Da quando è stato annunciato Ghost in the Shell, adattamento cinematografico dell’omonimo manga scritto e disegnato da Masamune Shirow, la produzione del film è stata più volte accusata di whitewashing per il casting dell’attrice Scarlett Johansson, essendo la protagonista del franchise un personaggio asiatico. Adesso, in una recente intervista con Marie Claire, la diretta interessata – ossia la Johansson – ha affrontato per la prima volta la questione, rivelando quanto segue:
“Certamente non avrei mai immaginato che un giorno avrei interpretato un personaggio che in origine appartiene ad una razza diversa dalla mia. La diversità è argomento importante a Hollyood, e non era nelle mie intenzioni interpretare un personaggio per poi scatenare reazioni di questo tipo, che potessero in qualche modo offendere la gente. Penso semplicemente che un franchise con alla guida un personaggio femminile sia una grandissima opportunità. Sento la pressione, è chiaro. Il peso di un marchio così importante sulle mie spalle…”
Ghost in the Shell: spot “Big Game” per il Super Bowl
Basato sul marchio di fantascienza di fama internazionale, Ghost in the Shell segue la saga di Major, un singolare ibrido umano-cyborg delle operazioni speciali a capo della task force d’elite Section 9. Dedicato a contrastare i più pericolosi criminali ed estremisti, Section 9 affronta un nemico il cui unico obiettivo è eliminare gli sviluppi di cyber tecnologia della Hanka Robotic.
Il film arriverà nelle sale italiane il 30 marzo 2017. Il film sarà diretto da Rupert Sanders (Biancaneve e il Cacciatore) e sceneggiato da Jonathan Herman. Nel cast, oltre a Scarlett Johansson, figurano anche Jamie Moss, Michael Pitt, William Wheeler, Pilou Asbæk e Takeshi Kitano.
Ghost in the Shell è un media franchise composto da manga, anime, videogame e romanzi. Questi si focalizzano sulle indagini della cosiddetta “Sezione 9”, un’organizzazione antiterroristica presente in un futuristico Giappone dai toni cyberpunk.