Dopo il successo di Veloce Come il Vento, Matilda De Angelis torna sul grande schermo con Youtopia (qui il trailer ufficiale), storia dai toni drammatici diretta da Berardo Carboni e distribuita da Koch Media.
In occasione dell’anteprima romana della pellicola in uscita il prossimo 25 aprile, abbiamo avuto modo di parlare proprio con la giovane attrice, che ha discusso con noi del suo personaggio e delle difficoltà riscontrate nell’incarnare un ruolo così complesso.
Youtopia: la nostra intervista a Matilda De Angelis
Ciao Matilda, tu in Youtopia interpreti Matilde, una ragazza come tante, costretta però a fare cose al di fuori dell’ordinario. Chi è veramente questo personaggio?
“Matilde è una ragazza molto giovane, una ragazza che vive in una situazione famigliare evidentemente disagiata, sia a livello di relazioni interpersonali, sia a livello economico. È un’adolescente che un po’ per scherzo, un po’ per mancanza di strumenti decide di spogliarsi in web e di vendere il proprio corpo per guadagnare soldi in modo facile. Ad un certo punto, viene però a conoscenza di un profondo disagio della madre, che per colpa di alcuni pagamenti arretrati sta perdendo la casa; per salvare la situazione, prende quindi la decisione drastica di vendere la verginità online.”
Un film difficile e complesso dove tu come attrice ti metti in gioco in prima persona, sia emotivamente, sia fisicamente. Come hai preparato questo film e le scene appunto più difficili, come quelle che ti hanno vista svestita?
“Io ho intrapreso un periodo di preparazione molto intenso prima di girare il film, dove una coach mi ha aiutata e istradata nella comprensione di un personaggio come questo. Io avevo bisogno di trovare una confidenza e una disinvoltura con la mia nudità, perché Matilde gioca tranquillamente con il proprio corpo: per lei il corpo è uno strumento per fare dei soldi e lo usa bene e consapevolmente proprio per questo scopo. Il personaggio di Matilde è stato quindi molto fisico quanto psicologico e, per poterlo interpretare al meglio, ho avuto bisogno di creare da parte mia un contatto estremo e continuo con i miei fantasmi e le mie paure.”
Una preparazione difficile ha poi dato seguito naturalmente alle riprese. Come è stato lavorare sul set con un regista come Berardo Carboni e un’attrice come Donatella Finocchiaro?
“Bello, intenso e faticoso. Non c’è stato mai un momento di pausa o in un cui ridevamo. Io e Donatella – che interpreta mia madre sullo schermo – eravamo sempre immerse e concentrate, perché interpretavamo dei personaggi che lo richiedevano. È stato però tutto molto stimolante, io avevo bisogno di un ruolo del genere, sia perché la mia carriera lo richiedeva, sia perché mi ha lasciato e insegnato tanto. Inoltre, ho avuto la fortuna di avere una compagna come Donatella che è un’attrice molto generosa che mi ha sempre aiutata e sostenuta anche nei momenti in cui volevo lasciare e volevo semplicemente tornare a casa e chiudere gli occhi, così da uscire dall’inferno di Matilde.”
Un’ultima domanda. Un ruolo importantissimo nel film è svolto ovviamente dalla realtà digitale. Cosa credi rappresenti internet per un personaggio come Matilde?
“Il rapporto di Matilde con internet è necessario e io non lo giudico e non lo condanno, anzi lo compatisco. Matilde è una ragazza che ha pochi strumenti e vive in una situazione di abbandono che solo il web le permette di circoscrivere. Il mondo digitale per lei non è solo una via d’uscita o una via di fuga dalla quotidianità, ma è anche un modo per reiventare una scala di valori che in qualche modo si applica alla vita di tutti i giorni: anche su internet, il mondo dove contano solo i soldi e dove tutto ruota attorno alla mercificazione e alla strumentalizzazione del corpo si contrappone ad una realtà confortante dove vigono invece le regole del parlare insieme e del discutere. Per quanto mi riguarda io però vedo il web in modo molto diverso rispetto al mio personaggio: io ho un rapporto molto sereno con i social, prettamente professionale.”