lunedì, Settembre 25, 2023
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Marco Bellocchio a Cannes 76 per Rapito, la storia vera che aveva affascinato anche Spielberg

Marco Bellocchio presenta a Cannes 76 il film Rapito incentrato sul caso di Edgardo Mortara, storia che doveva essere portata al cinema anche da Steven Spielberg...

Il venerato autore italiano Marco Bellocchio torna a Cannes con il film Rapito, un dramma che ricostruisce la vera storia di Edgardo Mortara, un giovane ebreo rapito con la forza e cresciuto come cristiano nell’Italia del XIX secolo.

Si tratta di una storia su cui, in realtà, aveva messo gli occhi anche Steven Spielberg, che nel 2016 aveva annunciato la realizzazione di un film proprio sul caso Mortara: all’epoca, il regista dichiarò di aver addirittura iniziato la ricerca delle location in Italia.

Lo scorso anno, Bellocchio era sempre a Cannes con un altro dramma incentrato su un rapimento e basato sempre su una storia vera, Esterno Notte, che raccontava del rapimento e del successivo assassinio dell’ex premiere italiano Aldo Moro da parte dei terroristi delle Brigate Rosse.

La prima incursione di Bellocchio nel mondo della serialità è stata distribuita anche al cinema, in due parti, prima di essere trasmessa sulla Rai e poi distribuita su Netflix come miniserie composta da 6 episodi. Per Esterno Notte, Bellocchio ha vinto il David di Donatello alla miglior regia, mentre Fabrizio Gifuni, nei panni di Aldo Moro, quello al miglior attore protagonista.

 

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Il film sul caso Mortara mai realizzato da Spielberg

In una recente intervista con Variety in occasione dell’anteprima mondiale del film alla 76esima edizione della kermesse francese, Bellocchio ha spiegato in cosa il suo film sul rapimento di Mortara è diverso rispetto al progetto che aveva in mente di realizzare Spielberg.

“Subito dopo aver letto il libro di Daniele Scalise che ha ispirato il mio film, ho scoperto che anche Steven Spielberg stava preparando un film sul caso”, racconta Bellocchio. “Una casa di produzione era venuta in Italia per cercare location e fare provini, quindi ho pensato che non era il caso e ho lasciato perdere. Poi, diversi anni dopo, quando ero negli Stati Uniti per promuovere Il traditore, ho chiesto in giro e ho scoperto che Spielberg non era più intenzionato a portare avanti il progetto. Così abbiamo fatto le opportune verifiche e abbiamo deciso di realizzare il nostro film”.

“La storia è ricca di elementi che hanno stimolato la mia immaginazione”, continua Bellocchio. “È come un grande romanzo del XIX secolo. Nel film i personaggi della madre e del padre sono molto importanti e altrettanto importante è la figura del Papa, violento e intollerante ma allo stesso tempo coerente rispetto alle credenze cattoliche di allora”.

Il regista ha poi raccontato il processo creativo che ha portato alla realizzazione di Rapito, lasciando intendere che il film che voleva realizzare Spielberg – probabilmente – sarebbe stato molto diverso…

“Insieme alla sceneggiatrice Susanna Nicchiarelli, anche lei regista, abbiamo usato diversi libri come fonti, ma anche molti documenti. Dal momento che si parla di un’Italia che non esiste più, siamo dovuti ricorrere ad un sacco di effetti digitali per ricostruire quel mondo. Volevamo dare al pubblico un senso di realtà rispetto a ciò che accadde all’epoca. Abbiamo lavorato tanto sulle scenografie e sui costumi. Abbiamo cercato di ricostruire il mondo delle province italiane dell’epoca”.

“Siamo stati molto attenti nell’assicurarci che le tipologie di italiano volgare che i personaggi parlano nel film fossero molto accurate. L’accuratezza dell’aspetto linguistico è stato fondamentale per me al fine di rendere il film reale”, continua Bellocchio. “È probabile che il progetto di Spielberg sarebbe stato completamente diverso. Forse lo avrebbe girato in inglese. Per me era importante difendere il fatto che questa famiglia ebrea vivesse sul suolo italiano”.

 

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Rapito dal 25 maggio nelle sale italiane

Rapito è il nuovo film diretto da Marco Bellocchio, presentato in Concorso al Festival di Cannes, che uscirà in sala il 25 maggio.

Rapito è incentrato sulla storia di Edgardo Mortara il bambino ebreo che nel 1858 fu strappato alla sua famiglia per essere allevato da cattolico sotto la custodia di Papa Pio IX, suscitando un caso internazionale.

La sceneggiatura è stata scritta da Bellocchio e Susanna Nicchiarelli insieme a Edoardo Albinati Daniela Ceselli, con la consulenza storica di Pina Totaro. Il film si ispira liberamente a “Il caso Mortara” di Daniele Scalise, edizioni Mondadori.

Rapito è interpretato da Paolo Pierobon, Fausto Russo Alesi, Barbara RonchiEnea Sala (Edgardo Mortara da bambino), Leonardo Maltese (Edgardo ragazzo) e con Filippo Timi e Fabrizio Gifuni.

Nel 1858, nel quartiere ebraico di Bologna, i soldati del Papa irrompono nella casa della famiglia Mortara. Per ordine del cardinale, sono andati a prendere Edgardo, il loro figlio di sette anni. Secondo le dichiarazioni di una domestica, ritenuto in punto di morte, a sei mesi, il bambino era stato segretamente battezzato. La legge papale è inappellabile: deve ricevere un’educazione cattolica. I genitori di Edgardo, sconvolti, faranno di tutto per riavere il figlio. Sostenuta dall’opinione pubblica e dalla comunità ebraica internazionale, la battaglia dei Mortara assume presto una dimensione politica. Ma il Papa non accetta di restituire il bambino. Mentre Edgardo cresce nella fede cattolica, il potere temporale della Chiesa volge al tramonto e le truppe sabaude conquistano Roma.

Stefano Terracina
Stefano Terracina
Cresciuto a pane, latte e Il Mago di Oz | Film del cuore: Titanic | Il più grande regista: Stanley Kubrick | Attore preferito: Michael Fassbender | La citazione più bella: "Io ho bisogno di credere che qualcosa di straordinario sia possibile." (A Beautiful Mind)

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