È stata presentata oggi, in concorso nella sezione “Berlinale Series” alla 73° edizione del Festival Internazionale del Cinema di Berlino, la nuova serie originale italiana Disney+ dal titolo The Good Mothers, candidata al “Berlinale Series Award”, premio istituito quest’anno nonché il primo dedicato alla serialità nella storia del Festival.
La serie, che racconta la ‘ndrangheta interamente dal punto di vista delle donne che hanno osato sfidarla, è prodotta da House Productions in collaborazione con Wildside, società del gruppo Fremantle, ed è basata sull’omonimo bestseller del giornalista Alex Perry, premiato dalla Foreign Press Association. Il romanzo è stato adattato per il piccolo schermo dallo sceneggiatore Stephen Butchard (The Last Kingdom), mentre dietro la macchina da presa troviamo il regista britannico Julian Jarrold (Becoming Jane, The Crown) e la regista italiana Elisa Amoruso (Chiara Ferragni – Unposted, Time Is Up).
“Non sapevo nulla della ‘ndrangheta e leggere la sceneggiatura di Stephen mi ha davvero aperto gli occhi”, ha dichiarato Julian Jarrold. “L’aspetto più interessante, per me, era riuscire a cogliere l’autenticità della storia di queste donne che la ‘ndrangheta hanno osato sfidarla”. “Per me è stata un’esperienza incredibile lavorare a questa serie”, ha spiegato invece Elisa Amoruso. “Nonostante conoscessi il fenomeno della ‘ndrangheta e le storie vere di queste donne, leggere il libro di Alex prima e la sceneggiatura di Stephen dopo mi ha fatto capire quanto fosse necessario raccontare la mafia dal punto di vista delle donne, regalando alla storia di queste donne un pubblico più ampio possibile”.

Donne in gabbia: i volti di The Good Mothers
The Good Mothers ripercorre le vicende di Giuseppina Pesce, Maria Concetta Cacciola e Denise Cosco (figlia di Lea Garofalo), tre donne che osarono contrapporsi alla ‘ndrangheta, nota e temuta per il suo pugno di ferro e il potere insidioso. Ad aiutarle, la P.M. Anna Colace che, appena arrivata in Calabria, decide di mettere in atto una strategia che comporterà grandi rischi: per abbattere i clan della ‘ndrangheta, è necessario puntare alle donne.
A vestire i panni di Giuseppina Pesce troviamo Valentina Bellé, mentre Maria Concetta Cacciola è interpretata da Simona DiStefano. Nel ruolo di Denis Cosco, invece, c’è Gaia Girace (nota per il ruolo di Lila nelle prime tre stagioni dell’acclamata serie L’amica geniale), mentre sua madre Lea Garofalo ha il volto di Micaela Ramazzotti. Nelle vesti della P.M. Anna Colace, invece, troviamo Barbara Chichiarelli.
“Sono orgogliosa di aver preso parte a questa serie”, ha dichiarato Micaela Ramazzotti. “Lea Garofalo è cresciuta nella paura e nell’omertà, ma è riuscita comunque ad opporsi alla ‘ndrangheta, consapevole di quale sarebbe potuto essere il suo destino. L’aspetto più incredibile della sua storia è il fatto che sia riuscita a trasmettere la sua forza e il suo coraggio, nonché il desiderio di libertà e indipendenza, a sua figlia Denise”.
“Ho sempre desiderato poter raccontare storie di donne coraggiose”, ha spiegato Simona DiStefano. “In questo caso, si trattava di raccontare donne che hanno lottato in silenzioso e che forse sono state dimenticate. Avere la possibilità di farle rivivere sullo schermo è motivo di grande gioia e di grande orgoglio per me”. “Non conoscevo bene la storia e le dinamiche della ‘ndrangheta”, ha raccontato invece Valentina Bellé. “Proprio per questo, è stato un viaggio di scoperta molto interessante. Al di là delle storie vere, però, un aspetto che secondo me è davvero importante è rappresentato proprio dal concetto di ‘buone madri’: che cosa vuole dire essere una buona madre? Cosa faceva di queste donne delle buone madri? Sono questi gli interrogativi più stimolanti che la serie pone. Queste donne acquisiscono consapevolezza della libertà non soltanto per i propri figli ma anche per loro stesse”.
“La ‘ndrangheta è sempre stata raccontata dal punto di vista maschile”, ha aggiunto Gaia Girace. “Il bello, questa volta, è che viene raccontata dal punto di vista femminile, dal punto di vista di donne che nella loro vita sono sempre state concepite come vittime. Sono donne che sono state costrette a piegarsi tutta la vita al volere dell’uomo, ma che a un certo punto sono riuscite a ribellarsi, a reclamare un senso di giustizia e un bisogno di far luce sulla verità, anche a costo di perdere la loro stessa vita. Spero che questa serie lanci davvero un messaggio di speranza”.

Raccontare la mafia dal punto di vista femminile
The Good Mothers è un’opera corale e sfaccettata che racconta la storia vera di tre donne, cresciute all’interno dei più feroci e ricchi clan della ‘ndrangheta, che decidono di collaborare con una coraggiosa magistrata che lavora per distruggerla dall’interno. Queste donne combatteranno contro le loro stesse famiglie per il diritto di sopravvivere e di costruire un nuovo futuro per se stesse e per i loro figli.
“Dopo tanti film e tante serie che hanno raccontato la mafia dal punto di vista maschile, e che spesso hanno glorificato la violenza, c’era bisogno di una prospettiva nuova, fresca”, ha sottolineato Julian Jarrold. “C’era bisogno di un nuovo modo di raccontare questo tipo di storie e di offrire al pubblico un nuovo punto di vista su certe realtà terribili”. “La prospettiva di questa serie è completamente diversa. Il nostro obiettivo era restare vicino a questi personaggi e raccontare i loro veri sentimenti”, ha specificato poi Elisa Amoruso. “Queste donne hanno vissuto come animali in gabbia ed è proprio questa sensazione di ingabbiamento che volevamo restituire allo spettatore, sfruttando al massimo i luoghi in cui abbiamo girato e, soprattutto, gli spazi chiusi, ristretti e angusti”.
Ma come si inserisce una serie dalle sfumature così tragiche e drammatiche come The Good Mothers all’interno di un catalogo come quello di Disney+? Ad esprimersi sull’annosa questione è stato Alessandro Saba, Head of Original Content per The Walt Disney Company Italia: “Ci siamo interrogati tantissimo sui temi affrontati dalla serie. Ancora la mafia? Ancora la ‘ndrangheta? Fortunatamente è arrivata una storia che raccontava queste realtà da una nuova angolazione, che non riguardava quel cosiddetto ‘fascino del male’ portato sullo schermo tante volte, ma riguardava la psicologia dell’oppressione e il coraggio di riuscire a liberarsene. Per Disney è fondamentale trovare sempre un nuovo modo di raccontare le storie – soprattutto le storie italiane che arrivano anche all’estero – senza alcuna enfasi né retorica”.
The Good Mothers debutterà il 5 aprile in Europa su Disney+, con tutti i sei episodi disponibili al lancio. Questa sera, martedì 21 febbraio, al Festival Internazionale del Cinema di Berlino, saranno presentati in anteprima mondiale i primi due episodi.