Nulla è per caso, vale anche per Wish. Non è una coincidenza che il 62esimo classico Disney, in uscita nelle sale italiane il 21 dicembre – giusto in tempo per Natale – abbia tanto a cuore l’eredità e il retaggio della storica casa d’animazione. Il film, diretto dal premio Oscar Chris Buck – suoi i primi due Frozen – in tandem con Fawn Veerasunthorn (Raya e l’ultimo drago), ha l’onore e l’onere di traghettare la major nelle celebrazioni per il centenario (1923–2023).
Che l’anniversario abbia pesato parecchio nella genesi del film lo conferma Juan Pablo Reyes, produttore, a Roma insieme al collega Peter Del Vecho, ai registi e ai doppiatori italiani – Gaia, Amadeus e Michele Riondino – per incontrare la stampa. “È stata Jennifer Lee (sceneggiatrice, ndr) a ricordarci del centenario, proponendo una storia originale che lo celebrasse”, spiega Reyes. “Ne abbiamo parlato con la gente agli studios, abbiamo chiesto in giro: cos’è, per voi, l’animazione Disney? Più o meno tutti ci hanno parlato di sogni e desideri. Questo è stato il punto di partenza per Chris e Fawn”.
Chris Buck precisa che il mantra, in fase di realizzazione, è stato: raggiungere il corretto equilibrio tra passato e presente. “La sensazione trasmessa dalle immagini evoca i film del passato, filtrati dall’utilizzo delle nuove tecnologie. Volevamo che nella storia la macchina da presa si muovesse insieme ai personaggi. Lo stesso Walt Disney è stato ai suoi tempi un grande innovatore”. Che l’immaginario Disney sia un testimone passato di generazione in generazione, Fawn Veerasunthorn ce lo ricorda raccontando della sua infanzia. “Da ragazzina sono cresciuta proprio con questo genere di film, ho sempre voluto lavorare qui. Sono entusiasta che il pubblico possa scoprire la storia di Asha, una ragazza che ha il coraggio di lottare per i propri sogni”.
Le tante gioie quando si doppia un classico Disney
Wish è la storia di Asha (voce italiana, Gaia), giovane donna cresciuta a Rosas, immaginaria isola del Mediterraneo governata dal Re Magnifico (Michele Riondino), che in cambio di protezione e ospitalità ruba i sogni alla gente. Asha non ci sta e con l’aiuto della capretta Valentino (Amadeus) e della proverbiale stella dei desideri, Star, si mette all’opera per liberare i sogni di Rosas.
Gaia, all’anagrafe Gaia Gozzi, di mestiere è cantante. Lavorare al personaggio è stata “una doppia sfida, proprio perché di partenza non sono doppiatrice. È stato emozionante fare la conoscenza di Asha, caratterialmente ci ritroviamo in molte cose. Con i miei colleghi doppiatori non ho potuto lavorare in presenza, perché avevamo tutti tanti impegni. Man mano che si andava avanti, però, qualcosa del loro lavoro mi arrivava. Ci siamo contaminati a vicenda. E sono molto felice dei risultati”. Sogno, per lei, è “la sensazione di crederci e la scintilla che fa sì che si avverino. Serve però anche tanto coraggio e perseveranza”.
Esordiente di lusso per Wish è anche Amadeus, voce della capretta Valentino. Divertente, l’esperienza, per uno che i segreti del mestiere non li conosceva. “Vengo da un altro ambiente, ma fare una cosa del genere è un sogno e va anche nel curriculum. Sono padre di due figli, uno ora è cresciuto, con cui ho fatto tutto il percorso Disney. Dovendo registrare i pacchi al pomeriggio, potevo lavorare al doppiaggio solo di mattina. Voi mi insegnate che non è proprio il massimo, tutt’al più la voce andava bene per il nonno di Asha! Di Magnifico, di Gaia, di Valentino, ne esistono tanti nella vita di tutti i giorni, il film è uno specchio della realtà”. A dargli una mano con il doppiaggio una vecchia, felice, abitudine: “Venendo dalla radio, è lì che ho cominciato, so come si fa a giocare con la voce. Valentino si prestava”.
