giovedì, Ottobre 10, 2024
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Strange World – Un mondo misterioso: una lettera d’amore intergenerazionale alla Terra

Arriva nelle sale dal 23 novembre Strange World – Un mondo misterioso, il nuovo film di Natale della Disney, una lettera d'amore intergenerazionale alla Terra.

Strange World – Un mondo misterioso è il titolo che segna il ritorno di un film d’animazione targato Walt Disney Animation Studios al cinema d’intrattenimento, d’avventura e pura azione, guardando – con una certa malinconia – a modelli e canoni cari alle produzioni anni ’80, sfruttando anche il linguaggio (e l’estetica) del fumetto.

Tutti elementi ben sottolineati dalle menti creative dietro questo ennesimo successo, ovvero il regista Don Hall (già Premio Oscar per Big Hero 6 e autore di Raya e l’ultimo Drago), lo sceneggiatore Qui Nguyen e il produttore Roy Conli, fautore di molti dei successi appena elencati. Tre assi per presentare questo nuovo, avvincente, progetto alla stampa italiana in occasione della prossima uscita nelle sale, prevista per il 23 novembre. Al loro fianco, le tre voci italiane del progetto: Francesco Pannofino, Marco Bocci (qui al debutto come doppiatore) e Lorenzo Crisci, oltre a Michele Bravi e Federica Abbate, autori del tema principale della colonna sonora.

Uno degli aspetti più interessanti di Strange World è legato alla capacità di raccontare, attraverso il filtro di un’epica avventura, ben tre generazioni mettendole a confronto: un nipote teenager – emblema della Generazione Z – un padre e un nonno, descritti senza mai cadere nella banalità della retorica e mostrando quanto possa essere difficile emanciparsi dall’ombra di chi ci circonda. «Si è spesso tentati di seguire le orme dei propri genitori o dei nonni nella vita», ha dichiarato l’attore Marco Bocci, «ma la vera sfida è seguire una propria individualità. Capisco il rispetto nei confronti delle loro ombre, ma c’è bisogno di seguire se stessi mettendosi in gioco, e noi – attraverso il doppiaggio – abbiamo cercato proprio di restituire questa emozione in maniera più che realistica».

Non c’è dubbio che già nel titolo Strange World contenga un forte riferimento a un universo specifico: quello dei fumetti, soprattutto di genere pulp, che popolavano l’immaginario di genere (ma non solo) degli anni ’20, ’30 e ’40 americani. Un titolo che “suonava fico” secondo il regista Hall, perché ha preso ispirazione da albi a fumetti come Amazing Tales, quelli che anche Nguyen considera fondamentali come fonti di partenza che hanno influenzato non solo la loro creatività, ma soprattutto l’intero processo di scrittura permeato da un’atmosfera sempre vicina tanto alle riviste a fumetti degli anni ’80 quanto ai testi fondamentali per il passaggio dal XIX al XX Secolo, capisaldi fondamentali del genere avventuroso sulla falsariga dell’opera, ad esempio, di Jules Verne.

Tra le altre forti suggestioni presenti, Hall e soci hanno citato «Indiana Jones ma anche un classico come King Kong, un film perfetto per questo genere di film avventuroso nel quale un gruppo di esploratori va a caccia di creature nascoste, in un mondo perduto che ricorda da vicino una versione moderna di Jurrasic Park. Inoltre, per costruire i vari rapporti padri-figli presenti all’interno di Strange World abbiamo guardato ad un grande classico come… Quel treno per Yuma, che non ha niente a che vedere con la nostra opera in termini diretti, ma ruota attorno all’eredità dello stesso tema».

I personaggi come antagonisti di loro stessi

Ed è proprio lo stesso regista a raccontare, nel dettaglio, dell’approccio adottato nei confronti del film d’animazione soprattutto in relazione ad un argomento così impegnativo come quello dell’ereditarietà, che attraversa l’intera sceneggiatura dividendo la scena con altri temi impegnativi che spaziano dall’ambientalismo fino ad approdare all’identità sessuale e ai legami familiari.

«Dopo aver partecipato ad Oceania, avevo già iniziato a pensare a quale tipo di film avrei potuto girare. Così ho pensato: che mondo avrebbero ereditato i figli? E io, che mondo ho ereditato invece dai miei genitori? Quindi ho immaginato questa storia che poteva essere interpretata attraverso gli occhi di tre differenti generazioni calate all’interno di una vicenda d’avventura, divertente, allegra e incentrata anche sul tema della salvaguardia dell’ambiente. Ethan, il protagonista di Strange World era nato già ben definito nel mio cervello e non è mai cambiato rispetto alla prima visione che ne avevo: siamo tutti orgogliosi di averlo portato così sullo schermo, perché è importante che il nostro pubblico si identifichi con i personaggi che vede sullo schermo».

