L’accoglienza riservata a Lightyear – La vera storia di Buzz, il film Disney/Pixar uscito nelle sale lo scorso anno, non è stata di certo delle migliori. Secondo il direttore creativo della Pixar, però, l’insuccesso del film è legato al fatto che le le aspettative del pubblico fossero troppo alte.
Parlando con The Wrap, Pete Docter – che ha co-diretto Monsters & co., Up, Inside Out e Soul per la Pixar prima di diventarne il CCO – ha parlato del motivo per cui pensa che Lightyear sia stato accolto male.
Il film del 2022 era in parte collegato all’universo di Toy Story, ma in realtà raccontava la storia del “vero” Buzz Lightyear, l’esploratore spaziale umano che ha ispirato il giocattolo protagonista dell’amatissimo franchise d’animazione.
All’uscita del film, i fan non si sono riversati nelle sale; oggi, il film è considerato ufficialmente un box-office bomb. Dal canto suo, Docter pensa che l’accoglienza riservata al film – tutt’altro che eccezionale – sia dovuta al fatto che probabilmente il pubblico avesse delle aspettative completamente diverse.
“Ci siamo interrogati molto sul perché tutti noi amiamo il film”, ha spiegato Docter. “Adoriamo i personaggi e adoriamo la premessa. In termini di ciò che è andato storto… Forse abbiamo chiesto troppo al pubblico. Quando sentono Buzz, pensano: “Fantastico, dove sono Woody, Mr. Potato e Rex?’. Si aspettano un altro Toy Story… Poi vedono il film, uno sci-fi vero e proprio, e pensano: ‘Cosa???'”.
Docter ha continuato dicendo che anche se i fan conoscevano l’idea completa alla base del film, c’erano comunque troppe altre cose che si aspettavano di vedere.
“Anche se conoscevano la trama, si erano informati ecc… Per loro è come se avessimo preso troppo le distanze, sia nel concept, sia nel modo in cui i personaggi sono stati disegnati e ritratti sullo schermo”, ha affermato Docter.
“Era molto più di un film di fantascienza. E Angus MacLane, il regista, ha ovviamente preso molto seriamente la cosa… Ha voluto rappresentare quei personaggi come personaggi reali, ed era giusto così. I personaggi di Toy Story sono molto più ampi, quindi penso che ci sia stato come uno scollamento tra ciò che la gente voleva/si aspettava e ciò che gli stavamo effettivamente dando”.