Damiano, Chiara, Don Mimì, Ninella, padre Gianni e tutto il loro microcosmo di Polignano a Mare sono pronti a tornare, e proprio in occasione delle prossime festività. Dopo il successo di Io Che Amo Solo Te, Marco Ponti torna a dirigere lo stesso cast della precedente avventura nel seguito La Cena di Natale, che vede protagonisti Riccardo Scamarcio, Laura Chiatti, Michele Placido, Maria Pia Calzone, Antonella Attili, Eugenio Franceschini, Antonio Gerardi, Veronica Pivetti, Eva Riccobono, Dario Aita e Giulia Elettra Gorietti.
Tutti insieme (inclusi i delegati Rai Cinema e Fulvio e Federica Lucisano, l’autore Luca Bianchini e la cantante Emma Marrone) hanno presentato ieri la loro ultima fatica alla stampa italiana.
Dopo ver visto Io che Amo Solo Te il pubblico era in attesa di un sequel: voi eravate tentati da quest’idea, oppure dalla voglia di adattare tutto per un format TV?
Luca Bianchini: “Parlavo spontaneamente di un ipotetico seguito del libro proprio mentre stavamo presentando il film in giro per l’Italia: è stato Marco Ponti a suggerire l’idea di creare una nuova avventura delle vicende di Damiano, Chiara, Ninella, Don Mimì & co. facendoli ritrovare tutti insieme per un’occasione di festa… magari una bella cena di Natale, per esempio. Ovviamente per lavorare su un prodotto audiovisivo abbiamo dovuto adattare il romanzo, altrimenti troppo breve, aggiungendo situazioni, luoghi, personaggi, ampliando e costruendolo in modo diverso per evitare che durasse soltanto 40 minuti!”
Marco Ponti: “Come punti di riferimento avevamo il seguito del romanzo – pubblicato già in libreria – e il primo film, come modello dal quale partire per ampliare la nostra storia narrata in La Cena di Natale; ci siamo resi conto, mentre lavoravamo, che I personaggi non erano più una “propietà private” di nessuno di noi, nemmeno dell’autore: erano di dominio pubblico e collettivo, ed ognuno si aspettava qualcosa di nuovo da loro. Il processo creative per “riportarli” in vita ha coinvolto non solo me, ma ovviamente anche Luca egli attori coinvolti in prima persona nel progetto, e tutto questo è stato possibile solo grazie alla collaborazione dei nostril produttori che ci hanno dato carta Bianca per la nostra creatività, pur ponendoci sempre davanti dei “paletti” da rispettare.”
Federica Lucisano: “Siccome abbiamo amato moltissimo il primo film anche noi – sia da spettatori che da produttori – per cui ci aspettavamo un bel seguito degno del primo capitol: abbiamo iniziato a rinunirci per avviare un processo di brainstorming per influenzarci a vicenda scambiandoci le idee.”
A firmare la colonna sonora è stata Emma Marrone, cantante di origini salentine, che ha realizzato il brano che si può ascoltare nei titoli di coda del film (e dal titolo Quando Le Canzoni Finiranno) e che è stato creato appositamente per l’occasione, cercando di concentrare in se stesso l’essenza stessa del film: ovvero l’imprevedibilità dell’amore, una vera incognita impossibile da prevedere (un po’ come l’esito della cena di Natale). Il video del brano è stato diretto sempre da Ponti stesso.
Quanto vi siete ispirati ai modelli storici della commedia all’italiana ed internazionale, ma soprattutto quanto spazio avete lasciato all’improvvisazione in scena?
Marco Ponti: “Per realizzare una commedia oggi è impossibile svincolarsi dai modelli originali dei grandi maestri, come Ettore Scola o Mario Monicelli; spesso, anche con Riccardo Scamarcio, sul set citavamo il Pietro Germi di Divorzio all’Italiana o Signore e Signori per via dei personaggi che sapeva creare, evocare e portare in scena: personalità complesse che veicolavano un conflitto, erano palesemente esecrabili ma, allo stesso tempo, erano gli unici capaci di avviare un percorso d’evoluzione per loro stessi, come accade ad esempio al personaggio di Damiano, che continua a commettere degli errori (spesso anche grossolani) pur essendo sempre pronto ad essere proiettato verso il futuro.”
