È stata inaugurata ieri, martedì 10 ottobre, l’ipnotica mostra allestita al Museo Nazionale del Cinema di Torino intitolata “The World of Tim Burton – Il mondo di Tim Burton“, che apre ufficialmente i battenti oggi, 11 ottobre 2023, e che resterà aperta al pubblico fino al 7 aprile 2024.
La mostra è dedicata al genio creativo di Tim Burton, artista eclettico (non solo regista, sceneggiatore e produttore, ma anche scrittore, animatore e disegnatore) dietro la realizzazione di alcuni dei film più amati della storia del cinema, da Beetlejuice a Edward mani di forbice, passando per i due iconici Batman con protagonista Michael Keaton, senza dimenticare Ed Wood, Il mistero di Sleepy Hollow, Big Fish, La fabbrica di cioccolato, La sposa cadavere e Sweeney Todd.
“È la prima volta che vengo a Torino e mi piace molto”, dichiara entusiasta Mr. Burton alla conferenza stampa di presentazione della mostra, di fronte ad un nutrito gruppo di giornalisti accorsi da tutta Italia. “Ho già percepito tantissimo affetto da parte del pubblico. La Mole mi piace tantissimo: penso che la sua architettura si sposi alla perfezione con l’allestimento della mostra”.
Ideata e co-curata da Jenny He in collaborazione con lo stesso Burton e adattata da Domenico De Gaetano per il Museo Nazionale del Cinema, la mostra sarà allestita per la prima volta in Italia all’interno della Mole Antonelliana. “Mi ricorda un parco divertimenti, non tanto una mostra allestita in un museo”, aggiunge il regista in merito all’allestimento. “Mi piace tantissimo”.
Un grande viaggio immersivo… e non solo
“The World of Tim Burton” non è solo un grande viaggio immersivo nella mente super creativa di Burton, ma anche un’occasione esclusiva per scoprire a fondo la sua produzione artistica, il suo stile inimitabile e la sua prospettiva specifica. “Non avrei mai immaginato che un giorno sarei stato protagonista di una mostra”, ammette il regista. “È stato assurdo e al tempo stesso incredibile vedere i miei disegni esposti sulle pareti del MoMa di New York. Mi ha dato la possibilità di connettermi con tutte quelle persone che amano il disegno. Ho anche ritrovato cose che neanche ricordavo di aver disegnato”.
Allestita nell’Aula del Tempio, sulla rampa elicoidale e al piano di accoglienza della Mole Antonelliana, la mostra è suddivisa in 9 sezioni tematiche e presenta oltre 550 opere d’arte originali – molte delle quali mai viste prima – che vanno dagli esordi fino ai progetti più recenti, passando per schizzi, disegni, dipinti, fotografie, concept art, storyboard, costumi, opere in movimento, maquette, pupazzi e installazioni scultoree a grandezza naturale.
“Ho iniziato a disegnare da bambino e continuo a farlo ancora oggi”, racconta Burton. “Non sono bravo, ma mi piace. Per me è come una sorta di terapia: uso il disegno per esternare le mie idee ed esplorare il mio subconscio. Non mi importa di chi mi critica perché non sono bravo, lo faccio perché mi piace”.
Sfruttando il verticalismo antonelliano, la mostra permette ai visitatori di immergersi nello straordinario universo di Tim Burton, ripercorrendo le orme del regista ma anche l’evoluzione della sua singolare immaginazione visiva.
Tra realtà e immaginazione
Prima del successo critico e commerciale nei generi live-action e animazione, Burton si è ispirato ai film in televisione, alle animazioni, ai fumetti sui giornali, ai miti e alle favole raccontate a scuola e ad altre forme di cultura popolare, incorporando tutte queste influenze nella sua arte e – ovviamente – anche nei suoi film.
“Ho sempre tratto ispirazione da tutto ciò che mi circonda”, spiega il regista. “Tendo sempre ad osservare la realtà anche mentre sono impegnato a fare altro. Tutto stimola la mia immaginazione. Anche se la parte più importante del cinema è sempre la fantasia: realtà e fantasia, per me, si compenetrano”.
