Finalmente l’attesa è finita. Gomorra La Serie torna su Sky Atlantic HD con la terza stagione, Gomorra 3: nuovi colpi di scena, perdite e ritorni significativi (qui il trailer ufficiale). Proprio come riporta l’emblematica tagline: “I re cadono, i fantasmi ritornano, la guerra ricomincia”.
Il cast, capitanato dai mattatori Salvatore Esposito e Marco D’Amore, insieme alle “regine” Cristiana Dell’Anna e Cristina Donadio, oltre alle new entry Arturo Muselli e Loris De Luna; i registi Claudio Cupellini e Francesca Comencini (subentrati a Stefano Sollima al timone di regia), gli sceneggiatori Leonardo Fasoli e Maddalena Ravagli oltre ai delegati Sky e ai rappresentati della Cattleya e Fandango (che hanno prodotto la serie) hanno presentato, tutti insieme, Gomorra 3 alla stampa presente all’evento, in occasione anche dell’uscita esclusiva in sala dei primi due episodi della serie.
Gomorra 3: cast e registi presentano a Roma la terza stagione
Davvero una grande occasione e una conquista inaspettata perfino per un colosso come Sky: nessuno di loro, quando hanno iniziato anni fa con la prima stagione, si sarebbero mai immaginati un così lungimirante successo in continua crescita. E i primi due episodi arrivano al cinema proprio per soddisfare la curiosità insaziabile dei fan.
Infatti, in oltre 300 sale italiane selezionate, il 14 e il 15 novembre (in accordo con Sky e Vision Distribution) arriveranno i primi episodi di Gomorra 3, proiettati sul grande schermo per tentare un inedito esperimento di marketing audiovisivo, provando anche a rilanciare il rituale “incontro” in sala durante la settimana, e non solo nel weekend, elemento che molto spesso determina il successo – o viceversa – di molti prodotti chiave della nostra industria audiovisiva.
La tv contamina il cinema, e il cinema influenza la tv quindi: in un accordo inedito, si tenta la via internazionale sulla scia del modello americano, aumentando lievemente il budget a disposizione e puntando, soprattutto, sullo sfruttamento della serie all’estero, sul successo clamoroso che sta riscuotendo fuori dall’Italia – pur essendo, a tutti gli effetti, un prodotto esportabile del nostro made in Italy – e sul nuovo trend stilistico che sta dettando oltre i nostri confini: dopo local is the new global, Gomorra La Serie is the new global.
A tal proposito, aggiunge Riccardo Tozzi della Cattleya:
«Credo sia fondamentale notare come, certe volte, le cose progettate accadono. Già con Romanzo Criminale avevamo pensato a un ritorno al genere, e alla fine alla lunga ha funzionato. In Gomorra 3 vogliamo dare continuità: bisogna dare continuità ma introducendo delle considerevoli novità e battendo i tempi. È una serie stilistica, tragica, familiare, rituale: è un processo sacrificale dove tutti corrono verso la morte, immortalati in un complesso valzer catartico dal sapore shakespeariano. Cerchiamo di far funzionare una macchina industriale, ma con degli elementi di novità, come per esempio una sostanziale rivoluzione nella scelta delle location. Non più solo Scampia e Forcella a Napoli, ma anche il centro, Roma e addirittura la Bulgaria più nascosta.»
Una terza stagione, quindi, con un profondo impatto emotivo che riscrive rapporti e sentimenti tra i personaggi, come ricorda la Comencini:
«In questa nuova stagione non c’è un cambiamento, piuttosto un’evoluzione di elementi già presenti. Gomorra La Serie racconta meccanismi criminali e logiche di potere. Impigliati in questi ci sono esseri umani con sentimenti, solitudini, emozioni. Il nostro lavoro è stato quello di mettere nella serie, nella sua struttura dai meccanismi potenti, delle note stonate, dei punti di vista, delle emozioni singolari e soggettive di personaggi ormai intrappolati. Il tasso emotivo andava quindi alzato.»
A proposito della terza stagione, ogni attore ha cercato di giustificare, analizzare e approfondire le scelte condotte dal proprio personaggio, veterano o “nuovo entrato” all’interno del microcosmo creato da Gomorra:
Marco D’Amore: «Abbiamo lasciato Ciro di Marzio dopo una perdita gravissima: la morte della figlia. Abbiamo cercato di ragionare su come poter rappresentare questa perdita, e questo ha influito pesantemente nel far sfiorire la bellezza sfrontata, arrogante, violenta con la quale si interfacciava Ciro con il mondo. L’immortalità di cui si parla spesso in relazione con lui è ormai una condanna; non gli resta che attraversare la vita indenne ma desiderando forse solo di morire.»