C’è stato il tempo e il modo di imparare cose nuove. “La cosa affascinante è che mi sono ritrovato a mimare le scene di Valentino. Con un personaggio d’animazione non puoi limitarti a doppiarlo, devi imitarne le movenze, le espressioni. Solo così la voce, quasi automaticamente, raggiunge l’effetto sperato. Credo nei sogni, nel romanticismo dei sogni. A tutti deve essere consentito di sognare, specialmente ai più piccoli. E concordo con Gaia quando parla dell’importanza del duro lavoro. Aggiungo una cosa che ho detto ai miei figli: se dovete sognare, sognate cento, così magari si realizza cinquanta. Se sognate solo venti, si realizza sì e no dieci”. Chiosa autoironica sul legame cinefilo con la Disney: se prima del matrimonio i film di riferimento erano tanti, se non tutti, “dopo, solo La bella e la bestia. Descrive molto bene lo stato delle cose con mia moglie!”.
Doppiare un classico Disney non è stimolante solo se sei un esordiente. Anche un professionista come Michele Riondino ha qualcosa da dire in proposito. “Ho inseguito questo desiderio, doppiare un film Disney, per anni. Ho due bimbe piccole, saranno almeno nove anni che si gioca a rileggere le battute, quelle famose e quelle meno note. Questo tipo di doppiaggio è una cosa diversa, è faticoso. Qui non doppi te stesso, o un altro attore. È un personaggio di finzione, devi capire le sue intenzioni dalle espressioni, dalle movenze, dai movimenti della bocca. È stimolante”. La domanda, a turno la rivolgono a tutti e tre, riguarda i sogni e che interpretazione si dia alla parola. Per Riondino, sogno è “il motore che genera il movimento. Inutile sognare per restare fermi. Per andare avanti, serve un’utopia. Mi piace avere desideri che mi costringano a muovermi per inseguirli”.
Un film in bilico tra passato e presente
Il film che celebra il centenario della Disney partecipa alla festa anche e soprattutto imbottendo la storia di citazioni e riferimenti e storie e personaggi iconici, da Biancaneve a Pinocchio. Spetterà al pubblico, precisano i realizzatori, scatenarsi nel decifrare gli omaggi. Loro preferiscono non sbilanciarsi. Quello che Fawn Veerasunthorn chiarisce, del rapporto di Wish con l’eredità Disney, “è che sicuramente, nel configurare Asha, abbiamo pensato alle eroine del passato, personaggi con cui per esempio io sono cresciuta. Ma è anche una donna a suo agio nella propria pelle, e in questo è un’eroina molto moderna. Ha un grande senso dell’umorismo, una cosa che mi piace tantissimo. E un atteggiamento molto positivo quando si tratta di affrontare le difficoltà”.
Chris Buck aggiunge poi che l’animazione del film è “influenzata dal passato e dal suo retaggio, ma non bisogna pensare che d’ora in avanti lo stile sarà questo. Dipenderà da quello che i vari registi decideranno, sulla base delle necessità della storia”. Se il film esprima, nelle cose di cui parla, consonanze con l’attualità, spiega Buck che “abbiamo cominciato a pensarci circa cinque o sei anni fa (2018, ndr), tornando sempre alla nostra eredità: la favola, lo scontro tra il bene e il male”. Il dna di un classico Disney è il mix coloratissimo di animazione e musica. Per Amadeus, “sono mezzi espressivi, il cinema e la musica, più simili di quanto si pensi. Molto liberi. Con una canzone, tu puoi dire cose che a parole non riusciresti. Vale anche per i film”.
Verso la fine della conferenza, Peter Del Vecho conferma che “i capitoli 3 e 4 di Frozen sono in lavorazione, abbiamo una storia interessantissima e che ci piace molto. Ma non dovete prestare attenzione alle anticipazioni online, perché sono totalmente inventate”. Il produttore chiude poi con gli auguri di rito: “Il mio desiderio per Wish è che il film possa portare un po’ di gioia alle persone, soprattutto le famiglie, che andranno a vederlo come una comunità, lasciando i problemi del mondo esterno fuori dalla porta”. Ma vederlo dove? “Sul grande schermo”.
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