La Masterclass
Tim Burton sarà anche protagonista di una straordinaria Masterclass che si svolgerà nella giornata di oggi, alle ore 18:30 presso il Museo Nazionale del Cinema. Prima dell’inizio della Masterclass, condotta da Piera Detassis, il regista riceverà il premio “Stella della Mole” per il suo contributo visionario e innovativo alla storia del cinema.
Subito dopo, Burton incontrerà il pubblico al Cinema Massimo dove, alle ore 20:30, introdurrà la proiezione di uno dei suoi film più famosi, Beetlejuice – Spiritello porcello del 1988, il cui sequel è attualmente in fase di produzione (le riprese riprenderanno dopo la fine dello sciopero della SAG-AFTRA). A proposito di questa scelta, il regista ha detto: “Ho scelto di proiettare questo film perché ho girato un sequel a 35 anni di distanza. L’ho quasi finito e mi è sembrato piuttosto strano riproporlo a distanza di così tanti anni”.
La seconda stagione di Mercoledì
E a proposito di progetti futuri, durante la conferenza stampa Burton ha avuto modo di aggiornare brevemente non solo sulla seconda attesissima stagione della serie Mercoledì, ma anche su ciò che gli piacerebbe ancora raccontare: “Abbiamo cominciato a scriverla, ma come sapete c’è stato uno sciopero di mezzo, quello degli sceneggiatori, quindi stiamo risolvendo una serie di problemi. Adoro il personaggio di Mercoledì, specie quel suo lato da adolescente disturbata. Ho sempre pensato fosse un personaggio scritto per me”.
“Per quanto riguarda il futuro… Ho ancora molte idee, ma spesso arrivano quando non è il momento giusto. A volte rimangono lì, a sedimentare per molto tempo, e solo dopo le riprendo e alla fine le uso”, aggiunge. “Ho ancora voglia di fare cinema. Le persone ne sono ancora innamorate. Fortunatamente, lo streaming non l’ha ancora sostituito del tutto”.
Il futuro del cinema
A questo punto, il regista si è lasciato andare ad una riflessione più ampia nella quali gli è stato chiesto il suo punto di vista su diversi aspetti che riguardano la situazione attuale dell’industria cinematografica. “È strano… Tutto può essere positivo o negativo a seconda dell’uso che se ne fa”, ha detto in merito alla cruciale e spinosa questione dell’impiego dell’intelligenza artificiale nell’audiovisivo. “Ero dubbioso anche sull’adattamento in live action di Dumbo, e invece alla fine è venuto fuori un buon prodotto”.
“Penso che il segreto sia usare la tecnologia in modo positivo”, prosegue Burton. “Anche il passaggio dalla pellicola al digitale è stato difficile. Personalmente, amo la pellicola e le sensazioni che regala… Forse il digitale restituisce più energia senza rinunciare alle sensazioni della pellicola. Non nascondo, oggi, di essere un po’ preoccupato per il futuro del cinema, ma finché le persone continueranno ad amarlo, io sono tranquillo”.
In occasione della mostra “The World of Tim Burton“, il Museo Nazionale del Cinema ha in programma al Cinema Massimo la retrospettiva completa dei lungometraggi del regista che sarà suddivisa tra novembre e febbraio 2023, e a cui si aggiungerà una “carta bianca” con una manciata di film amati dallo stesso Burton e che hanno contribuito a formare il suo sguardo unico nel panorama internazionale.
“Mi piace identificarmi con i miei personaggi. Cerco sempre qualcosa di personale nelle storie che voglio raccontare in modo da regalare emozioni alle persone e stabilire con loro un rapporto”, ha dichiarato il regista alla fine della conferenza. “Tutto quello che vedrete in questa mostra è personale. Spesso mi sento come uno degli ultimi che ho rappresentato nei miei disegni. Non so se esiste un mio erede, ma soltanto perché ho avuto un percorso complesso e tortuoso. Forse è difficile che ci sia”.