Una delle caratteristiche che balza più agli occhi, leggendo la sinossi di Strange World, è l’evidente mancanza di un vero e proprio villain centrale: per quanto siano figure amate perfino dagli stessi creativi della Disney, questa volta si è deciso di intraprendere una strada diversa, ponendo gli stessi protagonisti come antagonisti di loro stessi.

A tal proposito, lo sceneggiatore Qui Nguyen ha aggiunto: «Quattro anni fa ho scritto il primo pitch di Strange World, chiedendomi dove avrei trovato quel mix di intrattenimento, umorismo e cuore in una storia generazionale, concepita proprio come una lettera d’amore ai nostri figli e ai genitori. Siamo partiti già con l’intento di realizzare qualcosa sul tema dell’ambiente, poi alla fine abbiamo virato verso la tradizionale avventura con, al centro, una famiglia protagonista, capace di coinvolgere il pubblico in una visione collettiva. Cercavamo di realizzare un moderno classico Disney che non sfigurasse a fianco a Dumbo, Frozen o Pinocchio.

Per noi era importante lasciare una traccia significativa per le generazioni future. Abbiamo scientemente evitato di trasformare qualche personaggio in un villain perché, di fondo, nessuno si identifica con un character del genere: si crea un’empatia basata sulla loro curiosità, sulla voglia di esplorare che li muove e ci si identifica nella lotta generazionale che intercorre tra Ethan, suo padre e suo nonno. Il giovane teenager deve – e vuole – crescere per trovare una sua indipendenza, liberandosi dal peso di personaggi perfettamente pieni di difetti che li trasformano nei migliori nemici di loro stessi, soprattutto nel rapporto tra uomo e natura. E ci sembrava importante, in quest’ottica, riuscire a trasmettere un altro messaggio: che è necessario curare le ferite che rimangono dopo gli errori commessi».

Il legame inscindibile tra il nostro pianeta e noi

Ferite da curare e lenire, ma anche un elogio alla resilienza umana: sono queste le riflessioni che contaminano il testo di “Antifragili”, tema principale italiano scritto e interpretato dalla coppia Federica Abbate e Michele Bravi, che così hanno spiegato il loro intento.

«Per scrivere Antifragili, ci siamo ispirati ad un libro – un saggio – meraviglioso dal titolo quasi omonimo, scritto da un autore libanese ma naturalizzato statunitense. Il suo messaggio era che gli esseri umani hanno la grande capacità di rompersi e poi rimarginare le proprie ferite, fino a guarire; un’abilità che, in quanto esseri viventi, abbiamo solo noi. Antifragili è, quindi, il nostro modo per dire che esiste un modo per rimarginarsi e che anche il pianeta Terra può guarire dalle ferite inferte dagli uomini: qual è il nostro rapporto con questo essere vivente speciale? E cosa stiamo facendo per salvarla e permetterle di guarire?»

Ecco il cuore pulsante di Strange World – Un Mondo Misterioso, quell’analisi del legame inscindibile tra il nostro pianeta e noi, terrestri, che siamo passeggeri in transito spesso incapaci di rispettare le naturali esigenze del globo, finendo per sfruttarlo in modo aggressivo e indiscriminato.

A tal proposito, Don Hall ha aggiunto: «Il film inizia palesemente con l’uomo posto contro la natura. Lo spettatore scambia ciò che vede per uno scontro tra l’essere umano e i mostri, ma l’ovvio si aggira rovesciando convenzioni e luoghi comuni, fino a capovolgerli. Da un punto di vista ambientale, poi, abbiamo diversi argomenti su cui lavorare: il cambiamento climatico colpisce tutti, e spero davvero che il film possa essere parte di una discussione collettiva, risvegliando le coscienze delle persone una volta uscite dal cinema, riflettendo su parole come responsabilità ed eredità, nonostante le differenze che intercorrono tra le varie generazioni».

Guarda il trailer ufficiale di Strange World

Ludovica Ottaviani
Ludovica Ottaviani
Imbrattatrice di sudate carte a tempo perso, irrimediabilmente innamorata della settima arte da sempre | Film del cuore: Lo Chiamavano Jeeg Robot | Il più grande regista: Quentin Tarantino | Attore preferito: Gary Oldman | La citazione più bella: "Le parole più belle al mondo non sono Ti Amo, ma È Benigno." (Il Dormiglione)

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