Arriverà al cinema per una sola settimana, a partire dal 23 novembre, e poi su Netflix dal 23 dicembre, l’atteso Glass Onion – Knives Out, il sequel di Cena con delitto – Knives Out, che vede il ritorno di Rian Johnson dietro la macchina da presa e di Daniel Craig in quelli del detective Benoit Blanc.
Rispetto al primo film, la storia di questo Glass Onion è completamente nuova, così come il cast, fatta eccezione per Craig ovviamente, al fianco del quale troviamo Edward Norton, Janelle Monáe, Kathryn Hahn, Leslie Odom Jr., Jessica Henwick, Madelyn Cline, Kate Hudson e Dave Bautista. In occasione dell’uscita del film nelle sale, abbiamo avuto l’onore e il piacere di partecipare alla global press conference di questa nuova incursione del regista di Star Wars: Gli Ultimi Jedi nel genere murder mystery, alla quale però non hanno partecipato né Bautista (impegnato sul set) né, sfortunatamente, Craig (per motivi di salute).
“Knives Out ha sempre rappresentato una sfida per me e per Daniel, ma al tempo stesso anche un’esperienza molto divertente”, ha spiegato in apertura di conferenza il regista Rian Johnson. “Quando abbiamo realizzato il primo film, ci siamo detti che anche se fosse andato discretamente, ne avremmo comunque fatto un altro. Fin dall’inizio sapevamo che ogni film sarebbe stato diverso, come del resto ha sempre fatto Agatha Christie nei suoi romanzi: un mistero diverso, location diverse, personaggi diversi… Sono sempre stato un suo grandissimo fan e la cosa che più ammiravo del suo lavoro era proprio questa capacità di giocare con i generi, con gli eventi, di far assaporare ai lettori, ogni volta, qualcosa di completamente nuovo. Volevo cercare di fare la stessa cosa con Knives Out”.
La storia di Glass Onion è ambientata in Grecia, in una splendida isola privata. In merito alla scelta della location, Johnson ha dichiarato: “Volevo allontanarmi dal Massachusetts, l’ambientazione del primo film, anche in termini di colori. Volevo qualcosa che fosse molto più vivido, luminoso, quasi accecante. Del resto, come c’è una vasta tradizione di murder mystery ambientati nella campagna inglese, c’è anche una vasta tradizione di storie di quel tipo ambientate altrove, in mare ad esempio, come accade in Assassinio sul Nilo. Ho scritto la sceneggiatura nel 2020, in pieno lockdown, e ricordo che all’epoca immaginavo di poter essere altrove, magari proprio su un’isola della Grecia. E così, alla fine, ho deciso che quella sarebbe stata la location di questa nuova storia”.
Se Cena con delitto si concentrava su sanguinari legami di famiglia, Glass Onion ci ricorda che è meglio diffidare anche degli amici più stretti. Il mistero da risolvere, questa volta, riguarda il magnate della tecnologia Miles Bron (interpretato da Edward Norton), che invita alcuni dei suoi più cari amici – incluso il detective Blanc – in vacanza, su un’isola privata di sua proprietà, chiamata appunto “Glass Onion”. Ben presto, però, ci scapperà il morto e soltanto l’intervento di Blanc potrà garantire la risoluzione del caso.
Parlando della scelta degli attori, Rian Johnson ha raccontato: “Quando realizzi un film corale, vuoi assicurarti di lavorare con i migliori attori in circolazione. Sono stato molto fortunato perché anche questa volta sono riuscito ad ottenere i talenti che desideravo. Non è sempre facile trovare attori che riescano a lavorare bene insieme e quando concepisci una storia del genere devi pensare non solo a quanto saranno bravi a dare vita ai rispettivi personaggi, ma anche a come se la caveranno a lavorare in gruppo, a stare tutti insieme”.

Glass Onion e il revival del murder mystery
A prendere la parola è poi Kate Hudson, che ha rivelato di essere stata lei a cercare Rian Johnson, perché voleva assolutamente prendere parte al film: “Ho letto la sceneggiatura perché sapevo che il mio ruolo non era ancora stato assegnato. Così ho chiamato Rian e gli ho detto che volevo assolutamente interpretare Birdie Jay”. L’attrice ha poi rivelato qualche aneddoto in merito alla prima volta che lei e il resto del cast si sono incontrati: “È successo a casa di Daniel. Ci siamo riuniti lì per una lettura del copione. È stato divertentissimo. Era come se ci conoscessimo da una vita. Quando lavori con così tanti attori, devi essere disposto a mettere da parte il tuo ego, perché si tratta di trascorrere veramente tanto tempo insieme, anche durante le pause dalle riprese. Per fortuna Rian è riuscito a trovare persone disposte a mettersi in gioco e a sacrificarsi, persone disponibili… Cosa che non è per nulla scontata”.
Alle dichiarazioni della Hudson hanno fatto subito eco quelle di Edward Norton, il quale, parlando sempre dell’esperienza di recitare al fianco di un ensemble così nutrito, ha raccontato: “Quando Rian ti chiama e ti chiede di prendere parte ad un film del genere, non puoi assolutamente rifiutarti. E quando poi scopri che il gruppo di persone con le quali andrai a lavorare si rivela semplicemente fantastico, allora capisci di aver fatto la scelta giusta”. Seguono a ruota le dichiarazioni Janelle Monáe, il cui personaggio, rispetto a tutti gli altri “ospiti”, può considerarsi una sorta di outsider, di pesce fuor d’acqua: “Lavorare con Rian è stato per me il realizzarsi di un sogno. Mi ero sempre detta che se mi fosse capitata l’occasione, non me la sarei lasciata sfuggire per nulla al mondo. La mia Andi è un personaggio veramente misterioso, ricco di sfaccettature. Interpretarla mi ha davvero permesso di crescere come attrice, ma anche di conoscere dei colleghi incredibili”.
L’intero cast ha poi elogiato la performance di Daniel Craig, che questa volta interpreta un Benoit Blanc un po’ diverso rispetto a quello che abbiamo conosciuto nel primo film: in questo senso, la storia di Glass Onion fa emergere un lato inedito della personalità del detective/filosofo (e che non sveliamo per non rovinare la sorpresa). I colleghi dell’ex James Bond hanno dichiarato che vedere Daniel lavorare sul set e dare vita a Benoit è stato un privilegio, lodando la sua professionalità e il suo talento, in particolare il modo in cui è riuscito a rendere onore ai bellissimi dialoghi presenti nella sceneggiatura e a definire il suo personaggio anche attraverso l’uso della fisicità.
Sul finire della conferenza, Rian Johnson ha invece spiegato la ragioni che lo hanno spinto a dare vita al franchise di Knives Out e, in un certo senso, a riportare in auge il genere murder mystery, che negli ultimi anni è tornato decisamente di moda anche grazie al contribuito di Kenneth Branagh e di altri registi (basti pensare al recente Omicidio nel West End): “La cosa più bella, per me, è avere la possibilità di far riscoprire al pubblico questo genere. Da ragazzino divorano i murder mystery e sapere che oggi ci sono tantissime persone, anche giovani, che si stanno appassionando a questo tipo di storie come facevo io quando ero piccolo, mi rende veramente felice”.