Sembrava scritto nel destino che Tim Burton (Edward mani di forbice, Dumbo) e il mondo della famiglia Addams – personaggi creati dal cartoonist Charles Addams – dovessero, prima o poi, incontrarsi. Il regista che, meglio di chiunque altro, ha saputo raccontare gli incompresi e la stramba famiglia di outcast con la propensione per il macabro, finalmente, incroceranno le loro strade nella serie tv dedicata alla primogenita di Gomez e Morticia, Mercoledì (disponibile su Netflix dal 23 novembre). Un match made in heaven che gli ammiratori della mente dietro Nightmare Before Christmas aspettavano da anni.
Lo show in otto episodi, con Jenna Ortega (Scream, X – A Sexy Horror Story) nel ruolo della titolare, viene presentato come un mystery dai toni investigativi e sovrannaturali, ambientato durante l’adolescenza della protagonista. Vedremo Mercoledì, per la prima volta, alle prese con una realtà prettamente teen, quella della Nevermore Academy, una scuola alquanto atipica. Ma non saranno, naturalmente, problemi da comune adolescente quelli che dovrà affrontare: poteri paranormali, una serie di mostruosi omicidi da sventare e un mistero da risolvere, in cui 25 anni prima sono stati coinvolti anche i suoi genitori (qui interpretati da Catherine Zeta Jones e Luis Guzmán).
Quale migliore occasione per presentare questa attesa produzione al Lucca Comics & Games 2022, una delle più importanti kermesse dedicate al mondo dei fumetti e a quello della cultura pop, tornata proprio quest’anno, dopo il periodo pandemico, in piena attività. Nella splendida cornice del Teatro del Giglio, alla presenza della stampa e di alcuni eccitati fan in cosplay, Burton ha avuto modo di parlare esaustivamente della serie co-creata con Alfred Gough e Miles Millar (Shannara, Into the Badlands).
“Sono cresciuto guardando la serie tv [La famiglia Addams] e leggendo le vignette originali di Charles Addams. Per me sono stati una grande fonte di ispirazione; soprattutto ho sempre sentito una grande connessione con il personaggio di Mercoledì. Mi sentivo come Mercoledì quando ero un ragazzo, con il suo stesso punto di vista in bianco e nero. Lei è sempre stata rappresentata come una bambina, e ho sempre avuto il desiderio di vedere come potesse essere da teenager; il suo modo di comportarsi a scuola, con la sua famiglia, con il terapista…” ha spiegato Burton, illustrando l’interesse che lo ha portato alla realizzazione della serie Netflix.
La centralità dei social network
Un nuovo punto di vista con cui immergersi nel mondo della famiglia Addams; personaggi, secondo il regista, ancora attutali perché rappresentato “la famiglia stramba per eccellenza. Anche perché, in realtà, quasi tutte le famiglie sono strane; quindi è facile per chiunque identificarsi con loro. La maggior parte dei ragazzini che conosco si sentono imbarazzati dai propri genitori, così come Mercoledì lo è da Morticia e Gomez”.
Uno show che non sarebbe lo stesso senza il suo strepitoso cast (oltre Jones e Guzmán, presenti anche Fred Armisen nel ruolo di Fester e Isaac Ordonez in quelli di Pugsley), in cui brilla particolarmente la protagonista Jenna Ortega, come dichiarato dallo stesso Tim Burton: “[Mercoledì] è un personaggio iconico; è difficile offrire una nuova interpretazione che sia all’altezza. Per me questo show non sarebbe stato possibile senza Jenna; è riuscita a fare suo il personaggio. Ci è riuscita grazie ai suoi occhi espressivi e alla forza del suo carattere; lei è una persona molto forte, proprio quello che serviva a Mercoledì. Bisognava riuscire a trasmettere questo personaggio che è bianco e nero, ma lasciando intravedere anche qualche sfumatura di grigio, senza però snaturarlo”.
In Mercoledì trova spazio anche una riflessione sulla centralità dei social network nella nostra società, una mania a cui non sfuggono nemmeno gli studenti della Nevermore Academy. Un atteggiamento, naturalmente, snobbato dalla nostra cupa eroina, vicina al pensiero dello stesso autore della serie: “Internet mi spaventa. Ho sempre paura, quando lo utilizzo, di venire risucchiato in un buco nero di video buffi con i gattini (risate, NdR). Sono un po’ restio all’utilizzo del mezzo, come Mercoledì, ma capisco che possa essere utile”.
Una produzione diversa dal solito
Nella serie, Tim Burton rinnova la sua collaborazione con il compositore Danny Elfman, un sodalizio che dura sin dal primo film del regista, Pee-wee’s Big Adventure: “Io e Danny siamo amici da una vita, abbiamo un lungo passato di collaborazione. Questo perché condividiamo gli stessi gusti, amiamo gli stessi tipi di film. È molto facile lavorare con lui; lo tratto come se fosse uno degli attori, perché alla fine la musica è come se fosse un altro personaggio del film o della serie. È stato fantastico che abbia accettato di venire a lavorare sulla serie, visto che nel frattempo è tornato ad essere una rockstar (risate, NdR)”.
Fondamentale anche l’apporto portato allo show dalla costumista, quattro volte premio Oscar, Colleen Atwood (Alice in Wonderland): “Ho lavorato con Colleen tante volte. Con lei è stato divertente creare diversi costumi per Mercoledì, un personaggio che di solito è stato presentato sempre con il solito look. Lo stesso vale per i costumi degli altri personaggi che popolano la Nevermore Academy; è un aspetto fondamentale per rendere vivo quel mondo, per renderlo diverso da ogni altro”.
Un tipo di produzione diverso dal solito per Tim Burton, per la prima volta a confronto con la serialità televisiva. Un ruolo leggermente differente da quello rivestito nei suoi lavori per il grande schermo, dove si è ritrovato a collaborare anche con altri registi (Burton ha diretto i primi quattro episodi, i restanti vedono dietro la macchina da presa Gandja Monteiro e James Marshall): “Mi sono divertito a realizzare un lavoro con dei ritmi narrativi diversi, più lenti rispetto a quelli cinematografici. Per quanto riguarda gli altri registi, io ho impostato il tono e loro hanno fatto le loro cose cercando di seguire la linea da me tracciata. Hanno tratto ispirazione da me e io da loro, è un dare e avere. Non è stato tanto diverso dal lavorare ad un film: in entrambi i casi, si parla sempre di una collaborazione, di una sorta di famiglia un po’ strana. Detto questo, il cinema rimane il mio primo amore. Credo che oggi ci sia ancora spazio per lui.”