Tutti per 1 – 1 per Tutti è il film che segna il ritorno, targato Sky Original, degli attempati moschettieri nati dalla fantasia del regista Giovanni Veronesi: dopo il primo capitolo intitolato Moschettieri del Re – La Penultima Missione, gli attori Pierfrancesco Favino, Valerio Mastandrea e Rocco Papaleo tornano nei panni delle fidate guardie (speciali) della regina di Francia – interpretata da Margherita Buy – per aiutare il piccolo Antonio/Buffon (Federico Ielapi) nella sua missione impossibile. Al loro fianco, figurano anche Giulia Michelini, Sara Ciocca, Giulio Scarpati, Anna Ferzetti e Guido Caprino.
Il cast, insieme al regista Veronesi e ai delegati di produzione e CEO Sky e Indiana Production Nicola Maccanico e Fabrizio Donvito, hanno presentato il film alla stampa prima del suo debutto ufficiale il prossimo 25 dicembre, alle 21.15, in prima assoluta su Sky e disponibile anche on demand e in streaming su NOW TV. Ad aprire la conversazione è stato proprio Maccanico, che ha ricordato l’importanza di questa iniziativa per il pubblico privato delle sale e pronto ad affrontare, in generale, un Natale diverso:
«Questo per noi è un giorno particolare, che ci sta regalando la possibilità di presentare un film così straordinario e con un cast così grande a tutti. Sky è a supporto del cinema, perché crede che il cinema sia un intrattenimento solido e con prospettive profonde, capace di mescolare il suo effetto broadcasting fino a metterlo in connessione con il pubblico. Eppure l’dea che debba essere il pubblico ad inseguire il cinema nei luoghi giusti è un opzione, ma non la prima in questo momento: adesso è il cinema l’arte fondamentale che deve raggiungere il pubblico. Gli eventi in sala possono esistere anche su una piattaforma come Sky; ci vogliono volontà e materia prima.
Ecco, Tutti per 1 – 1 per Tutti è il nostro regalo coraggioso agli abbonati e si riconferma un’operazione che si colloca all’interno di una linea guida precisa che stiamo seguendo, volta a costruire modelli diversi in totale libertà editoriale per portare i film sia in sala, che sulle piattaforme (grazie soprattutto a Vision Distribution). In futuro, sono convinto che alcuni film approderanno in sala come riti collettivi, ma altri non avranno questo passaggio, approdando solo on demand».
Alle parole di Maccanico ha replicato Veronesi, raccontando la sua esperienza sul set, il legame con il cast e da dove ha avuto origine l’idea di adattare un grande classico della letteratura come I Tre Moschettieri per il grande schermo:
«Non immaginate quanto mi sono divertito a vedere loro tre soffrire mentre si sottoponevano ad ore e ore di trucco… e poi indossavano quei costumi così pesanti… quanto mi sono divertito! (Ride, NdA) Poi ho finito per invidiarli, perché interpretare i tre moschettieri – in versione attempata – è sempre emozionante, anche per un attore. La prima volta che ho letto il libro di Dumas risale a cinque o sei anni fa: non si trattava della classica riduzione per adolescenti, bensì della versione completa. Non si tratta di un testo facile per una persona giovane: è intriso di riferimenti politici e a fatica sono arrivato fino in fono alla lettura, non conoscendo così bene il 1600 e tutte le citazioni che Dumas fa nel corso del romanzo. Per me i moschettieri protagonisti di Tutti per 1 – 1 per Tutti sono dei moschettieri inediti e attempati: dei supereroi che invecchiano insieme a me.
Per me questo film non è un seguito: è un prodotto diverso, autonomo. Loro sono gli stessi personaggi di Moschettieri del Re – La Penultima Versione e potrei dirvi che non realizzerò un terzo capitolo, ma potrei allo stesso tempo contraddirmi e realizzarlo lo stesso. Mi piace lavorare sempre con gli stessi attori, un gruppo di persone amiche, e fare tutti insieme delle cose che ci diverte fare: è un gioco il nostro, con regole specifiche da rispettare. Ed è per tale motivo che questo film viene dal mondo dell’infanzia, che è a sua volta un territorio pieno di regole da rispettare e nel quale la fantasia e la libertà si sposano alla perfezione.
Tra gli aspetti che abbiamo cercato di curare di più c’è la colonna sonora, ancora una volta curata da Checco Zalone: se nel primo film avevamo avuto la fortuna di utilizzare una canzone di Adriano Celentano – da sempre restio a concedere i diritti – questa volta è toccata una sorte simile a Franco Battiato. Il suo famosissimo brano La Cura, la canzone d’amore per antonomasia degli ultimi 30-40, è il leitmotiv di Tutti per 1 – 1 per Tutti, perfetta per un film incentrato sugli amori impossibili».
I temi cardine del film sono la fantasia e la libertà: com’è possibile sposarli oggi, nel periodo che stiamo vivendo? Una domanda complessa che si sono posti tutti, soprattutto i tre protagonisti – Favino, Mastandrea (che nel 2021 vedremo nei panni del commissario Ginko nell’atteso Diabolik dei Manetti Bros.) e Papaleo – che hanno raccontato i motivi che li hanno spinti a tornare, di nuovo, nei panni dei moschettieri:
Pierfrancesco Favino: «Prendersi meno sul serio è stata una vera boccata d’aria fresca. La fantasia nascosta dietro al mondo creato da Giovanni per il film è un modo semplice per tornare bambini, e volare infine sulle sue ali veloci. In questo momento storico la fantasia è necessaria: è fondamentale per tutti, ne abbiamo disperatamente bisogno anche se la libertà dev’essere svincolata da quest’ultima, perché dev’essere espressa a prescindere dalle situazioni contingenti. Così in Tutti per 1 – 1 per Tutti i moschettieri si svincolano dai loro giuramenti e dalle regole stringenti che viviamo anche noi nella nostra realtà, una dimensione nella quale la libertà è comunque garantita e dovrebbe essere esercitata di più.