Riccardo Scamarcio: “L’idea, maturata già durante il primo film e cresciuta man mano che lavoravamo sull’adattamento al secondo, era quella di caricare il mio personaggio – Damiano – di responsabilità sempre crescenti tanto da renderlo proprio lo strumento finale del conflitto, adattandosi in tal modo alla pura tradizione della commedia all’italiana, volta a smascherare i comportamenti umani ipocriti delineando personaggi che, nonostante I numerosi difetti macroscopici che li affliggono, siano in grado di creare empatia con il pubblico.”
Marco Ponti: “L’importante, per noi, era provare affetto per I personaggi ma, prima ancora, per le persone in generale anche quando non agiscono nel bene, sbagliando.”
Come sceglie Riccardo Scamarcio i propri progetti cinematografici?
Riccardo Scamarcio: “Di solito scelgo I progetti in base alle persone coinvolte e con le quali andrò a lavorare: potete immaginare, quindi, la mia sorpresa e la mia gioia nel ritrovare sul set Laura Chiatti, con la quale ci conosciamo da vent’anni e abbiamo condiviso ben cinque set. Quando scelgo, una discriminante fondamentale che influenza la mia scelta è il concetto di “arte d’adattarsi”: da quando si scrive un film a quando si iniziano, effettivamente, le riprese, di solito passa tanto tempo (si parla di anni) influenzato da variabili come le disponibilità, l’apertura, l’elasticità mentale che coinvolgono le persone interpellate e tirate in causa; e questo discorso è valido – a maggior ragione – quando si è alle prese con budget ridotti.”
Nel film è forte la tematica delle coppie omosessuali: il personaggio di Orlando (Eugenio Franceschini) fratello di Damiano,che trova l’amore con Mario (Dario Aita) e poi la migliore amica del primo, Daniela (Eva Riccobono) che vuole a tutti I costi un figlio e decide di concepirlo proprio con il suo amico del cuore. E tutta questa colorata girandole di intrighi e passioni riesce a svincolarsi dal cliché macchiettistico: cosa potete dire in merito?
Eugenio Franceschini: “Io e Dario siamo molto amici da tanto tempo, per cui lavorare insieme e alle prese con due ruoli così delicati è stato – ovviamente – più facile.”
Dario Aita: “Io non mi sono mai posto problem a proposito della sessualità di Mario e Orlando: ho solo pensato a come raccontare, nel migliore dei modi, una storia d’amore… quindi, quello che vedete sullo schermo è il risultato.”
Eva Riccobono: “Nel primo film il mio personaggio, Daniela, era più comico, un personaggio più eccentric e di rottura. In questa seconda avventura, invece, ha il desiderio di diventare madre e di crescere un bambino con la sua compagna, che ama. E chi meglio del suo migliore amico Orlando può essere il padre biologico del piccolo?”
Il film mette in scena un duello femminile, un vero e proprio “Eva contro Eva” tra Ninella e Matilde, rispettivamente l’amante – e amata – di Don Mimì e la moglie. Com’è stato, sul set, il rapporto tra Maria Pia Calzone e Antonella Attili?
Maria Pia Calzone: “Noi due in realtà abbiamo improvvisato parecchio sul set, cercando di sfruttare al meglio il potenziale di ogni scena e senza restare ingabbiate in nessun tipo di archetipo specifico.”
Antonella Attili: “Io poi, finalmente, ho avuto la mia grande occasione per mostrare un mio lato diverso, lontana dai soliti toni drammatici: solo grazie all’improvvisazione e ai suggerimenti sul set sono riuscita a creare il personaggio di Matilde, cercando di allontanarmi dalla macchietta per cercare di strutturare una vera e propria personalità complessa e tridimensionale.”
La Cena di Natale uscirà nelle sale italiane il prossimo 24 novembre distribuito da 01.