A due anni di distanza dalle accuse di cannibalismo e violenza sessuale che lo hanno portato ad essere vittima della cosiddetta cancel culture, Armie Hammer ha rilasciato la sua prima intervista nella quale ha dichiarato di aver pensato al suicidio in seguito ai fatti citati poc’anzi e anche di essere stato lui stesso vittima di abusi sessuali quando era molto giovane.
“Un giorno mi sono gettato nell’oceano, ho iniziato a nuotare e mi sono spinto il più lontano possibile. Speravo di annegare, di essere colpito da una barca o essere mangiato da uno squalo”, rivela l’attore. “Poi ho guardato di nuovo verso la riva e ho capito che non avrei mai potuto fare una cosa del genere ai miei figli”.
Hammer ha poi spiegato che l’essere stato vittima di abusi sessuali all’età di 13 anni da parte di un pastore ha distorto la sua mentalità di adulto e la sua visione della sessualità: “Ero totalmente impotente”, racconta. “Non avevo alcun controllo della situazione. Mi sono approcciato alla sessualità in un modo a dir poco spaventoso. Così, da un punto di vista sessuale, ho iniziato a sviluppare negli anni un’ossessione nei confronti del controllo e di alcune pratiche”.
Pochi anni dopo l’uscita di Chiamami col tuo nome, Armie Hammer ha dovuto affrontare numerose accuse di cannibalismo, nonché di aggressioni sessuali e comportamenti violenti da parte di una serie di partner extraconiugali. L’attore negato tutte le accuse, mentre il suo avvocato ha affermato che tutti i rapporti “sono stati completamente consensuali, discussi e concordati in anticipo e reciprocamente partecipativi”.
“Sono consapevole di aver commesso degli errori e me ne assumo la responsabilità”, spiega Hammer. “So di essere stato un egoista, uno stron*o. So di aver usato le persone per sentirmi meglio e di essere andato avanti come se nulla fosse mai accaduto”.
A questo punto l’attore ha tirato in ballo il rapporto con le sue due principali accusatrici, Courtney Vucekovich e Paige Lorenze, ammettendo di essere stato “emotivamente abusivo” nei loro confronti e confermando uno “squilibrio di potere” nelle loro relazioni.
“Frequentavo queste ragazze di 20 anni e io ne avevo circa 30”, ricorda l’attore. “Ero un attore di successo all’epoca, loro sarebbero state felici solamente all’idea di stare con me e avrebbero accettato cose che magari in altre situazioni non avrebbero accettato. In questa situazione c’era sicuramente uno squilibrio di potere”.
Armie Hammer e il supporto di Robert Downey Jr.
Dopo essere allontanano dalla recitazione, Armie Hammer ha trascorso gli ultimi due anni della sua vita nelle Isole Cayman, dove ha intrapreso un percorso di riabilitazione e dove ha lavorato come venditore di multiproprietà. “Adesso mi sento meglio, sono in equilibrio e mi sento più felice”, dichiara. “Ma soprattutto, sono il padre che forse non sono mai stato veramente per i miei figli. Sono grato per la mia vita, per questo processo di guarigione che ho intrapreso. Per tutto. Ma se potessi tornare indietro non cambierei niente, perché oggi sono una persona sana”.
L’attore ha poi confermato le voci secondo cui, negli ultimi due anni, avrebbe ricevuto supporto da Robert Downey Jr., l’ex star del MCU: “Ci sono tantissimi esempi di persone che hanno passato quello che ho passato io, che sono state vittima della cancel culture. Ad esempio, Robert Downey Jr., che dopo un periodo buio ha trovato la redenzione grazie ad un nuovo percorso artistico. A volte ci dimentichiamo che si può avere una seconda possibilità”.