Quando hai la possibilità di misurarti con un personaggio come D’Artagnan, che non ha confini definiti né storici né temporali, un attore ha la possibilità di non relegarsi solo nei termini del probabile e del possibile ma di spaziare: certe linee vengono spostate e si finisce per sconfinare nell’improbabile, cavalcando una linea demenziale che trasforma un moschettiere in un bambinone del 1600. D’Artagnan mi riporta all’idea di gioco che è poi alla base del mio mestiere, che ci porta a sfidare le probabilità e a non avere paura di osare. Poi spesso chi osa viene premiato, soprattutto chi è capace di andare oltre le proprie abitudini.
Questi film che abbiamo realizzato è una carezza necessaria: un family per tutti, destinato appunto proprio alle famiglie come un classico film di Natale. Il mio augurio è che possa far passare due ore spensierate ed emozionanti al pubblico, donando la forza e il conforto di cui tutti abbiamo bisogno al momento. Tutto questo prima di vederlo in sala: se tracciamo un bilancio di quest’anno particolare e faticoso, penso che davvero la leggerezza sia la costante che ci manca e di cui abbiamo bisogno, lo svago di andare ad esempio al cinema».
Valerio Mastandrea: «La fantasia è la possibilità di avere la libertà di pensare “cose”, ed è uno dei motivi per cui svolgiamo questo mestiere: se un film tratta questi elementi in chiave più o meno eroica finisce per essere uno dei compiti del cinema, quello di portare da un’altra parte lo spettatore facendogli vedere realtà mai viste in una chiave inedita. In Tutti per 1 – 1 per Tutti Porthos abbandona un ruolo per inseguire un ideale: ecco un altro tema importante, perché avere degli ideali non è male soprattutto se permette di compiere delle scelte verso gli altri che sono importanti per noi. Oggi viviamo in un mondo diviso tra coloro che vivono solo per loro stessi e quelli che vivono in mezzo agli altri: la mia speranza è che il futuro sia di quest’ultimi.
Per quanto riguarda la mia partecipazione al film invece, mi piace pensare di far ridere – quando ci riesco eh – e non so se catalogare i comici e gli attori in modo distinto: ci sono attori che fanno scelte comiche e commerciali ma funzionano anche in un contenitore più complesso e drammatico: siamo tutti attori e possiamo provare a fare di tutto. Per il film ci siamo tarati sul modello del primo, che è stata una sorta di grande prova generale. Nel secondo film la linea narrativa è più ricca e complessa, ognuno ha fatto il proprio lavoro finendo però per suonare tutti lo stesso strumento».
Rocco Papaleo: «Una volta mio figlio disse: “papà, la fantasia mi consola”. Ecco, immaginarsi cose è una scappatoia dalla realtà per fuggire nel mondo della fantasia, nel quale ritrovo spesso la mia libertà. Il mio approccio alla recitazione è più musicale, e proprio come nella musica passo da un genere all’altro, sono convinto che non ci sia un limite tra attori, comici, illusionisti e saltimbanchi: ognuno di noi riesce, in modo diverso, ha trovare una propria chiave di lettura che si annida nella credibilità, visto che siamo capaci di dare ai personaggi delle sfumature che finiscono per renderli tridimensionali».
Nonostante il dispiacere per non poter vedere Tutti per 1 – 1 per Tutti in sala, Giovanni Veronesi è consapevole della fortuna che ha avuto nel trovare in Sky quella che chiama, letteralmente, “una nuova casa” pronta ad accogliere il suo mondo fantastico, nato dalle suggestioni dei suoi ricordi di bambino:
Giovanni Veronesi: «Rispetto al primo film, qui ho deciso di introdurre un elemento fondamentale che è la presenza dei bambini, perché mi piace raccontare i miei ricordi d’infanzia sullo schermo. C’è molto di me – e dei miei ricordi – nel piccolo protagonista interpretato da Ielapi, da alcune frasi ai modi di comportarsi. Aspettavo da tanto tempo questa occasione, ovvero affiancare dei bambini ai moschettieri protagonisti che sono dei veri e propri supereroi dell’infanzia. Certe volte vorrei non avere dei ricordi: mi mettono tristezza infinita, perfino quelli belli. E più invecchio, più vengono assalito dai ricordi veloci dell’infanzia; cerco sempre di vederli attraverso la lente dell’ironia, nonostante quel velo di malinconia che spesso li avvolge.
Confesso che questo ritorno ai miei ricordi mi ha fatto venire voglia di fare ancora altri film riguardo a questo genere di letteratura, perché ero convinto di aver letto quei libri solitamente destinati all’infanzia – ovvero i grandi classici – ma non e proprio vero fino in fondo: quei romanzi vengono dalla fantasia dei grandi ma parlano alla fantasia dei ragazzi, scatenando la loro immaginazione».