Keira Knightley, che ha interpretato il personaggio di Elizabeth Swann nei primi tre film del franchise di Pirati dei Caraibi, ha ammesso di essersi sentita “ingabbiata” dall’attenzione dei media e del pubblico riguardo lo status di sex symbol acquisito a seguito della sua partecipazione alla celebre saga Disney.
Durante una chiacchierata con Harper’s Bazaar, la Knightley ha infatti ammesso: “Elizabeth Swann era l’oggetto della lussuria di tutti. Non che non abbia dei conflitti dentro di lei. Ma è stato interessante passare dall’essere davvero un maschiaccio all’essere concepita come esattamente l’opposto”, ha detto l’attrice. “Mi sono sentita parecchio limitata. Mi sono sentito come bloccata. Per questo i ruoli che ho scelto dopo riguardavano essenzialmente il tentativo di evadere da quell’immagine… Anche se non sapevo bene spiegare come mi sentissi e cosa rappresentava davvero per me quella cosa. Mi sembrava davvero di essere in gabbia in una cosa che non capivo”.
Keira Knightley (che vedremo a breve ne Lo strangolatore di Boston, in arrivo su Disney+) aveva appena compiuto 18 anni quando Pirati dei Caraibi: La maledizione della prima luna del 2003 divenne un grande successo e la rese una star internazionale. L’attrice ha anche ammesso che tutta quella fama improvvisa fama è stata abbastanza difficile da gestire: “Sono stata praticamente catapultata nella vita adulta, un approdo decisamente estremo derivato proprio dall’aver raggiunto la fama in tenera età”, ha dichiarato. “C’è questo posto in cui le donne, pubblicamente, dovrebbero ‘sedersi divertite’, ma non mi sono mai sentita a mio agio. È stata una grandissima scossa per me”.
Di recente, lo storico produttore del franchise Jerry Bruckheimer ha rivelato che in sviluppo ci sono ben due nuovi film di Pirati dei Caraibi: il primo coinvolgerà un cast di attori più giovane, mentre l’altro è il tanto chiacchierato progetto che avrà come protagonista la candidata all’Oscar Margot Robbie.