Il regista M. Night Shyamalan ha parlato del film forse più ampiamente criticato della sua carriera, ossia il fantasy del 2010 L’ultimo dominatore dell’aria, adattamento live action della prima stagione della serie animata statunitense “Avatar – La leggenda di Aang”, prodotta dalla Nickelodeon.
Durante un’intervista con The Hollywood Reporter in occasione dell’uscita del suo nuovo film Bussano alla porta (da oggi nelle sale italiane), Shyamalan ha dichiarato: “Attraversiamo tutti dei momenti nella vita in cui vogliamo semplicemente essere accettati. Siamo stanchi di combattere e di difendere ciò che siamo. Così, mi ritrovai a seguire quello che mi dicevano gli altri e a compiere questo sforzo genuino per cercare di entrare a far parte di un sistema. Alla fine, però, mi sono reso conto che le cose speciali che mi rendono davvero felice sono difficili da realizzare all’interno di quel sistema”.
In seguito all’uscita di The Village nel 2004, la carriera di M. Night Shyamalan ha attraversato una fase di preoccupante discesa, in cui il regista è stato fortemente criticato sia dalla stampa sia dal pubblico per i suo lavori successivi, ossia Lady in the Water (2006), E venne il giorno (2008), L’ultimo dominatore dell’aria (2010) e After Earth (2013).
Fortunatamente, dall’uscita di The Visit nel 2015, Shyamalan ha visto la sua carriera impennarsi nuovamente, che è andata poi avanti con Split (2016), Glass (2019), Old (2021) e il recentissimo Bussano alla porta (2023).
Sempre nella medesima intervista, in merito a come sono stati accolti alcuni dei suoi lavori nel corso degli anni, il regista ha aggiunto: “È stato fantastico avere quelle opportunità, ma è chiaro che ci sono persone molto più brave di me a gestire un certo tipo di storytelling”.