamo deciso volontariamente di non mostrare) si sente una voce fuori campo suggerire all’addestratore del cane: “Non si calmerà sin quando non sarà in acqua. Buttalo dentro“, nonostante l’animale continui a dimenarsi per la paura. Nasce da qui l’appello di protesta nei confronti della pellicola da parte della PETA, la quale ha dichiarato: “I cani e gli animali devono essere trattati umanamente, non come oggetti di scena”.
In seguito alla bufera, la Amblin Entertainment, la casa di produzione del film, e la Universal Picturres, la casa di distribuzione, hanno dichiarato in un comunicato ufficiale: “A Dog’s Purpose celebra il legame speciale tra gli esseri umani e i loro cani. E nello spirito di questa relazione, il team di produzione Amblin ha seguito i protocolli rigorosi per promuovere un ambiente etico e sicuro per gli animali“.
Qua La Zampa recensione del film di Lasse Hallström
In merito alle immagini del video, entrambe le società sostengono il cane aveva già provato le scene d’acqua, ma il giorno delle riprese ha esitato e di conseguenza la produzione con è andata avanti con le riprese. Il comunicato si conclude con la seguente affermazione: “Hercules è felice e sano”.
Estremamente dispiaciuto per l’accaduto è anche Gavin Polone, produttore del film, che intervistato da Variety a proposito della spiacevole questione ha dichiarato: “Se fossi stato sul set, questo non sarebbe mai accaduto. Il film è nato da quanto io provo per gli animali. Questo è accaduto 15 mesi fa e avrebbe dovuto essere esaminato immediatamente (il video risale infatti a novembre 2015, NdR). È inconcepibile che qualcuno abbia aspettato più di un anno per richiamare l’attenzione su quanto accaduto”.