In una lunga intervista concessa a Deadline, il regista James Gunn ha finalmente rotto il silenzio e parlato degli avvenimenti che lo hanno letteralmente catapultato nell’occhio del ciclone mediatico a partire dall’estate dello scorso anno.
Per la prima volta, infatti, Gunn ha parlato del licenziamento da parte della Disney nel bel mezzo della pre-produzione di Guardiani della Galassia Vol 3, dell’ingaggio da parte della Warner Bros. per l’annunciato The Suicide Squad e, infine, del ritorno alla Casa di Topolino e di conseguenza alla guida dell’amatissimo franchise Marvel iniziato nel 2014.
“Era nel bel mezzo delle primissime discussioni con la Warner a proposito di Suicide Squad ed ero veramente emozionato. All’improvviso è arrivata una chiamata da parte di Alan Horn, presidente dei Walt Disney Studios, il quale mi chiedeva di andare a parlare con lui”, ha confessato Gun. “Credo che Alan sia davvero una brava persona e se mi ha riassunto è stato perché davvero ha pensato che fosse la cosa giusta da fare. Ci conosciamo da diversi anni. Sono rimasto davvero colpito dalla sua compassione. È vero che l’industria di Hollywood è composta per la stragrande maggioranza da tagliagole, ma ci sono anche tantissime brave persone. Ero abbastanza nervoso all’idea di dover affrontare Kevin Feige, dal momento che sapevo che avrei diretto il nuovo Suicide Squad.”
In merito al licenziamento da parte della Disney, ha dichiarato: “Non incolpo nessuno per quello che è successo. Mi sono sentito e mi sento ancora male se ripenso al modo in cui, in passato, mi sono espresso pubblicamente. So di aver colpito alcune persone con la mia ironia. So che non sono stato attento come avrei dovuto. Mi faccio carico di tutte le mie responsabilità e di tutte le mie colpe. La Disney aveva tutto il diritto di licenziarmi. Non si tratta di libertà di espressione. Ho detto cose che a loro non piacevano e avevano piena facoltà di rispedirmi a casa. Non si tratta di una decisione che può essere messa in discussione. Quando mi hanno licenziato è stato il giorno più intenso della mia vita. Certo, ho affrontato tante altre situazioni difficili nella mia vita, ma quella giornata è stata davvero una botta forte. In un attimo tutto era sfumato via. In un contento in cui tutto è accaduto con estrema rapidità, ho sentito che la mia carriera stava per finire.”
James Gunn a ruota libera sulla Disney, su Guardiani della Galassia Vol 3 e The Suicide Squad
A proposito della Warner Bros. e di The Suicide Squad, Gunn ha poi spiegato: “Mi dicevano che volevano entrassi a far parte del loro team. All’epoca non ci credevo. Pensavo di avere ancora un futuro dopo tutto, ma emotivamente ero a pezzi. Poi tutti ha iniziato a funzionare in maniera estremamente fluida. Non penso di essermi mai divertito così tanto a scrivere una sceneggiatura. Ecco cos’è stato per me lavorare a questo progetto: puro divertimento!”
Parlando invece di Guardiani della Galassia Vol 3 ha infine aggiunto: “Quando tutto sembrava perduto, la cosa più triste per me è stata dover salutare Rocket, con il quale ho una stranissima relazione. Rocket sono io. Lo sono davvero. Groot è come il mio cane: voglio bene anche a lui, ma in maniera totalmente diversa. Quando mi metto in relazioni con Rocket, capisco che gli voglio davvero bene. La sua storia non è ancora finita. Ha un arco narrativo che è nato col primo film, si è sviluppato nel secondo passando poi per Infinity War ed Endgame, e mi ero preparato a chiuderlo con il terzo film sui Guardiani. Quella è stata la mia più grande perdita: la consapevolezza di non poter terminare quel racconto, anche se provavo un minimo di confonto nel sapere che avrebbero comunque utilizzato la mia sceneggiatura.”