Salvatore Esposito: «Genny Savastano continua la sua personale discesa negli inferi imposta prima dalla volontà di donna Imma e poi dal padre Pietro, il boss dei boss, che lo hanno obbligato a scegliere il suo futuro che prima escludeva la propria famiglia – i Savastano – in favore della moglie Azzurra e del figlio Pietro; ma alla fine sceglie di diventare il capo dei capi. Aumentano di conseguenza i nemici e le persone di può fidarsi. Ha sigillato un nuovo patto con Ciro che avrà conseguenze, e anche in Genny c’è un latente desiderio di morte.»
Cristina Donadio: «Scianel è letteralmente una iena ferita a morte che ha perso un figlio e un territorio; è lì, che si lecca le ferite ed è pronta a riconquistare ciò che ha perso. Ci riuscirà? Chissà… Ciò che ha di diverso è che quando esce dalla gabbia si porta il danno negli occhi e questa cosa emerge, si sente. Mi ha colpito anche il fatto che sia cambiata nel modo di guardare ciò che le sta intorno; prima guardava tutto di sottecchi, adesso invece guarda dritto davanti a sé perché non ha niente da perdere. Avere a che fare con delle macerie emotive le ha dato una nuova consapevolezza, pur facendole portare quest’ombra nuova negli occhi, elemento che noto con piacere perfino dall’esterno. Suo personaggio entra sempre in scena con risate sadiche, da iena proprio.»
Gomorra La Serie racconta meccanismi criminali e logiche di potere. Impigliati in questi ci sono esseri umani con sentimenti, solitudini, emozioni.
Cristiana Dell’Anna: «In Patrizia mi ha sempre interessato la sua non paura di esplorarsi. Prima si innamora della bestia incarnata dalla brutalità di Pietro e poi andando avanti – al contrario di Ciro – si sveglia all’improvviso: ritrova la bestia nascosta in lei stessa ed è tutta una strada in salita. È come una grossa fortezza costruita intorno a un segreto: il suo è un viaggio subdolo rispetto agli altri. È un alter ego di Ciro, subdola, fredda e strategica.»
Arturo Muselli: «Enzo “Sangue Blu” è il nipote di una persona che ha inventato la camorra, per questo motivo è detto “Sangue Blu” appunto. È in un gruppo di ragazzi giovani che sono come fratelli di vita e di strada; c’è una forma di democrazia tra loro, ma Enzo è il capo non dichiarato proprio per la sua fierezza. Viene dalla povertà dopo aver perso tutto; da questa perdita, appunto, è scattata la molla dell’azione e da questa passare al desiderio di conquista.»
Loris De Luna: «L’elemento peculiare del mio personaggio, Valerio, è che la sua origine è diversa rispetto a quella degli altri: viene dalla Napoli bene, è il nuovo arrivato di Posillipo. È stato interessante lavorare proprio su questo, su come il male possa impossessarsi non solo di chi è, palesemente, in difficoltà economiche, ma in realtà su chiunque. Ho lavorato su cose che non mi appartengono, tipo la freddezza: è stato davvero un viaggio importante soprattutto a livello personale. Interpretare un personaggio cattivo permette di esorcizzare delle sfumature, degli aspetti, dei dolori, alcune sofferenze che appartengono alla propria vita.»
E alla domanda se vedremo presto una quarta stagione di Gomorra La Serie, risponde in modo così sibillino il Director Original Productions Sky, Nils Hartmann:
«Ci stiamo lavorando, lo confesso; ci sono già delle puntate e alcuni concept di serie pronti e scritti; vogliamo alzare il tiro delle precedenti stagioni. Abbiamo deciso di interrompere una serie di successo come Romanzo Criminale perché, oggettivamente, eravamo arrivati a un punto in cui non c’era più una storia: sarebbe diventata semplicemente una sorta di sequel del prequel. Nel caso di Gomorra La Serie, invece, c’è una storia forte, del materiale, personaggi d’impatto che affondano le loro radici nella realtà.»